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Petra, inondazione travolge il sito archeologico in Giordania

(ansa)
Un'ondata di maltempo eccezionale sconvolge le rovine che hanno più di duemila anni. Salvi per miracolo, grazie alla prontezza di guide e venditori, i 3700 turisti che stavano visitando la città
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Un boato, potente come un tuono. Poi l'onda è arrivata all'improvviso, devastante. La pioggia caduta nell'intera regione ha riconquistato gli alvei trasformati in strade e in tarda mattinata si è diretta verso l'area archeologica giordana di Petra, uno dei siti archeologici più famosi al mondo. In quel momento 3700 turisti stavano ammirando la città scavata nella roccia in epoca ellenistica, un dedalo di tombe e templi tra canyon e strette vallate. E solo la prontezza di guide e venditori di souvenir ha impedito che l'alluvione provocasse una strage. Urlando, hanno letteralmente spinto i visitatori fuori dal Siq, la lunga gola che conduce ai monumenti più celebri, e li hanno fatti arrampicare sui percorsi che dominano la tomba del Tesoro. Una corsa contro il tempo, prima che l'acqua travolgesse tutto, trasformando la parte bassa di Petra in un fiume tumultuoso. I flutti hanno invaso ogni percorso, con una violenza inarrestabile.

Giordania, inondazione su Petra: 3.500 turisti evacuati

"Non mi spiego come quella che sembrava una semplice pioggerellina abbia potuto provocare un disastro simile. - ha raccontato Fabrizio Martire al "Giornale di Brescia" - Vedevo che le guide locali continuavano a fissare le montagne e a parlottare fra loro, ma non capivo. Finché non abbiamo sentito un boato e dalle montagne sono spuntati due fiumi, che hanno iniziato a scorrere giù verso Petra". Lui era lì assieme alla fidanzata e ai genitori, con una comitiva di bresciani, ma sono stati fermati prima dell'ingresso alla zona archeologica. I soccorsi alle migliaia di turisti bloccati sulle cime di Petra invece sono stati complessi e molti hanno dovuto passare la notte sulle alture, riparandosi nei sepolcri monumentali.

Gran parte della Giordania infatti è stata tormentata dall'ondata improvvisa di maltempo. Una vera bomba d'acqua, che si è accanita soprattutto sulla regione di Petra e ha provocato almeno nove morti e ventidue feriti. Nei pressi di Madaba, un'altra delle mete turistiche più famose per i suoi mosaici, una famiglia giordana è morta in un'auto travolta dalla piena e anche l'Autostrada del Deserto, l'arteria più importante del Paese, è stata interrotta per gli allagamenti.

Per Petra quella delle inondazioni è la minaccia principale alla conservazione dei monumenti. I nabatei, il popolo di ricchi carovanieri che costruirono la città a partire dal secondo secolo avanti Cristo, avevano creato un sistema di dighe e canali per proteggere l'insediamento e conservare l'acqua: una rete ingegnosa che continua a venire studiata. Ma oggi l'incuria e gli insediamenti urbani hanno stravolto questa protezione. E da anni una missione di geologi e tecnici italiani lavora con finanziamenti dell'Unesco proprio per mettere in sicurezza il Siq, il lungo e stretto canyon che porta al cuore di Petra: è anche merito loro se l'alluvione non ha provocato vittime.