Usa, la Fed alza i tassi. Ignorato l'appello di Trump

Federal Reserve: incremento di un quarto di punto. Il presidente aveva suggerito di non farlo. Riviste al ribasso le stime di Pil e inflazione 2019. Wall Street crolla

Donald Trump (Lapresse)

Donald Trump (Lapresse)

New York, 19 dicembre 2018  - Ignorando le richieste del presidente Donald Trump la Fed ha alzato i tassi di interesse di un quarto di punto. Il costo del denaro sale fra il 2,25% e il 2,50%.

TRUMP IGNORATO - Il Federal Open Market Committee, che è il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, non ha quindi ascoltato il pressing del numero uno della Casa Bianca, che 'suggeriva' di smetterla di alzare i tassi. "Spero che alla Fed leggano l'editoriale di oggi del Wall Street Journal prima di fare un nuovo errore", aveva scritto Trump in un tweet. E direttamente si rivolgeva alla Fed: "E poi, non lasciate che il mercato diventi ancora meno liquido di quello che è, sentite il mercato, non seguite solo numeri senza senso. Buona fortuna!". Trump nel suo tweet si riferiva a un articolo in cui si consigliava al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, un repubblicano scelto da The Donald, di "ignorare la politica, dentro e fuori della Fed, e seguire i segnali che suggeriscono una pausa prudente nel rialzo dei tassi".

Alla fine l'appello del tycoon è caduto nel vuoto: l'incremento è stato di 25 punti base al 2,25-2,5%. Una stretta che segue quella di settembre. La quarta del 2018 e la nona dal dicembre 2015. 

TAGLIO PREVISIONI PIL E INFLAZIONE - La Fed ha tagliato le previsioni su Pil e inflazione Usa per il 2018 e il 2019. Il Pil dovrebbe attestarsi al 3% quest'anno e al 2,3% l'anno prossimo contro, rispettivamente, il 3,1% e il 2,5% delle stime di settembre. Invece l'inflazione, dovrebbe attestarsi all'1,9% sia nel 2018 che nel 2019, contro il 2,1% e il 2% annunciato in precedenza. Nel 2019 la Fed ha intenzione di rallentare sui tassi. La banca centrale Usa prevede infatti due rialzi invece dei tre previsti a settembre. 

POWELL RIVENDICA AUTONOMIA - In conferenza stampa di presidente della Fed, Jerome Powell, ha spiegato: "La volatilità dei mercati è aumentata e le condizioni finanziarie sono più stringenti". Powell ha poi aggiunto che da settembre sono apparse correnti contrarie all'economia. Powell ha confermato che nel 2019 ci saranno due rialzi dei tassi invece dei tre previsti a settembre. Il presidente ha poi ribadito che la Fed "continuerà a prendere le sue decisioni in modo obiettivo", e che "il 2018 è stato l'anno migliore dalla crisi finanziaria". Poi Powell, in risposta all'uscita di Trump, ha sottolineato: "Niente ci impedirà di fare ciò che riteniamo giusto". Concludendo Powell ha rivendicato il fatto che la politica "non ha alcun ruolo" nel processo decisionale della Fed. 

WALL STREET A PICCO - Wall Street ha chiuso con forti perdite dopo l'intervento della Fed, che ha alzato i tassi e riviste al ribasso le stime di Pil e inflazione 2019. Gli indici sono crollati nel corso della conferenza stampa del presidente della Fed: Il Dow Jones cede l'1,49% a 23.323,66 punti (Il livello più basso da novembre 2017), il Nasdaq perde il 2,17% a 6.636,83 punti. Lo S&P 500 è ai minimi degli ultimi 15 mesi, e lascia sul terreno l'1,54% a 2.506,88 punti.