Economia

Ryanair, parla l'ad Eddie Wilson: "Pronti al ricorso Ue sul maxi prestito a Alitalia-Ita"

Secondo il manager della principale linea aerea europea: "Italia strategica: della compagnia di bandiera ci interessano gli slot. La pandemia? Non ci ha piegati, siamo ancor più competitivi: i vettori tradizionali sono incapaci di fare prezzi popolari e utili per far volare i giovani, piccole aziende e lavoratori migranti"
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Roma - Pronta a dare battaglia in Europa sui ristori e sui prestiti concessi alle compagnie tradizionali, Ryanair guarda con profondo interesse all’Italia. Il nostro Paese da solo rappresenta una bella fetta dei ricavi della low cost che, anche durante la pandemia, è rimasta saldamente in cima alla classifica delle compagnie aeree del Vecchio Continente lasciandosi alle spalle colossi come Iag (British-Iberia), Lufthansa o Air France-Klm, entrambe interessate a un’alleanza con il nostro vettore. L’amministratore delegato del vettore irlandese, Eddie Wilson - una carriera tutta interna alla società irlandese - svela in questa intervista a Repubblica, i piani del gruppo, lo sviluppo delle basi in Italia, il futuro dell’aviazione europea e i possibili ricorsi contro Alitalia e la newco Ita.

Mister Wilson, il nostro Paese è uno dei più importanti mercati per Ryanair. Ci state puntando molto.

"Certamente: l’Italia è il 32% per cento del totale del nostro business con il 28% di market share. Noi siamo la prima compagnia aerea nel vostro Paese oltre che al vertice in Europa. Negli ultimi mesi abbiamo aperto nuove basi, colleghiamo più città italiane di chiunque altro e proseguiremo come, e questo è solo l’ultimo esempio, con la base di Treviso dove abbiamo trovato grande emozione e consenso sia politico che da parte dei cittadini".

Pensate di crescere ancora?

"Sì. Crediamo di poter crescere ancora in Italia così come faremo nel resto d’Europa: oggi siamo al 60 per cento della capacità offerta nel 2019, ultimo anno pre-Covid e già dal prossimo contiamo di salire ulteriormente e a raggiungere, potenzialmente già dalla prossima estate, i livelli toccati due anni fa".

Come sarà il traffico aereo nel dopo-pandemia? E che fine faranno le compagnie “tradizionali” o full service?

"Guardiamo a cosa sta accadendo proprio in Italia: ci sono molti giovani, lavoratori migranti, viaggiatori business che lavorano per piccole aziende. Bene, in un contesto di questo tipo sono vincenti le compagnie come Ryanair che con 12,99 euro ti portano da un aeroporto all’altro in Italia o in Europa e quindi senza dover spendere una fortuna per viaggiare. Mentre le compagnie full service, oltre a ricevere ingenti aiuti dai rispettivi Stati, al contrario di Ryanair che non ha preso un solo euro di soldi pubblici, saranno costrette a praticare prezzi sempre superiori ai nostri proprio perché non sanno competere sui costi".

Lei parla di compagnie tradizionali e a questo punto come non tirare in ballo Alitalia? Cosa pensa della newco e del passaggio di consegne, irto di ostacoli, che porterà alla nascita di una nuova compagnia di bandiera italiana?

"Guardi, ho l’impressione che non ci sia nulla di veramente nuovo, che alla fine Ita sarà il prolungamento di Alitalia. Con i soliti problemi già visti per decenni: soldi drenati dalle risorse pubbliche per versarli in quelle di una compagnia che oggi, come in passato, perderà denaro: quando il mercato e l’economia andavano bene Alitalia perdeva. Quando si è vista la crisi e il Covid ha cambiato le nostre vite, Alitalia è andata anche peggio…".

Ma se l’Europa dovesse imporre dei paletti ben precisi? Ad esempio, il marchio Alitalia, oppure asset diversi come la manutenzione o l’handling, se messi all’asta, potrebbero interessarvi?

"Beh, le dico innanzitutto che non abbiamo bisogno di alcun marchio: Ryanair è il brand migliore, il più noto e redditizio che esista in questo settore.Il problema sugli slot di Linate e Fiumicino è che Alitalia non può prendere soldi pubblici pretendendo di essere una newco con gli stessi slot della vecchia Alitalia: devono essere rilasciati per garantire la competizione tra tutte le compagnie aeree".

E cosa potrebbe invece attirare la vostra attenzione?

"Sicuramente gli slot, le bande orarie di decollo e atterraggio, che Alitalia su invito della commissione Ue, dovrebbe lasciare a favore dei concorrenti. Quella parte ci interessa. Noi stiamo monitorando con estrema attenzione lo sviluppo della vicenda: il mercato è cambiato e siamo convinti che sui voli di breve e medio raggio Ita non avrà grandi possibilità di volare in maniera efficace e non solo perché esiste Ryanair ma anche perché altri vettori low cost riescono a fare meglio e con un minor dispendio di energie. Le uniche chance che vedo per Alitalia sono sul lungo raggio: i voli intercontinentali hanno una loro ragione di esistere sul mercato italiano se verranno operati da Alitalia. Ma sempre con un occhio molto attento ai costi".

(reuters)

A proposito di slot: siete interessati a Linate o anche ad altre bande orarie?

"Linate? Perché no, se ci fosse l’occasione non ci tireremmo indietro. Anche se abbiamo un ottimo rapporto con Bergamo Orio al Serio e Malpensa. Inoltre, Linate è uno scalo oneroso quindi valuteremo. In ogni caso seguiamo gli sviluppi del mercato soprattutto in questa fase di ripartenza".

Ci dica se siete pronti a dare battaglia su altre questioni che hanno a che vedere con Alitalia-Ita: ad esempio i 3 miliardi di euro stanziati per la nascita della nuova compagnia. Vi rivolgerete ai tribunali europei?

"Appena questi soldi saranno “iniettati” nella newco faremo i nostri passi. Aspettiamo e vediamo ma è chiaro che si tratta di aiuti illegali e noi difenderemo i nostri interessi facendo ricorso contro questo ennesimo prestito".

Un'ultima questione: il dirottamento di un vostro aereo sui cieli della Bielorussia. Cosa sta accadendo? Ha delle novità?

"Ryanair sta cooperando totalmente con le agenzie di sicurezza dell'Ue e della Nato. Ma non possiamo fornire ulteriori dettagli per ragioni di sicurezza".