Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pasqua decisiva per Alitalia. Pinori (NACA piloti): nuovi manager e stop sprechi, così la compagnia può farcela

Esplora:

Pietro De Leo
  • a
  • a
  • a

«Alitalia può sopravvivere, ma serve una profonda ristrutturazione prima di rimetterla sul mercato». A parlare con Il Tempo è il Comandante Daniele Pinori, pilota di Alitalia CityLiner e Presidente di categoria nell’associazione NACA Piloti AZ CYL-Navaid. Con lui proviamo a fare il quadro della situazione. 

Comandante Pinori, siamo allo stallo sul piano Ita.
«Un piano che ci è stato sottoposto nello scorso dicembre. C’era un forte ridimensionamento: la nuova compagnia sarebbe partita con 52 aeroplani, dai 104 attuali. Per poi raddoppiare nel giro di un paio d’anni, e dunque tornare al numero di oggi (al 2023 103 aeroplani e 9.100 dipendenti). Questo significa che il personale, sia navigante che di terra, sarebbe stato reintegrato in buona parte. A fine piano, quindi dopo 5 anni, si prevedeva che dei 10.700 dipendenti attuali ne sarebbero rientrati 9.500 e 110 aeroplani. Era un piano che poteva anche andar bene anche se a mio modo di vedere sarebbe stata comunque troppo piccola al termine del percorso».

 


Solo che poi è arrivata l’Ue.
«Ci hanno risposto con 108 contestazioni. Sa cosa vuol dire questo? Che praticamente hanno distrutto il piano. Da dicembre a oggi siamo messi così e non c’è un’alternativa. Dall’altra parte, le compagnie Alitalia SAI e Alitalia CityLiner sono in forte sofferenza, il Covid ha avuto il suo effetto e le persone che hanno messo a gestire questo ultimo anno non credo che si siano dimostrate all’altezza».
Che intende dire? 
«Il nuovo commissario e il nuovo direttore generale avrebbero dovuto gestire il passaggio di Alitalia verso un’altra compagnia, cosa che poi non si è verificata. E si sono trovati ad affrontare la fase del Covid, con esiti disastrosi. Faccio un esempio: partita l’epidemia, cioè febbraio-marzo 2020, c’è stato un drastico calo dei passeggeri, le altre compagnie hanno fermato immediatamente tutti gli aeroplani di grossa capacità che avevano. Mi spiego meglio: far volare gli aeroplani che possono portare 150/180/200 passeggeri con 50 passeggeri vuol dire perdere molti soldi. Noi, invece, proprio in quel periodo abbiamo fermato l’unica flotta di aeroplani che avrebbe dovuto volare e che avevamo, Embraer 175, che porta 88 passeggeri e Embraer 190 che porta 100 passeggeri. Le dirò di più: la flotta era composta da 20 EMBRAER ma proprio in quel momento è stato deciso di dismetterne 5. Così, in questo anno, sono state bruciate molte risorse. Questo è quello che noi abbiamo potuto vedere volando in quei giorni».
Come rappresentanza piloti, cosa chiedete?
«Partiamo da un presupposto, serve un’alternativa e al momento non c’è. Le strade potrebbero essere due. Una è quella di altri imprenditori. Ce ne sono stati diversi ma nessuno di quelli che si sono presentati ha ricevuto l’ok dal governo».
L’altra strada?
«È quella che noi consideriamo migliore. Bisogna ristrutturare l’Alitalia di oggi. Dare carta bianca a una persona che ripulisca i supercosti inutili, gli sprechi e i disservizi. Soltanto a quel punto puoi ottenere il benestare dell’Europa e pensare ad una operazione come ITA. In conclusione posso dire che i piloti se interpellati saranno sicuramente pronti a contribuire alla rinascita di Alitalia con la loro professionalità ed esperienza già dimostrata nei molteplici periodi di crisi avuti dalla nostra amata Compagnia di bandiera».

Dai blog