Economia

(ansa)

La Bce delude i mercati, Borse Ue a picco: Milano a -16,92%, peggiore chiusura di sempre. Vola lo spread. La Fed inietta 1.500 miliardi ma Wall Street perde il 10%: crollo record dal 1987

Il Vecchio continente vede svanire 825 miliardi di capitalizzazione, solo Piazza Affari 68. Iniezione di liquidità straordinaria dalla Banca centrale Usa. Seul ai minimi da quattro anni e mezzo, per Sydney (-7,4%) la peggior performance dalla crisi del 2008. Crolla il palladio, giù l'oro. La Consob ha disposto il divieto temporaneo di vendite allo scoperto

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MILANO - È il giorno più difficile di sempre per la storia di Piazza Affari. A Milano l'indice Ftse Mib termina a -16,92%, peggiore risultato giornaliero che si sia mai registrato per la piazza finanziaria italiana. A pesare è ancora l'emergenza coronavirus, diventata pandemia per l'Oms, che ha portato Trump a chiudere i voli dal Vecchio continente. A rasserenare i mercati non bastano le misure messe in campo dalla Bce, che a differenza di quanto fatto da Bank of England e Fed ha scelto di lasciare invariati i tassi, ampliando però gli acquisti del programma di Quantitative Easing, con un piano di acquisti netti aggiuntivi di 120 miliardi di euro entro la fine dell'anno. Misure che non invertono il corso della giornata dei listini.

Anzi, la Borsa di Milano peggiora nel pomeriggio insieme agli altri listini europei, che terminano tutti con pesantissimi ribassi. Londra arretra del 9,81%, Francoforte del 12,21% e Parigi dell'12,28%. Per l'indice StoxxEurope 600 la capitalizzazione in fumo è di 825 miliardi, 68 solo sul paniere principale milanese.

In grande sofferenza anche Wall Street, che recupera parzialmente solo dopo la chiusura degli scambi europei con la Fed che torna in campo. La Banca centrale Usa, che già ha tagliato i tassi nelle scorse settimane, ha annunciato operazioni sui pronto contro termine (Repo) per un valore di 1.500 miliardi di dollari tra oggi e domani. Una mossa a sorpresa "per affrontare le insolite perturbazioni dei mercati finanziari del Tesoro associate all'epidemia di coronavirus". Notizia che risolleva solo in parte il Dow Jones, che dopo una iniziale risalita torna pesante e termina con un tracollo del 10 per cento: si tratta della peggior seduta dal lunedì nero del 1987 e del maggior calo di sempre in termini di punti assoluti: oltre 2.300 persi. Il Nasdaq cede il 9,43% e lo S&P500 il 9,5 per cento.

L'indicazione sull'umore nero degli investitori era già arrivata dall'Asia, in mattinata. Le Borse cinesi hanno chiuso la seduta con pesanti perdite: l'indice Composite di Shanghai ha perso l'1,52%, a 2.923,49 punti, quello di Shenzhen il 2,20%, a quota 1.818,56. Non è andata meglio altrove, nell'area pacifica: Tokyo ha perso il 4,4%, Sydney il 7,4% (peggior performance dalla crisi del 2008), Seul il 3,9% (minimi da quattro anni e mezzo) nonostante i nuovi casi di Covid-19 siano ai minimi da due settimane. 

La Consob ha disposto il divieto temporaneo di vendite allo scoperto su 85 titoli azionari italiani. Un comunicato informa che l'organo di vigilanza della borsa, "con delibera n. 21301 del 12 marzo 2020, ha deciso di vietare temporaneamente le vendite allo scoperto su 85 titoli azionari italiani. Il divieto e' stato adottato in applicazione dell'articolo 23 del regolamento (UE) n. 236/2012 in materia di "Short Selling", tenuto conto della variazione di prezzo registrata dai titoli nella giornata del 12 marzo 2020 (superiore alle soglie previste dal citato regolamento)". Il provvedimento e' in vigore nella seduta borsistica di venerdi' 13 marzo 2020, sul mercato MTA di Borsa Italiana, per l'intera giornata di negoziazione. Il divieto riguarda "le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilita' dei titoli. Con cio' viene estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, gia' in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre 2012 in virtu' del regolamento (UE) n. 236/2012".



Vola lo spread tra Btp e Bund tedeschi, il differenziale schizza quasi fino a 270 base a valle degli annunci Bce, dopo che ieri era sceso sotto la soglia di 200 e poi si posiziona in chiusura a 262 con il rendimento del decennale italiano che vede il 2% all'indomani delle misure ulteriori adottate dal governo Conte. Da una parte, lo stanziamento da 25 miliardi per far fronte all'emergenza; dall'altra l'estensione delle restrizioni sul territorio nazionale con la chiusura di tutte le attività commerciali al di fuori di quelle essenziali. Anche in asta, il Tesoro registra una crescita dei rendimenti: assegnati tutti i 7 miliardi di euro di Btp a medio-lungo termine offerti in asta con tassi in deciso rialzo, con l'unica eccezione del rendimento del Btp a 20 anni. Il rendimento del Btp a 3 anni è volato allo 0,74% da -0,10% del collocamento precedente e quello del Btp a 10 anni a 1,29% dall'1%. Sul Btp a 7 anni il tasso sfiora il raddoppio a 0,92% da 0,48%, mentre sul Btp a 20 anni è calato a 1,97% dal 2,14%.
Sul fronte delle valite. L'euro scivola sotto la soglia degli 1,11 dollari a 1,1069 . Le valute rifugio come lo yen e il franco svizzero si rafforzano. Dal fronte macro arrivano indicazioni che iniziano a scontare l'emergenza sanitaria: in febbraio le vendite di auto in Cina sono precipitate del 79 per cento, mentre la fiducia delle imprese manifatturiere giapponesi si è portata ai minimi da nove anni.

Tra le materie prime, prosegue la corsa al ribasso dei prezzi del petrolio, che sprofondano nuovamente con il future aprile sul Wti che viaggia verso una perdita del 6% (-6,46% a 30,85 dollari al barile), mentre il Brent lascia sul terreno l'8,94% a 32,59 dollari al barile. Pesano ancora, oltre ai timori di recessione, le onde lunghe della guerra sulle quote di produzione scatenata dal mancato accordo tra Mosca e Riad per estendere i tagli. "Non si tratta ovviamente di una questione puramente economica, è scontato dire che la Russia guadagna di più vendendo 10 milioni di barili a 50 dollari l’uno piuttosto che 12 milioni di barili a 30 dollari. C’è di mezzo anche la politica: in questo momento 20 mila soldati americani svolgono il loro addestramento in Lituania, Estonia…, l’America sta imponendo forti sanzioni alla Russia: che questa sia una mossa di Putin per mettere in difficoltà Trump?", si domanda Angelo Meda di Banor Sim. "Tutto ciò comporta che in tempi brevi, all’incirca 12 mesi, Arabia Saudita e Russia immetteranno sul mercato tutti i barili di greggio che possono, evento che non si vedeva dal biennio 2015/2016".

A differenza di quanto visto in altre sedute, l'oro non si rafforza con il suo status di bene-rifugio e anzi cala nettamente sotto i 1.580 dollari l'oncia. A picco il palladio, protagonista di maxi rialzi nei mesi scorsi. Il metallo arriva a perdere il 17% a 1.850 dollari.