"Panettoni no grazie, ve li ridiamo". I sanitari Kos Care: "Vogliamo rispetto"

I dipendenti della struttura di Villa Fastiggi protestano riconsegnando simbolicamente i pacchi natalizi. "A parità di mansioni prendiamo il 20% in meno di chi lavora nel pubblico"

Un gruppo dei dipendenti della Kos Care che ieri hanno protestato

Un gruppo dei dipendenti della Kos Care che ieri hanno protestato

Pesaro Urbino, 22 dicembre 2021 - Sono bastati cinque mesi per passare dagli slogan d’indignazione alla protesta del panettone. "Professionalità a basso costo, profitto al primo posto". Era il motto di protesta scritto a caratteri cubitali su uno degli striscioni fatti dai dipendenti della struttura riabilitativa Kos Care a Villa Fastiggi. I manifesti e gli striscioni di allora, però, sventolati il 24 luglio 2021, sono serviti a ben poco se ieri una quarantina di dipendenti su 80 ha sentito l’esigenza di rispedire il panettone, strenna di Natale da parte della direzione, al mittente. Insieme ad operatori sanitari, infermieri e fisioterapisti del centro pesarese hanno preso parte al dissenso anche i colleghi del centro Kos Care di Cagli.

"L’adesione alla provocazione è molto alta considerando che su una ottantina di dipendenti ad essere riconsegnati in direzione è stata oltre la metà dei panettoni – testimonia uno dei fisioterapisti tra i dipendenti –. Molti dipendenti col contratto a tempo determinato non se la sono sentita di intavolare un confronto critico con l’azienda. Ma la misura, anche per loro è colma. Nei prossimi giorni anche Cagli attuerà la protesta del panettone: a riceverli saranno in totale 44. Per ora abbiamo avuto la loro solidarietà. Chiediamo l’intervento della Regione, visto che siamo al servizio della comunità".

Il clima, nonostante la piramide di panettoni simboleggi un grande problema, non è aspro. "Non ce l’abbiamo con i nostri diretti superiori – testimoniano infermieri, operatori sanitari e fisioterapisti di Kos Care –. Il rapporto dal lato umano è ottimo. Ce l’abbiamo con il management, i vertici più alti e lontani che non sanno l’impegno, il sacrificio anche personale che un lavoro bello ma delicato come il nostro comporta. Quello che chiediamo è rispetto della nostra professionalità. Il panettone dovrebbe significare stima, ma queste condizioni di lavoro ci sembra più un apresa in giro". Quali condizioni di lavoro? "Stesse mansioni, stesse responsabilità di un sanitario che lavora nel pubblico ma paghe più leggere del 20% su stipendi da 900 a 1.500 euro al mese". E non solo: "Per noi l’aggiornamento è obbligatorio: siamo sanitari. E’ questione di serietà. Ma anche volendo frequentare corsi, siamo costretti a prendere le ferie perché non ci riconoscono le 150 ore di aggiornamento retribuito come nel pubblico. In verità anche andare in ferie è diventato complicato per i ritmi di lavoro dovuti al fatto che molti colleghi scappano, si licenziano per entrare nel pubblico. E’ un peccato: il nostro lavoro ci piace, ma così è mortificante".