Alitalia quasi a secco La Ue contraria a nuovi aiuti di Stato

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La vecchia Alitalia è a un passo dal capolinea e la nuova Alitalia non è ancora nata. Intanto le casse dell’ex compagnia di bandiera si dissanguano nella crisi del Covid, ma la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager (nella foto) lancia un altolà: le compagnie aeree non possono essere sovracompensate con la scusa della pandemia. La valutazione sui due grandi prestiti ponte concessi dallo Stato ad Alitalia, per 1,3 miliardi complessivi, è quasi conclusa, ha detto Vestager. Prudenza, invece, sui nuovi finanziamenti. "Abbiamo una notifica per una compensazione relativa al Covid-19, ma non di 200 milioni di euro. E’ un po’ complicato adesso, perché bisogna valutare quali rotte sono effettivamente colpite da restrizioni governative a causa del Covid e su quali rotte si può volare. Sulla base di questa valutazione una compagnia può essere compensata dei danni subiti, ma non sovracompensata", spiega Vestager. La commissaria ha ribadito che è "molto importante" che l’erede di Alitalia sia davvero "una nuova compagnia". "Se non fosse effettivamente nuova e ci fosse una decisione negativa sugli aiuti pubblici, il rimborso di questi aiuti sarebbe a suo carico", ha precisato Vestager. I sindacati, da parte loro, non sono d’accordo sullo "spezzatino" della compagnia. "Non condividiamo le richieste di cessione a pezzi degli asset strategici. Personale dipendente, brand, logo, beni strumentali indispensabili alla produzione, slot, handling e maintenance costituiscono un patrimonio di valore in quanto unicum produttivo. In caso contrario saremmo di fronte ad un danno causato ad Ita, ai lavoratori ed al Paese", hanno dichiarato i segretari generali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.

Elena Comelli