Reddito di cittadinanza, una famiglia va in vacanza e deve restituire 22.600 euro

Luna Luciano

28 Aprile 2024 - 12:15

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Una famiglia vola alla Mecca e deve restituire l’assegno di cittadinanza che ha ricevuto in Germania. Ecco cosa è accaduto e perché.

Reddito di cittadinanza, una famiglia va in vacanza e deve restituire 22.600 euro

Si deve restituire l’assegno del “reddito di cittadinanza” se si ricevono regali cospicui da amici e parenti. È questa la legge in Germania che obbliga una coppia a restituire una cospicua somma allo Stato.

Eppure, la coppia si è opposta insistendo che i soldi ricevuti da un vicino servivano per finanziare un pellegrinaggio alla Mecca, facendo ricorso.

Ma esattamente cosa è accaduto, qual è la somma che la coppia ha ricevuto per la “vacanza” e qual è stata la sentenza finale del tribunale statale di Berlino-Brandeburgo.

Ecco cosa stabilisce la legge in Germania per chi riceve l’assegno di cittadinanza, il corrispettivo tedesco del nostro “reddito di cittadinanza”, e prova a fare il “furbetto”.

Reddito di cittadinanza, quanto dovrà restituire la famiglia andata alla Mecca

I furbetti esistono anche in Germania, come la coppia indagata per frode a Berlino, in quanto recepiva l’assegno di cittadinanza, nonostante avesse recepito altri soldi, “regali” da amici e parenti, che loro avrebbero impiegato per andare alla Mecca.

Eppure, secondo il Tribunale sociale statale di Berlino-Brandeburgo, ora la coppia dovrà restituire al centro per l’impiego circa 22.600 euro , come annunciato giovedì scorso da un portavoce del tribunale.

L’importo è la somma dei benefici che la coppia e il loro bambino avrebbero ricevuto e usufruito da giugno 2018 a dicembre 2019, nonostante avessero ricevuto regali “cospicui” da un vicino. Una somma tale per cui il reddito di cittadinanza sarebbe stato superfluo.

Reddito di cittadinanza, la famiglia dovrà restituire 22.600 euro: ecco perché

Accusata di frode, la famiglia berlinese ha prova a difendersi ma senza successo, giustificando la somma ricevuta come una donazione per poter fare un pellegrinaggio alla Mecca.

Ma la storia non ha retto in tribunale. Secondo la legge tedesca, infatti, chi è sostenuto dal centro per l’impiego può accettare regali in contanti solo in misura limitata, ma dal punto di vista della famiglia, questo non era il caso della somma ricevuta per il pellegrinaggio, che non doveva essere rendicontato come reddito nell’assegno di cittadinanza.

Secondo il tribunale, inizialmente il centro per l’impiego non aveva idea della donazione in denaro. Tuttavia, il pagamento è stato scoperto nell’ambito di un’indagine per frode contro la coppia. E dato che l’importo era ben superiore a quello possibile della donazione, pari a 16.500 euro, il centro per l’impiego ha richiesto la restituzione della prestazione poiché in quel momento la famiglia non aveva bisogno di aiuto.

La coppia infatti ha ricevuto in regalo ben 62.250 euro da un vicino, che si sarebbe sdebitato per aver ricevuto da loro assistenza medica e cure. Ma, né il Tribunale sociale di Berlino né la corte d’appello hanno accettato le argomentazioni della famiglia. I giudici hanno tra l’altro criticato il fatto che non esistevano prove degli alti costi del pellegrinaggio e che i ricorrenti volevano che tutti i pagamenti fossero pagati in contanti.

D’altronde pagare più di 5.000 euro un volo per la Mecca è stata la prova del fatto che se il pellegrinaggio è un diritto, il lusso non lo è soprattutto se si riceve al contempo il reddito di cittadinanza che potrebbe essere destinato a famiglie realmnte in difficoltà.

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