Una nuova divisa per oltre 7 mila dipendenti di Alitalia. La compagnia in amministrazione straordinaria, in attesa di capire chi sarà il futuro acquirente, cambia di nuovo la sua immagine dopo 18 mesi. Sarà la stilista Alberta Ferretti a creare «una collezione che coniughi eleganza e praticità per garantire a tutto il personale, di volo e di terra, comfort e benessere in ogni occasione lavorativa e in tutte le stagioni», spiega l’azienda.

Dettagli di stile? Per i commissari Luigi Gubitosi, Stefano Paleari e Enrico Laghi l’obiettivo in realtà è quello di creare un nuovo clima di serenità all’interno dell’azienda, dopo le tensioni dei mesi scorsi e le tante critiche arrivate dal personale di volo e di terra per le scelte del precedente management, tra cui appunto le uniformi particolarmente scomode e calde. Già prima dell’estate la terna aveva scelto di dire addio alle calze verde bottiglia e a quelle rosse scelte da Etihad, introducendo calze color carne. Ora invece la volontà di cambiare del tutto l’immagine.

La stilista Ferretti sarà pagata con uno scambio merci, mentre per la produzione delle divise viene usato un budget nella disponibilità dei commissari, che ogni due anni è destinato alla sostituzione delle divise logore. Questa volta però è stato impiegato per produrne di diverse. Probabilmente entro l’estate saranno indossate dai dipendenti di Alitalia, quando forse si saprà già chi sarà il futuro proprietario della compagnia. Finora in corsa ci sono Lufthansa, Easyjet e il fondo di investimento Cerberus.

«A causa del naturale logoramento dei capi, passato un certo periodo di tempo - spiega la nota di Alitalia - è necessario procedere al riassortimento delle divise. In vista della prossima fornitura di magazzino si è deciso di sostituire l’attuale modello con un nuovo disegno firmato da una stilista italiana di fama mondiale. La scelta di cambiare le divise è stata presa anche per venire incontro alle numerose richieste provenienti dal personale operativo, con il proposito di migliorare il benessere e la qualità del lavoro di chi le indossa tutti i giorni».

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