Vertici non solo indagati, ma anche pieni di debiti

I soci di Cesena & Co sottoscrissero mutui personali per cinque milioni per finanziare il Cesena, ma ora devono restituire i soldi alle banche

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di Paolo Morelli

La Procura della Repubblica di Forli ha depositato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari relative al fallimento dell’Associazione Calcio Cesena contestando una serie di reati a 22 persone che avevano ricoperto i ruoli di amministratori, sindaci, revisori e dirigenti dal 2013 al 2018, quando fu dichiarato il fallimento, e il presidente del Chievo Verona Luca Campedelli. Si tratta di un documento di 34 pagine firmato dai sostituti procuratori Filippo Santangelo e Francesca Rago che riassume quasi tre anni di indagini della guardia di finanza e dalla polizia.

Nell’elenco degli indagati ci sono gli ex presidenti dell’Ac Cesena Igor Campedelli e Giorgio Lugaresi (foto), quello del Chievo Luca Campedelli, Graziano Pransani, Mauro Urbini, Walther Casadei, Giampiero Ceccarelli, Mauro Giorgini, Claudio Manuzzi, Annunzio Santerini, Christian Dionigi, Luigi Piangerelli, Gabriele Valentini, Rino Foschi, Stefano Biondi, Beatrice Montevecchi, Barbara Galassi, Enrico Brunazzi, Luca Mancini, Augusto Balestra, Fabio Fabbri e Maurizio Marin.

Nel primo elenco degli indagati c’erano altre otto persone delle quali ora non c’è traccia: Marino Vernocchi, Roberto Desiderio, Roberto Checchia, Samuele Mariotti, Guido Aldini, Roberto Biondi, Marco Salvagni ed Ester Castagnoli. A rigor di logica per loro ci dovrebbe essere una richiesta di archiviazione, ma non hanno ancora ricevuto alcuna notifica.

I capi d’imputazione, che vanno dalla bancarotta semplice a quella fraudolenta con diverse declinazioni, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti alle relative dichiarazioni fraudolente, suddividono l’impianto accusatorio sostanzialmente in due tronconi: il primo riguarda la compravendita sull’asse Cesena-Chievo di calciatori, per lo più giovani e giovanissimi, con valutazioni molto più elevate di quelle che potrebbero essere considerate ‘di mercato’ per creare plusvalenze in modo da raggiungere i parametri di bilancio necessari per proseguire l’attività sportiva. Su questo tema, però, ci sono sentenze che affermano l’impossibilità di assegnare un valore assoluto a un calciatore, soprattutto in giovane età. Il secondo riguarda la cooperativa Cesena & Co creata da Giorgio Lugaresi e altri otto soci-amministratori (Mauro Giorgini, Christian Dionigi, Graziano Pransani, Annunzio Santerini, Mauro Urbini, Walter Casadei, Giampiero Ceccarelli e Claudio Manuzzi) per avere una società di controllo dell’Ac Cesena in grado di attirare nuovi finanziamenti in quanto le banche non intendevano erogare ulteriori capitali all’Ac Cesena. Per ottenere liquidità da immettere nella gestione dell’Ac Cesena nel 2013 i nove soci dovettero accendere mutui personali per un totale di cerca cinque milioni di euro che girarono a Cesena & Co, la quale a sua volta finanziò il Cesena. Nei primi due anni era previsto il pagamento dei soli interessi, ma al momento di rimborsare alle banche (soprattutto al Credito di Romagna, oggi Solution Bank) le rate dei mutui, i soci chiesero ulteriori dilazioni per favorire sia Cesena & Co che l’Ac Cesena. Prima del fallimento dell’Ac Cesena fu rimborsata una sola rata, e ora sono chiamati personalmente a pagare il debito residuo, che rappresenta circa l’80% della somma erogata: c’è chi ha trovato un accordo con la banca e ha estinto il debito, agli altri sono stati sequestrati beni personali.

Gli indagati hanno 20 giorni di tempo per prendere visone dei documenti (una ventina di faldoni, raccolti in un Dvd che costa 1.450 euro), chiedere di essere interrogati e depositare documenti a loro discarico. Poi ci sarà l’udienza davanti al Gup che deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio.