RHEMES-NOTRE-DAME. La famiglia, l’amore e il desiderio di trovare nuove soluzioni per la propria comunità li hanno fatti investire nell’ampliamento del negozio di famiglia, aperto nel paese della famiglia, Rhêmes-Notre-Dame, 81 anime in una delle vallate del Gran Paradiso. Fabio Moretto e Arianna Siclari, marito e moglie entrambi di 25 anni, hanno appena rinnovato il negozio di alimentari e souvenir, «L’Hibou», aperto 83 anni fa dal bisnonno e poi tenuto per cinquant’anni dai nonni Pacifico Bérard e Maria Rapelli.

«Dall’età di 16 anni ho iniziato a lavorare in negozio con loro in estate e poi, dai 18, tutto l’anno. Mia moglie ha studiato nella scuola alberghiera e lavorava nell’hotel di fianco al negozio. Così ci siamo conosciuti» racconta il giovane. Quando i nonni decidono di andare in pensione, nel 2015, hanno chiesto al nipote se voleva prendere lui in gestione l’attività: «Sia Rhêmes sia il negozio mi sono sempre stati a cuore e così ho accettato. Arianna si è licenziata dal lavoro di cameriera e ci siamo lanciati nell’impresa». All’inizio la coppia si è arrangiata «per impostare ciò che c’era in modo che fosse funzionale, e poi questa primavera abbiamo ristrutturato completamente e allargato il negozio. All’inizio i genitori e i nonni erano abbastanza preoccupati di come l’avremmo gestito, ma ora che vedono che tutto funziona, e che i clienti ci apprezzano, sono molto contenti».

La sfida della giovane coppia non è cosa da poco: «Il lavoro è più che altro stagionale, in inverno e d’estate, perché lavoriamo quasi esclusivamente con i turisti. Purtroppo di residenti non ce n’è più e i pochi che ci sono hanno hotel o ristoranti - dice Moretto -. Non ci possiamo lamentare, il riscontro è positivo. Non diventeremo ricchi, ma ci siamo impegnati molto per avere bene o male di tutto in negozio. Abbiamo puntato sui prodotti a chilometri zero anche perché la rete di distribuzione fa fatica a arrivare quassù, e credo sia soprattutto questo che è stato apprezzato dai nostri clienti».

Approvvigionarsi richiede determinazione. «In questo periodo – racconta il commerciante – devo scendere ogni giorno fino a Villeneuve per rifornirmi di quotidiani e periodici perché purtroppo il fornitore non riesce a consegnarceli più vicino. Però da questo limite mi è venuta l’idea di sfruttare il viaggio per trovare prodotti particolari e freschissimi. Vado all’agriturismo Les Ecureuils a Saint-Pierre a prendere formaggi e yogurt di capra, poi scendo da Sandro Cognein per frutta e verdura e infine da poco siamo riusciti ad avere anche la carne grazie alla Valdigne Carni. In questo modo proponiamo ai clienti prodotti che prima erano impensabili qui».

L’apertura del negozio rinnovato nel piccolo paesino di montagna ha attratto l’attenzione di Confcommercio Valle d’Aosta. «È un errore considerare ineluttabile lo spopolamento della montagna perché le opportunità offerte dalle aree urbanizzate appaiono decisamente migliori» dice il presidente Graziano Dominidiato. Ai due giovani l’associazione di categoria ha offerto servizi gratuiti per due anni. «Sosteniamo gli imprenditori che fanno scelte di questo tipo perché sono una barriera contro lo spopolamento. Abbandonare la montagna significa indebolire le attività economiche, quali agricoltura, allevamento e turismo, che in questi contesti trovano la vocazione più naturale possibile. Al tempo stesso espone il territorio a rischi ambientali».

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