San Domenico-Alpe Devero, avanti tutta con il progetto da 170 milioni

Non si fermano gli investimenti per il grande comprensorio, per ora senza collegamento in cresta

Non è mai stato un mistero che la proposta di sviluppo del territorio della San Domenico Ski facesse gola anche alle amministrazioni pubbliche. Ora sono proprio loro che stipulando l’accordo «Avvicinare le montagne», corredato da un piano strategico, porteranno avanti la parte burocratica necessaria perché da qui ai prossimi dieci anni si concretizzi lo sviluppo turistico delle valli Antigorio e Divedro. «E’ un piano che comprende una cinquantina di interventi, alcuni pubblici, molti privati, e che ne definisce le priorità di azione» ha detto il presidente della Provincia Stefano Costa alla presentazione di sabato mattina - 14 aprile - al rifugio 2000 dell’Alpe Ciamporino.

Oltre alla Provincia, autorità competente per la valutazione ambientale strategica, fanno parte dell’accordo i Comuni di Varzo, Trasquera, Baceno e Crodo. Progetti ambiziosi che alla fine sfioreranno i 170 milioni di euro: 130 milioni di iniziativa privata e 42 del pubblico.

«Un accordo che si fonda sulle idee di soggetti pubblici e privati e che mira a un’intesa territoriale» ha detto Paolo Cavaglià, ingegnere della San Domenico Ski.

«L’obiettivo è aumentare la fruizione delle nostre montagne tutti i giorni dell’anno - ha proseguito Costa -, un programma che parte da quello proposto da San Domenico Ski e che si completa di altri interventi necessari per dare una svolta al territorio». Non si parla più solo quindi del collegamento Alpe Devero-San Domenico - con l’impianto in cresta bocciato dalla Regione - ma di una serie di operazioni in termini di viabilità e di fruizione turistica. Sono compresi parcheggi, adeguamenti di strade, sei collegamenti a fune (tra nuove realizzazioni e sostituzioni degli esistenti), recupero di rifugi e dell’albergo Cervandone a Devero, adeguamenti di piste e sentieri.

Andrea Malagoni, contitolare della San Domenico Ski, ha ripercorso passato e futuro della stazione sciistica e delle aree intorno. «Non si vive solo di sci - ha detto -, l’idea è di far diventare questo territorio una località di montagna attiva d’inverno e d’estate».

Per il momento però il collegamento effettivo non si potrà fare. Il piccolo impianto per unire i versanti è bloccato da vincoli e leggi: si tratta di un chilometro fune sul crinale. A spiegare le ragioni è stato Aldo Reschigna, vice presidente della Regione: «Allo stato attuale del piano paesaggistico regionale non ci sono le condizioni di rispetto delle norme per poter accettare la proposta, c’è infatti il divieto di attraversare i crinali delle montagne con impianti di trasporto».

E’ un no che però lascia una piccola apertura per il futuro: «Nel corso degli anni la questione andrà approfondita perché indubbiamente ha un limite che è quello della delimitazione dei comprensori - ha precisato Reschigna -, l’analisi andrà fatta con una verifica puntuale di ogni caso e di quelle situazioni che non provocano alterazioni alle condizioni ambientali e paesaggistiche. L’obiettivo è l’equilibrio tra sviluppo turistico e salvaguardia ambientale».

A margine la comunicazione che la Regione ha stanziato 2 milioni per l’ampliamento della strada tra Varzo e San Domenico.

«Noi operatori ci auguriamo che tutto venga realizzato - ha detto Vittoria Riboni, imprenditrice di Baceno - ci vuole rispetto per l’ambiente, siamo i primi a sostenerlo, ma il nostro futuro deve essere qui, e servono investimenti mirati».