La Nuova Sardegna

Finanziaria, tempo scaduto sarà esercizio provvisorio

Finanziaria, tempo scaduto sarà esercizio provvisorio

La giunta Solinas non riuscirà ad approvare la legge di bilancio entro Natale Solo ordinaria amministrazione fino a febbraio o marzo. Stop agli investimenti

15 novembre 2019
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CAGLIARI. È ufficiale: la prima Finanziaria della giunta Solinas non sarà battezzata prima di dicembre inoltrato. Una bozza di massima c’è, l’ha quasi pronta l’assessore al bilancio Giuseppe Fasolino, ma ormai non ci sono più tempi tecnici perché il Consiglio regionale riesca ad approvarla entro Natale. Il che vuol dire: dopo due anni di contabilità regolare, gli ultimi della giunta Pigliaru, la Regione riandrà in esercizio provvisorio almeno fino a febbraio o forse anche marzo. Cioè: fino a quando non ci sarà con certezza una nuova legge di bilancio, potrà permettersi solo l’ordinaria amministrazione e quindi gli investimenti saranno bloccati. Non sarebbe un disastro apocalittico, sostiene chi conosce ogni piega della finanza pubblica: «Di fatto – scrivono gli esperti – l’esercizio provvisorio è una necessità, quasi indolore, e mai va letto interpretato come una sciagura contabile». D’accordo, ma fra la gente comune è invece proprio questo improvviso stato di provvisorietà a essere letto come l’esempio più classico dell’inefficienza di un’amministrazione pubblica. Interpretazioni a parte, la giunta Solinas sta cominciando a pensare come metterci una pezza.

Super assestamento. Ventiquattr’ore fa la Giunta ha cominciato a discutere l’ennesima correzione, è la terza consecutiva, della vecchia Finanziaria. Dunque dell’ultimo bilancio licenziato dalla giunta Pigliaru e approvato l’anno scorso dal Consiglio regionale allora governato dal centrosinistra. Spostando un bel po’ di milioni, pare un’ottantina, fra diversi capitoli di spesa, in questi giorni il centrodestra vuole garantirsi comunque la possibilità di effettuare alcuni investimenti e trasferimenti. Lo può fare perché è ancora in corso l’esercizio 2019, mentre da gennaio in poi avrà le mani legate per colpa di una legge contabile, quella del 2020, non ancora approvata. Nelle prossime ore si saprà su quali voci la Giunta ha indirizzato i milioni stanziati ma non ancora spesi e che quindi essendo liberi potevano essere dirottati su altri progetti.

Giustificazioni. Senza assolvere nessuno, va detto che il centrodestra a sua discolpa ha almeno due alibi: uno tecnico, l’altro politico. Il primo è che la trattativa con il Governo su accantonamenti, rimborsi e contributi straordinari s’è chiusa appena dieci fa e quindi mancano alcuni dettagli sui milioni extra che dovrebbero essere trasferiti dallo Stato alla Regione. O meglio ancora, gran parte sono ancora solo sulla carta in attesa della stesura definitiva, dopo gli emendamenti approvati in Parlamento, della Manovra nazionale. La seconda giustificazione è invece solo politica e quindi meno forte della precedente. Sulla nomina del presidente della commissione bilancio del Consiglio regionale, è quella che deve per forza avviare l’istruttoria sulla Finanziaria 2020, il centrodestra non è riuscito a trovare un accordo. Il posto è vacante ormai da diversi mesi e, nonostante in molti abbiano provato a mediare, la soluzione non sembra essere vicina. L’altro giorno, in un colloquio informale, il governatore Solinas avrebbe detto: «Ora basta, lunedì sarò io a prendere in mano la situazione e finalmente il presidente giusto riusciremo ad eleggerlo». Di sicuro senza quell’incarico messo al sicuro la maggioranza non può certo rischiare di essere impallinata dall’opposizione proprio sulla Finanziaria, che nei fatti è da sempre la madre di tutte le leggi.

Idillio già finito? A neanche tre giorni dalla stretta di mano, a Cagliari, fra il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, e Solinas e dalle frasi «da oggi pensiamo a dialogare, non a scontarci», da Roma è rimbalzata una notizia di tutt’altro genere. Il governo Conte-bis ha impugnato una delle ultime correzioni della vecchia Finanziaria, è quella di settembre, approvata dalla Giunta e dal Consiglio regionale di centrodestra. Stando al comunicato diffuso da Palazzo Chigi, è stato proprio il ministero per gli affari regionali a contestare l’articolo che «estende la convenzione per il servizio emergenza-urgenza, l’Areus, ad alcune associazioni di volontariato». È una questione molto tecnica, ma che dall’ex parlamentare Mauro Pili (Unidos) è stata sfruttata per commentare a muso duro: «L’amore fra Cagliari e Roma, sbandierato ai quattro venti appena qualche giorno fa, era quindi solo una presa in giro». (ua)

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