in bilico

Così Alitalia può lasciare a terra Roma

Domenico Alcamo

Il tempo stringe, per il salvataggio di Alitalia, e a una decina di giorni dalla scadenza per la presentazione dell’offerta vincolante, il quadro per la riuscita dell’operazione è assai fosco. La «situazione complicata» sottolineata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte è il riverbero della lettera che Atlantia ha inviato al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. E colpisce, nel testo, anche un passaggio riguardante il territorio della Capitale. Si parla, infatti, di un «indubbio e significativo impatto che il mancato rilancio di Alitalia potrebbe avere su Aeroporti di Roma», ossia la società che gestisce le strutture di Ciampino e Fiumicino, di cui Atlantia è azionista di maggioranza. Un contraccolpo indiscutibile, purtroppo, per un’intera area, che proviamo ad analizzare in profondità. Va detto che, al di là del legame storico tra Alitalia e gli aeroporti di Roma, il peso della compagnia di bandiera sui ricavi aeroportuali si è notevolmente abbassato nel corso degli anni, complici la crisi di Az, il mutamento del mercato e le dinamiche delle tratte, che hanno visto la crescita progressiva di quelle a lungo raggio. Al momento, secondo alcune rilevazioni, Alitalia sfiora il 30% dei ricavi di Fiumicino, a fronte di oltre 50% di una decina di anni fa. Andando a quantificare, su un fatturato di un miliardo di euro all’incirca, Alitalia insisterebbe su circa 300 milioni di euro. Discorso doloroso, poi, sul piano occupazionale. Un eventuale default di Alitalia coinvolgerebbe all’incirca 11 mila lavoratori sul territorio romano-laziale, tra lavoratori diretti, indiretti e indotto. 11 mila con le relative famiglie. Quindi si tratterebbe di un impatto sociale di non poco conto, in un’area interessata, purtroppo, anche da... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI