ALESSANDRIA. Doveva essere il 2020 l’anno della svolta per la Borsalino, che progettava grandi investimenti. È stato invece l’anno della pandemia che ha costretto anche il noto cappellificio a ridimensionare le attese.

Il rimbalzo 2021 per fortuna è stato colto appieno dall’azienda di proprietà di Philippe Camperio (cittadinanza svizzera, cuore italiano) che si è rimessa in carreggiata e punta ai livelli del 2019. La produzione è ritornata a pieno ritmo, nessuno dei dipendenti di Spinetta è stato lasciato a casa. «Prevediamo che a fine anno il fatturato arrivi agli stessi numeri di due anni fa o magari anche qualcosa in più, visto che c’è da sfruttare il periodo natalizio: è vero che i nostri rivenditori sparsi per il mondo hanno già concluso gli acquisti, ma restano i punti vendita retail, cioè direttamente al consumatore», dice il director managing Mauro Baglietto.

«I primi mesi di quest’anno sono stati ancora problematici, poi la situazione si è sbloccata – aggiunge –, dal canto nostro abbiamo cercato di puntare su format e mercati alternativi a quelli tradizionali». Inutile nasconderlo: sono mancati i turisti che rappresentavano un bacino d’utenza privilegiato per l’azienda. «Anche se poi in primavera-estate c’è stato un buon ritorno degli europei in particolare, un po’ meno degli americani, quasi per niente di quelli dell’estremo oriente. Ma gli italiani hanno sopperito bene: il cappello ormai è diventato un oggetto d’abbigliamento trendy pure per giovani e giovanissimi».

Borsalino ha puntato sul brand di prestigio declinato però in punti di vendita alla mano. I suoi pop-up store (negozi che saltano fuori all’improvviso e allo stesso modo smettono di esistere) sono comparsi a Saint Tropez come a Montecarlo, mentre s’inaugurava una boutique a Mykonos e a Salonicco veniva sperimentato l’Ape Piaggio Borsalino, negozio su tre ruote.

L’ultima novità è l’inaugurazione di una nuova boutique monomarca nell’aeroporto di Milano-Linate, oggetto di un recente restyling. «Oltre a consolidare la nostra presenza a Milano, segna l’ingresso nel canale travel retail, cioè i negozi per una clientela che viaggia e ne siamo molto orgogliosi. Il viaggio è nel dna della Borsalino fin dalla fondazione: dal 1857 racconta al mondo l’eccellenza del Made in Italy», conclude. 

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