Usa contro Cina, svelati i nuovi dazi di Biden sulle merci cinesi. L’elenco

Violetta Silvestri

14 Maggio 2024 - 15:29

Gli Usa hanno aggiornato la lista di tariffe contro i beni cinesi: tutti i prodotti colpiti, con il focus su 18 miliardi di dollari di importazioni in settori strategici a livello globale.

Usa contro Cina, svelati i nuovi dazi di Biden sulle merci cinesi. L’elenco

La guerra commerciale si fa dura con l’annuncio dei nuovi dazi di Biden su una lista di beni cinesi strategici. Anticipate da indiscrezioni, ora le tariffe riguardanti settori cruciali per lo sviluppo economico Usa e del dragone stanno per essere ufficialmente elencate dall’inquilino della Casa Bianca.

Gli uffici preposti al commercio di Washington hanno confermato la linea dura contro Pechino e reso noto l’elenco delle importazioni sanzionate, per un valore di 18 miliardi di dollari. Lo scopo è di paralizzare lo sviluppo di tecnologie critiche da parte di Pechino e dare invece priorità alla produzione statunitense, colpita dalla concorrenza sleale del dragone secondo il Governo Usa.

Le mosse rappresentano l’aggiornamento più completo di Biden alle tariffe cinesi imposte per la prima volta dal suo predecessore, l’ex presidente Donald Trump, e il riconoscimento che un approccio aggressivo al commercio con Pechino rimane popolare e trasversale. Nessuna delle tariffe di Trump sarà ridotta.

Biden aumenterà i dazi sui beni che gli Stati Uniti hanno faticato a importare durante la pandemia di coronavirus e per i settori chiave – come i chip e l’energia verde – che ha cercato di rafforzare da quando è entrato in carica.

Nuovi dazi Usa su importazioni cinesi: l’elenco completo

Le modifiche tariffarie appena decise dalla Casa Bianca entreranno in vigore scaglionate dal 2024 al 2026 e sono più mirate rispetto alla tariffa fissa e generale del 60% proposta da Trump. Il salto più grande riguarda i veicoli elettrici, con l’aliquota tariffaria quadruplicata, mentre altre importazioni vedono i prelievi raddoppiati o imposti per la prima volta.

Nel dettaglio, saranno presi di mira questi prodotti:

  • Veicoli elettrici: le tariffe aumenteranno dal 25% al ​​100% nel 2024 (oltre a una tariffa separata del 2,5%), poiché estesi sussidi e pratiche non di mercato hanno portato a sostanziali rischi di sovraccapacità;
  • Batterie, componenti e parti di batterie: le tariffe sulle batterie per veicoli elettrici agli ioni di litio aumenteranno dal 7,5% al ​​25% nel 2024, mentre il dazio sulle batterie agli ioni di litio non per veicoli elettrici salirà dal 7,5% al ​​25% nel 2026. Le tariffe sulle parti della batteria aumenteranno dal 7,5% al ​​25% nel 2024;
  • Semiconduttori: le tariffe aumenteranno dal 25% al ​​50% entro il 2025 con questa specificazione: “Le politiche cinesi nel settore dei semiconduttori hanno portato a una crescita della quota di mercato e a una rapida espansione della capacità che rischia di escludere gli investimenti da parte delle aziende orientate al mercato”;
  • Alcuni prodotti di acciaio e alluminio: su alcuni di questi prodotti le tariffe sono più che triplicate dall’attuale intervallo compreso tra zero, 7,5% e 25% nel 2024;
  • Minerali critici: le tariffe per alcuni minerali critici aumenteranno dallo 0 al 25% nel 2024;
  • Grafite naturale e magneti permanenti per le batterie dei veicoli elettrici: le tariffe aumenteranno dallo 0% al 25% nel 2026;
  • Celle solari: le tariffe sulle celle – assemblate o meno in moduli – raddoppieranno fino al 50% nel 2024 per “proteggere contro l’eccesso di capacità guidato dalla politica cinese che deprime i prezzi e inibisce lo sviluppo della capacità solare al di fuori della Cina”

Per la prima volta verranno imposte tariffe sulle importazioni cinesi di aghi e siringhe mediche, nonché di enormi gru da nave a terra, ha affermato la Casa Bianca in una nota informativa. Anche i guanti medici in gomma cinesi, alcuni respiratori e mascherine saranno colpiti da tariffe più elevate.

Usa-Cina: la guerra commerciale si aggrava

I funzionari della Casa Bianca hanno espresso preoccupazione nelle ultime settimane sui sussidi interni della Cina per la produzione di energia pulita.

Ritengono che la politica di Pechino stia aiutando le aziende a produrre in eccesso beni per l’industria green a basso costo, come pannelli solari e veicoli elettrici, che superano la domanda interna.

Se le aziende non riescono a vendere quel surplus a livello nazionale, hanno avvertito i funzionari statunitensi, potrebbero finire per scaricarlo sui mercati globali, rendendo difficile il completamento delle nascenti industrie di energia pulita in altri Paesi.

Biden, secondo diversi analisti, deve però trovare un delicato equilibrio. Ulteriori tariffe rischiano infatti di aumentare i prezzi per i consumatori già colpiti dall’inflazione e di suscitare l’ira della Cina, che potrebbe scegliere di reagire con la stessa moneta.

Goldman Sachs, ad esempio, aveva stimato in precedenza che ogni punto percentuale di aumento dell’aliquota tariffaria effettiva avrebbe fatto diminuire il prodotto interno lordo dello 0,03%, avrebbe aumentato i prezzi al consumo dello 0,1% e avrebbe “riscaldato” l’inflazione per un anno.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha intanto detto martedì ai giornalisti che la Cina si oppone “all’imposizione unilaterale di tariffe che violano le regole (dell’Organizzazione mondiale del commercio) e adotterà tutte le azioni necessarie per proteggere i suoi diritti legittimi”.

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