ILENIA PISTOLESI
Cronaca

"Guerra, accelerare le scelte sulla geotermia"

Bruno Della Vedova, presidente di Ugi parla sul futuro della transizione energetica: "Affrontare queste sfide non è più procrastinabile"

di Ilenia Pistolesi

Il ruolo della geotermia nel contesto attuale e in un arco di medio termine come energia primaria. Ne parliamo con il professor Bruno Della Vedova, presidente di Ugi (Unione Geotermica Italiana).

Presidente, in un momento delicato per l’attacco bellico in Ucraina, quanto la geotermia può aiutare a affrancarsi da fonti come il gas?

"Le gravi criticità innescate dall’invasione hanno già ora ed avranno un fortissimo contraccolpo sull’approvvigionamento energetico e sull’economia di molti Paesi europei. D’altro canto esse rappresentano anche un’ulteriore forte motivazione per accelerare le scelte di politica energetica e la lori attuazione verso la decarbonizzazione dell’economia e per uno sviluppo più sostenibile. Affrontare queste sfide non è più procrastinabile. L’UE ha richiesto agli Stati Membri l’adozione di politiche energetiche per lo sviluppo e l’innovazione nel settore delle fonti rinnovabili. La geotermia è stata dichiarata fonte energetica strategica del Paese e ha le potenzialità per dare un’accelerazione significativa alla transizione energetica, se messa nelle condizioni di valorizzare le abbondanti risorse disponibili e l’elevato livello di competenza e professionalità dell’industria italiana, impegnata principalmente all’estero in progetti internazionali. La geotermia può produrre in modo conveniente elettricità e fornire calore o una combinazione di entrambi. Ha il potenziale per fornire alternative reali per sostituire centrali elettriche e sistemi di riscaldamento e raffrescamento che emettono gas serra, non solo in Europa ma a livello globale. L’areale italiano è fra i più dotati di potenziale geotermico in Europa. Il settore relativo agli usi termici e quello geotermoelettrico non riesce ancora a trovare condizioni per uno sviluppo adeguato. Le cause vanno soprattutto ricercate nella scarsa coerenza del quadro normativo italiano, nella mancanza di pianificazione a lungo termine, nella complessità delle procedure, nei tempi lunghi per ottenere permessi e concessioni e nella carenza di misure di sostegno per rilanciare lo sviluppo e far decollare il settore".

I temi, che si legano l’uno all’altro, sono il rinnovo delle concessioni in scadenza nel 2024 e lo sviluppo stesso della geotermia. Qual è la posizione di Ugi?

"Ugi è focalizzata a favorire la ricerca e lo sviluppo della geotermia in tutte le sue forme, proporre interventi e azioni per ridurrerimuovere le barriere non tecniche che ne impediscono uno sviluppo adeguato e diffondere conoscenza. Se lo sviluppo della geotermia in Italia si è praticamente fermato decenni fa non è a causa delle concessioni, ma perché è mancata strategia e pianificazione energetica per il rilancio nel medio lungo termine. E’ il momento di accelerare la transizione energetica verso la sostenibilità".

Da fonte di nicchia a risorsa nazionale per usi termici e elettrici: la geotermia può centrare questo obiettivo?

"Oggi il teleriscaldamento copre il 2.3% del fabbisogno nazionale della domanda per riscaldamento mediante più di 400 reti, concentrate nel Centro-Nord. Il potenziale di diffusione del teleriscaldamento, in confronto alle soluzioni individuali tradizionali, risulta essere pari a quattro volte la produzione attuale, alle condizioni economiche vigenti. La realizzazione dei progetti con permessi di ricerca vigenti, in corso di autorizzazione o di prossimo avvio dell’iter permetterebbe l’installazione di circa 240 MW al 2030. Quelli futuri in fase di studio di fattibilità fornirebbero altro incremento di 120 MW al 2035".