Fuga di parlamentari da M5S: Governo in crisi

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I grillini guardano verso Lega e Italia Viva facendo perdere sostegno alla maggioranza di Governo. Elezioni anticipate sempre più vicine.

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Non sarà solo la senatrice Elena Fattori a lasciare il Movimento Cinque Stelle. A breve, potrebbero seguirla Ugo Grassi e Giorgio Trizzino, anche loro senatori pentastellati. Tutti con un’unica motivazione: il vertice del Movimento impone decisioni senza ascoltare gli altri. Il paradosso di un partito nato sotto ideali democratici, travolto proprio dall’assolutismo dei capi. È la parabola della rivoluzione francese che “mangia i suoi figli”.

Il punto è che ora il malcontento della base si può ripercuotere sulla stabilità del Governo

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, facendo mancare i numeri per sostenere la maggioranza. Fattori per ora ha detto che entrerà nel gruppo misto, continuando a sostenere l’esecutivo. Ma non è detto che gli altri facciano altrettanto. Anzi, alcuni parlamentari stanno trattando con Lega e Italia Viva, quest’ultima divenuta molto critica con la maggioranza.

Insomma, i venti di crisi hanno ripreso a soffiare. Su Conte grava la maledizione di non riuscire a reggere più di un anno.

Zingaretti tenta di rassicurare («Non c’è nessuna idea di strappo, andiamo avanti se è utile per il Paese»), ma lo spread la dice lunga: ieri è tornato a crescere, denunciando così, in modo evidente, il rischio di una nuova instabilità politica.

L’Ilva è l’ennesima palude che rischia di far saltare gli accordi. Il M5S è contrario a scudi penali, il che però potrebbe far saltare i posti di lavoro a migliaia di persone, facendo perdere all’Italia diversi punti percentuali di Pil. Una battaglia di principio che rischia di mietere molte vittime.

Le tensioni accelerano e nei corridoi di Camera e Senato non sono pochi i parlamentari che stanno decidendo il da farsi.

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Luigi Di Maio oggi riunirà i direttivi dei gruppi e martedì si terrà l’assemblea congiunta di deputati e senatori M5s.

Ma più che il passaggio di singoli parlamentari verso questo o quel gruppo di maggioranza o opposizione, vanno seguite quelle che potremmo definire vere e proprie operazioni politiche, ovvero la nascita di nuovi gruppi parlamentari capaci di condizionare il prosieguo della legislatura.

La crisi però coinvolge anche Forza Italia, oggi con poco più del 6%. Mara Carfagna oggi incontrerà alcuni parlamentari per decidere il da farsi. «Mara deve decidere se diventare leader di una nuova formazione capace di trattare autonomamente, in caso contrario ognuno agirà per sé», è il ragionamento di alcuni deputati e senatori azzurri.

Insomma la Carfagna potrebbe stare a FI come Renzi è stato al Pd. Proprio l’ex premier annuncia che, nel suo partito, approderanno entro la fine del 2019 ben 50 parlamentari.

Tutto ciò non fa che ridisegnare la mappatura delle camere. Risultato: il rischio di elezioni anticipate è tutt’altro che remoto.

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