Ciclismo: Cassani ai cicloamatori: “La bici mettiamola da parte, stiamo a casa”

Davide Cassani, 59enne ct del ciclismo azzurro, è anche un ottimo cicloamatore

Il ct azzurro consiglia agli appassionati di interrompere le uscite per evitare incidenti e non abbassare le difese immunitarie

La materia è controversa, i pareri spesso si contraddicono: dopo le ultime disposizioni del Governo, per arginare la diffusione del coronavirus, è possibile o no andarsi a fare una pedalata in bici, pur restando nel proprio comune di residenza o di domicilio?

Secondo l’articolo 1a del decreto governativo, bisogna «evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all'interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. E' consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza». Dunque sembrerebbero vietate tutte le attività non urgenti o strettamente necessarie.

Tuttavia al punto 1d, modificato ieri sera e vigente da oggi, si legge che «lo sport e le attività motorie svolti all'aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro». Esultano quindi i cicloamatori ma anche i podisti, a patto però che sappiano mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro qualora decidano di uscire non da soli. 

C’è però un’altra considerazione da fare, se sia cioè opportuno in una situazione di grave emergenza sanitaria svolgere un’attività fisica anche impegnativa come può essere una lunga pedalata, magari anche in salita, o una seduta di footing. In tal senso può essere d’aiuto quanto consiglia Davide Cassani, 59enne ct del ciclismo azzurro, ex ottimo professionista della bicicletta e tuttora buon cicloamatore e anche ottimo podista, tanto da aver disputato numerose maratone e anche alcune 100 km di corsa.

«Sto parlando a quelli come me – fa sapere Cassani sui social -.  A tutti gli amatori, ai cicloturisti: non facciamo cavolate. Gli ospedali cominciano ad avere carenza di ventilatori disponibili. Quindi attenzione. Non bisogna avere nessuna patologia respiratoria, non si devono stressare i polmoni, il virus in questione entra e ti distrugge anche gli alveoli più profondi. Alla “nostra” età punterei a qualche km in meno e a qualche anno in più di vita. Lo so, è un sacrificio, ma lo dobbiamo a noi e a tutte le persone ci sono vicine. E tempo per andare in bici ne avremo tanto, ma ora stiamo a casa. #iorestoacasa». 

Dunque l’insegnamento del ct azzurro di ciclismo, che ci sentiamo di condividere, è semplice e saggio: in teoria si può andare in bicicletta anche per fare allenamento, a patto che si mantenga la distanza di almeno un metro tra le persone; ma farlo rappresenterebbe anche un rischio di infortunarsi – e dunque gravare ulteriormente sui presidi sanitari già allo stremo – e un indebolimento delle proprie difese immunitarie, che ci renderebbe più esposti anche al coronavirus. Forse allora vale la pena di pensarci su e rinviare a tempi migliori le nostre pedalate.