L’aumento dei prezzi per i prodotti dell’agricoltura

Categorie: Economia, Fact checking

Il Kazakistan ha vietato le esportazioni di farina di frumento, oltre che di carote, zucchero e patate. Analogamente ha fatto la Serbia. Anche il riso, l’altro più importante alimento base al mondo, sta subendo restrizioni nelle esportazioni di Cina, Vietnam e India. Così come i legumi.

La scarsità fa aumentare i prezzi. E la regola dell’economia è più vera durante l’emergenza Coronavirus. Anche perché nel frattempo molte nazioni hanno bloccato le esportazioni per garantire le riserve alimentari ai propri cittadini nel caso l’emergenza durasse ancora a lungo. Altri Paesi stanno riorganizzando le produzioni, perfino con originali soluzioni come Singapore che ha realizzato a tempo di record orti urbani sui terrazzi dei grattacieli e nei parcheggi ormai privi di auto in sosta.



L’aumento dei prezzi per i prodotti dell’agricoltura

Ma è l’agricoltura che preoccupa per l’aumento dei prezzi. Spiega oggi Il Messaggero che secondo l’Ispi, l’istituto di studi di politica internazionale, «è in corso una vera e propria concorrenza tra Paesi per garantire l’accesso sicuro a prezzi contenuti per i prodotti alimentari. Se da una parte i paesi importatori stanno cercando di garantirsi forniture interne, aumentando le proprie riserve strategiche, dall’altra vi sono i Paesi esportatori che stanno invece procedendo a diverse restrizioni».

La tempesta sulle commodities agricole è una minaccia reale per l’Italia, avendo una produzione fortemente dipendente dall’importazione estera di materie prime proprio per i prodotti tipici del made in Italy: per la pasta si importa il 30% del grano duro necessario e il 60% del tenero (anche per altre produzioni); l’olio italiano al 60% è fatto da olive importate; di caffè non produciamo un solo chicco ma, dopo aver lavorato la materia prima, esportiamo miscele per quasi 2 miliardi di euro. La conferma arriva dai dati sulla bilancia commerciale agro-alimentare comunicati la settimana scorsa da Ismea. Nel 2019 abbiamo importato merci per 45,4 miliardi di euro ed esportato per 44,6.



Riapertura: quali sono le attività a rischio (La Repubblica, 10 aprile 2020)

E ancora: il Kazakistan ha vietato le esportazioni di farina di frumento, oltre che di carote, zucchero e patate. Analogamente ha fatto la Serbia. Anche il riso, l’altro più importante alimento base al mondo, sta subendo restrizioni nelle esportazioni di Cina, Vietnam e India. Così come i legumi.

Citocca da vicino la decisione dell’Egitto che per garantire i propri cittadini ha bloccato spedizioni già decise. L’Italia, lo scorso anno, aveva importato dal Cairo l’equivalente di circa 6 milioni di euro in fagioli e fave. Proprio l’impatto negativo della pandemia sull’agricoltura, ha spinto venerdì la Fao – su proposta italiana – a istituire una vera e propria Food Coalition per l’emergenza. L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura prevede che a partire da queste settimane ci saranno interruzioni nelle catene di approvvigionamento alimentare. In Italia il rischio maggiore è provocato dalla mancanza di lavoratori stagionali proprio nel momento della raccolta e dei lavori primaverili.



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