Nei giorni della Shoah e del ricordo su sua madre, Lidia Rolfi (testimone dal campo di concentramento di Ravensbruck, sulle cui donne ha scritto un famoso libro-memoriale), l’amara sorpresa: un gesto di vandalismo in pieno centro a Mondovì. Nella notte ignoti hanno imbrattato la porta del figlio di Lidia, Aldo Rolfi, che vive nel rione Breo. Eloquente la violenza della simbologia: la stella di David e una parola, Juden Hier.

Cuneo, scritta antisemita sulla porta di casa: "L'autore non conosce la storia: mia madre deportata per motivi politici"

Lidia nei suoi scritti era andata a fondo, con coraggio, del tema senza risposta del dolore. Di chi si era salvato e chi no. Lei, staffetta partigiana, poi prigioniera politica, infine spedita a Ravensbrück per non farvi più ritorno, aveva visto di tutto. Eppure continuava a scrivere: “Voglio vivere per tornare, per ricordare, per mangiare, per vestirmi, per darmi il rossetto e per gridare a tutti che sulla terra esiste l’inferno”. E che cosa avrebbe detto quella Lidia del mondo di oggi? Aldo: “Mia madre lo ha previsto con profetica intelligenza. Aveva capito che tante cose sarebbero, purtroppo, tornate”

Intanto l’associazione MondoQui organizza per stasera, dalle 21 alle 22,30, un presidio antifascista dalla casa di Lidia Rolfi.

LA REAZIONE DEL SINDACO: “FERMA CONDANNA”

Le reazioni piene di sdegno non si sono fatte attendere. Il sindaco di Mondovì, Paolo Adriano, le ha affidate a una nota ufficiale: «Un atto gravissimo che, da sindaco e da uomo, condanno fermamente. Un fatto vergognoso che offende ed indigna Mondovì, Città Medaglia di Bronzo al Valor Militare nella Guerra di Liberazione, e tutti i monregalesi. Ci stiamo organizzando per rispondere con un’apertura straordinaria della Sinagoga di Mondovì: invito, quindi, tutti a partecipare per esprimere non solo vicinanza e solidarietà alla Comunità Ebraica, ma per affermare con forza la nostra appartenenza ad una società civile e democratica e condannare pericolosi rigurgiti di antisemitismo. In attesa che vengano concluse le indagini per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili del gesto, esprimo – a nome mio, dell’Amministrazione tutta e della cittadinanza – solidarietà alla Comunità Ebraica, al nostro concittadino Aldo Rolfi e a tutta la famiglia, da sempre impegnata – in memoria della mamma Lidia Rolfi, a cui è intitolata la scuola primaria di Piazza – nella testimonianza e nella tutela dei valori fondanti della nostra Costituzione. Ricordo, infine, che tra pochi giorni e con ancor più viva partecipazione Mondovì poserà due nuove pietre alla memoria di due concittadini deportati nei campi di concentramento».

LA PROVINCIA: “ATTO IGNOBILE E VERGOGNOSO”

Un atto ignobile e vergognoso. Un gesto figlio di toni e comportamenti che purtroppo la politica sta assumendo in questo periodo e che fa sentire qualcuno legittimato a commettere queste vigliaccate. Permettetemi il termine poco istituzionale, una vera porcata”. Sono le parole di Federico Borgna, sindaco di Cuneo e presidente del Comitato a difesa della Costituzione nata dalla Resistenza. Cuneo è Città Medaglia d’Oro per la Resistenza. A Lidia è dedicata la scuola primaria di viale Angeli. Aggiunge: “Esprimo a nome mio e dell’Amministrazione comunale, la nostra vicinanza e solidarietà ad Aldo Rolfi, alla sua famiglia e alla comunità ebraica. Atti spregevoli come questo non fanno parte di una società civile e democratica, sono rigurgiti pericolosi verso i quali non dobbiamo rimanere indifferenti. A pochi giorni dalle celebrazioni per la Giornata della Memoria, faccio mio un appello della Senatrice Liliana Segre: ‘Indifferenza è quando nessuno ti parla, nessuno ti vede, nessuno ti pensa, nessuno ti aiuta, tutti voltano la testa dall’altra parte. E invece appunto bisogna conoscere, denunciare, reagire’”.

IL GOVERNATORE DELLA REGIONE: “RESPONSABILI DA PUNIRE CON IL MASSIMO RIGORE”

Dura presa di posizione del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: “A nome della terra che rappresento e che ha pagato con tante vite il rispetto e la difesa della libertà, mi indigno per un gesto ignobile che il Piemonte condanna con la sua storia e con i suoi sacrifici. Spero che i responsabili vengano individuati al più presto e puniti con il massimo rigore”.

LA MINISTRA: “INACCETTABILE E VERGOGNOSO”

Fabiana Dadone, monregalese, ministro: “Quello di Mondovì è un atto gravissimo, inaccettabile, vergognoso. Un gesto che mi fa particolarmente male, visto che parliamo della mia città. Dobbiamo sempre tenere alta l'attenzione contro comportamenti che non possono assolutamente essere minimizzati né considerati una semplice bravata.  Ne va dei fondamenti del nostro vivere civile, dell'essenza della democrazia che ci ha regalato decenni di pace e benessere”.

LO STORICO E AMICO DI LIDIA ROLFI

Lo storico e docente universitario Bruno Maida ha commentato: “Ho attraversato questa porta molte volte. Ci abitava la mia amica Lidia Beccaria Rolfi. Oggi ci abita Aldo, suo figlio. La scritta è apparsa oggi, dopo che Aldo è intervenuto su un giornale locale per ricordare sua madre. Al di là della patente ignoranza - Lidia fu deportata a Ravensbruck come politica - è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo”.

LA POLITICA: “ATTO SENZA PRECEDENTI”

La parlamentare borgarina del Pd, Chiara Gribaudo, particolarmente attenta alle tematiche della memoria: “La scritta comparsa a Mondovì sulla porta di casa di Aldo Rolfi, impegnato da sempre per trasmettere la testimonianza della madre staffetta partigiana Lidia Rolfi, è un atto senza precedenti in questa terra in cui tanto sangue è stato versato dai partigiani e dove in tanti hanno combattuto e rischiato la propria vita per proteggere gli ebrei dalla deportazione. Il clima d'odio in cui viviamo sta distruggendo la memoria e vuole riportare l'Italia alle leggi razziali del 38. Solidarietà alla famiglia Rolfi, la Granda è antifascista e non li lascerà soli. Serve una grande risposta democratica e civica a questa infamia”.

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