Pulizie condominiali: è possibile il fai da te?
La classica pulizia a turni fra condomini può accendere liti e discussioni infinite, ma la legge la consente?
I più svariati motivi portano i condomini di uno stabile – detto in gergo conviviale – a scannarsi senza ritegno e pudore. Uno di questi è sicuramente la pulizia delle parti comuni, scale e annessi, a maggior ragione quando si è deciso di autogestirsi, solitamente per risparmiare soldi: il tradizionale fai da te. Ma si può fare? È possibile mettersi d’accordo tra condomini per pulire a turni o si rischia di prendersi a bottigliate inutilmente per il terriccio accumulato da giorni davanti allo zerbino, su un pianerottolo che qualcuno si è dimenticato di lucidare? La questione è un po’ delicata:
Indice
Pulizie condominiali: chi decide e quali modalità
Vivere in condominio non è facile. Tutto deve sempre essere deciso in nome del rispetto di mille teste. Ci sono conti da far tornare, spese impreviste, bilanci da approvare, bisogni e abitudini diverse da far convivere, spazi comuni da gestire e da pulire. Il codice civile regola questa delicata materia del vivere insieme, anche per quanto riguarda la gestione degli spazi comuni [1], cioè, tra gli altri, le scale, i portoni d’ingresso, gli stenditoi, la lavanderia, gli anditi, gli ascensori, i portici, i cortili, le facciate, la portineria e alloggio del portiere. Su questi vige l’obbligo per tutti i condomini di prendersene cura, anche dal punto di vista della pulizia.
Chi decide come pulire gli spazi condominiali?
- Si delibera l’affidamento di un contratto di servizio a un’impresa di pulizie
- Si sceglie una persona, anche interna al condominio, che si occuperà delle pulizie sotto compenso
- Soprattutto nei condomini più piccoli, si opta per il litigioso fai da te: gli stessi condomini stilano una turnazione per pulire loro stessi gli spazi comuni.
Fai da te: si può fare?
Spesso per risparmiare qualche soldo nel bilancio condominiale troviamo una schiera di mani alzate in assemblea, al momento in cui si chiede ‘siete d’accordo se puliamo tutti noi a rotazione stabilendo i turni invece di pagare l’impresa? Le stesse mani alzate che poi si rendono conto, col passare delle settimane, che tornano tardi da lavoro, che devono andare a prendere un figlio a scuola e l’altro a lezione di tennis, che hanno i minuti contati per fare la spesa, tornare a casa e cucinare. A volte invece capita che si deliberi la pulizia a turnazione anche solo a maggioranza, a discapito di quei poveretti che la mano non la vogliono proprio alzare, perché non vogliono prendersi la briga di imbracciare straccio e scopa. Ci si ritrova così presto tutti a camminare su un pianerottolo che ormai è più simile a una foresta e un androne diventato una mostra permanente di foglie secche e pedate di ogni sorta.
Bene. Sappiate che contro queste teste che non vogliono pulire o non vogliono più farlo non si può fare nulla. È loro diritto non pulire ed è nulla qualsiasi delibera dell’assemblea di condominio che imponga ai condomini stessi il fai da te. A dirlo è stata la Cassazione [2], quindi inutile arrampicarsi sugli specchi.
“Nessuno può obbligare i condomini a pulire gli spazi comuni. Farlo è violazione dei diritti individuali di ogni persona”
Non è permesso all’assemblea in alcun modo cadere in un eccesso di potere tanto grande da violare i diritti delle persone, e c’è una differenza sostanziale tra deliberare una modalità di pulizia delle scale obbligando tutti i condomini a partecipare alle spese (cosa che può fare) e obbligare i condomini a pulire con le proprie mani questi spazi: il primo caso infatti rientra tra le sfere di competenza che la legge assegna all’organo collegiale dell’assemblea di condominio, mentre nella seconda situazione l’assemblea andrebbe a intaccare i diritti individuali e inviolabili del singolo. E questo non è ammesso, a meno che non vi sia unanimità nella decisione.
Pulizie fai da te: rifiutare di farle si può
In soldoni, l’assemblea dei condomini può certo decidere un’autogestione a turni delle pulizie tramite il fai da te, a patto che vi sia consenso unanime dei condomini (la maggioranza quindi non basta). E comunque, anche a seguito della delibera unanime, se qualche condomino rifiuta di pulire, si dimentica, o rinuncia a posteriori, nessuno può obbligarlo a pulire e chiunque può rifiutarsi in qualsiasi momento di farlo.
È la legge a dirlo, nel momento in cui ribadisce che l’assemblea può decidere sulle spese e su come ripartirle, ma non può imporre al singolo condomino l’obbligo di pulire le scale o di provvedere attraverso un proprio pulitore privato. Ed è ancora più chiara nel momento in cui sottolinea che qualsiasi delibera presa in questa direzione è da considerarsi nulla. Va da sé che chiunque può impugnare in qualsiasi momento una decisione simile.
L’unica strada per riappacificarsi e tornare a vivere felici, contenti e puliti (almeno fino alla prossima rissa) sembra quindi quella di riunirsi di nuovo e optare per una delle altre due opzioni rimaste: l’impresa di pulizie o un privato sotto compenso.