Oggi Unicredit ha reso noto ai mercati il nuovo organigramma del gruppo, incentrato sulla semplificazione e sulla conseguente riduzione dei costi strutturali. Il titolo scambia in debolezza, cede lo 0,6% a 9,85 euro per azione con il Ftse Mib sopra la parità.
Nel frattempo, il gruppo italiano, guidato dal nuovo ad Andrea Orcel, sta chiudendo l'attività all'International Financial Services Center (Ifsc) di Dublino dopo oltre 25 anni presenza e trasferendo le operazioni per 12,9 miliardi di euro a Milano, scrive l'Irish Times.
Unicredit Bank Ireland, costituita nel 1995, originariamente con il nome di Credit Italian Bank (Ireland), opera principalmente come gestore delle operazioni di tesoreria e liquidità per conto del gruppo italiano. La controllata è presieduta da Aidan Williams, un ex investment banker.
" Unicredit ha preso la decisione di trasferire le attività effettuate dalla controllata irlandese a Unicredit Spa mediante una fusione transfrontaliera per incorporazione", ha confermato oggi la banca a milanofinanza.it. "Questa decisione fa parte di una strategia pluriennale globale per centralizzare le funzioni di trading e semplificare le operazioni". Il gruppo ha poi aggiunto che "in qualità di banca paneuropea con filiali in Europa occidentale, centrale e orientale, continueremo a fornire le migliori soluzioni e servizi alla nostra vasta e crescente rete di clienti".
La società irlandese ha registrato un utile netto di 42 milioni di euro lo scorso anno, il 72% in più rispetto alle previsioni interne e rispetto ai 32 milioni di euro nel 2019, scrive l'Irish Times, che è andato a guardare i conti annuali. Il principale motore degli utili è stata la vendita di alcune obbligazioni di Stato la scorsa estate, approfittando dei prezzi elevati delle emissioni grazie agli acquisti della Banca centrale europea.
Nel 2020 il coefficiente di capitale primario, il Cet 1 Ratio, era all'81,3% (probabilmente perché la società irlandese non è molto esposta ai prestiti), ben oltre la media europea attorno al 15%. UniCredit Bank Ireland ha pagato a maggio un dividendo di 32,2 milioni di euro alla capogruppo, spiegando che la raccomandazione della Bce alle banche europee di restare caute sul fronte di cedole e buyback almeno fino a settembre 2021 non si applicava a questo caso, trattandosi di un trasferimento interno il denaro.
Il quotidiano irlandese spiega che nella trimestrale, appena pubblicata dal gruppo italiano, non si fa riferimento al piano di scioglimento dell'attività irlandese, che impiega 28 dipendenti. Un portavoce della Banca centrale europea ha spiegato che la fusione di Unicredit Bank Ireland con la capogruppo è "soggetta all'approvazione normativa da parte della Banca Centrale Europea e non sarà efficace fino a quando non sarà concessa".
Il caso di Unicredit che lascia l'Irlanda non pare essere isolato, anzi. Nel corso degli ultimi dieci anni, sono diverse le banche estere del centro finanziario di Dublino che hanno restituito la licenza mentre le holding cercano di "liberare il capitale intrappolato nelle diverse filiali estere e snellire l'organizzazione del gruppo", scrive l'Irish Times. Lo hanno fatto Goldman Sachs e una serie di istituti di credito tedeschi, tra cui DZ Bank, Helaba e Commerzbank. Con la crisi del Covid si sono ritirati dal Paese anche Danske Bank, Bank of Scotland e Rabobank. Negli ultimi mesi anche Ulster Bank e KBC Bank Ireland hanno segnalato che intendono uscire dal Paese.
Unicredit e le banche tedesche fanno parte di un gruppo di istituti di credito europei che hanno creato filiali bancarie in Irlanda negli anni Novanta grazie ai forti incentivi fiscali offerti da Dublino alle istituzioni finanziarie estere. (riproduzione riservata)