Afghanistan
Civili afghani fuori dall'aeroporto di Kabul (AP Photo)

Il caos, le violenze e la disperazione attorno all’aeroporto di Kabul

I talebani hanno preso il controllo dell'area circostante, gli americani dell'aeroporto: per gli afghani lasciare il paese è quasi impossibile

Per i civili afghani che vogliono lasciare il paese, la situazione continua a essere drammatica. A Kabul migliaia di persone stanno cercando di raggiungere l’aeroporto internazionale per imbarcarsi su un volo e fuggire all’estero, ma non è facile. Dopo i primi tentativi disperati di lunedì, quando si erano visti civili aggrappati agli aerei in decollo, negli ultimi tre giorni i talebani hanno imposto rigidi controlli fuori dall’aeroporto, bloccando moltissime persone inserite nelle liste di chi può essere evacuato.

Il problema riguarda soprattutto chi non ha un passaporto straniero, che è bloccato dai talebani anche se in possesso di un visto per viaggiare in un altro paese; e nell’area sono accampate da giorni moltissime persone, nella speranza di riuscire a entrare nel terminal.

Mercoledì i talebani hanno cercato di disperdere la folla, prima sparando colpi d’arma da fuoco in aria e poi direttamente contro i civili, colpiti anche con bastoni e fruste: da ore circolano sui social immagini molto violente di morti e feriti. Da domenica i talebani hanno ucciso 12 persone nella zona dell’aeroporto.

Si sono viste anche molte scene di disperazione, di persone che chiedevano aiuto ai militari americani o chiedevano di poter salire su uno degli aerei diretti all’estero. In un video circolato molto si vede una donna disperata aggrappata alle recinzioni dell’aeroporto mentre grida ripetutamente «aiuto», «i talebani vengono a casa».

Un altro video mostra una folla accalcata a ridosso del muro di recinzione dell’aeroporto, e un uomo che dopo essersi arrampicato fa salire anche un bambino, con il consenso del soldato di guardia.

https://twitter.com/BBCYaldaHakim/status/1428296844770222082?s=20

La situazione caotica e disperata nelle strade intorno all’aeroporto è stata raccontata in dettaglio dall’inviata di CNN Clarissa Ward, che in questi giorni è stata particolarmente apprezzata per i suoi servizi da Kabul. Mercoledì Ward ha intervistato alcune delle persone accampate davanti all’aeroporto, mentre sullo sfondo si sentivano i rumori dei colpi d’arma da fuoco sparati dai talebani.

Un uomo ha raccontato il motivo per cui gli era stato bloccato l’accesso all’aeroporto: pur avendo collaborato con gli Stati Uniti durante i vent’anni di guerra contro i talebani, non era stato in grado di presentare ai controlli una lettera di raccomandazione scritta e firmata dai suoi “datori di lavoro”. Un altro uomo ha mostrato a Ward il visto che aveva ottenuto dall’ambasciata americana, dicendo che i talebani non avevano voluto farlo entrare in aeroporto sostenendo che non c’erano voli disponibili.

Commentando quanto sta succedendo, Ward ha detto: «Ho lavorato nelle situazioni più folli, ma quello che ho visto qui è un caos completo, pazzesco. Per un normale civile, anche se in possesso dei documenti, è impossibile [fuggire]».

In un altro servizio, si vede un miliziano talebano ordinare a Ward di coprirsi il volto mentre cerca di intervistare i civili afghani che si trovano intorno all’aeroporto. Molti di quelli che hanno i documenti in regola sono così disperati che chiedono alla stessa Ward cosa fare. Tra di loro c’è anche un uomo con un documento rilasciato da una società italiana.

Alla fine del servizio, si vede un talebano provare a colpire Ward e la sua troupe con il calcio di un fucile, prima di riconoscerli come giornalisti.

Il caos intorno all’aeroporto di Kabul è andato avanti per tutta la giornata di mercoledì, e di sera i talebani hanno sparato gas lacrimogeni sulla folla per disperderla.

Intere famiglie hanno passato la notte fuori dall’aeroporto con i bagagli pronti, ancora in fila e ancora in attesa di sapere se potranno o meno lasciare il paese.

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