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Giustizia, Senato respinge le mozioni di sfiducia a Bonafede. Il ministro: "Sono soddisfatto"

Renziani: "Vogliamo contare di più". Pd: "Maggiore discontinuità". Salvini: "Italia ha bisogno di giustizia, non di premi ai boss". Delrio (Pd): "Iv non si faccia tentare". La difesa 5 Stelle: "Ha affrontato problemi irrisolti". E Grillo cita Trilussa
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ROMA - Il Senato respinge le due mozioni di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La prima, presentata dal centrodestra , è stata respinta con 160 contrari e 131 sì. Cinque senatori dei 297 presenti non hanno partecipato al voto. La seconda mozione, presentata da +Europa, è stata bocciata con 150 voti contrari, 124 favorevoli e 19 astenuti.

"Sono soddisfatto, ora al lavoro", commenta dopo le votazioni il ministro Bonafede. "Ho sempre rigettato l'idea di una giustizia divisa tra giustizialismo e garantismo - ha proseguito - La stella polare è la Costituzione. Importante che maggioranza abbia trovato sintesi".


Le reazioni

"Facciamo chiarezza subito: non è stato facile non sfiduciare Bonafede - dice il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone - Non abbiamo chiesto poltrone né altro, vogliamo essere ascoltati di più rispetto alle nostre proposte, come lo sblocco dei cantieri e sul Family Act".

Parla di una "nuova fase" il capogruppo dei senatori del Pd, Andrea Marcucci. "Tutta la maggioranza - dice - ha mandato al titolare del dicastero di via Arenula un messaggio pressante. Alfonso Bonafede non potrà andare avanti nello stesso modo ed è un messaggio, che sono certo, il ministro raccoglierà fin da subito''.

E il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Federico D'Inca, aggiunge su Facebook: "La bocciatura, a larga maggioranza, delle due mozioni di sfiducia dimostra la compattezza del Governo e la granitica coesione all'interno del MoVimento 5 Stelle".

Le mozioni di sfiducia a Bonafede? "Un tentativo di destabilizzazione non solo privo di alcun fondamento, ma ancor più grave perché orchestrato in una fase già particolarmente difficile", attacca il capo politico dei 5Stelle, Vito Crimi. E Su Twitter la senatrice grillina Paola Taverna scrive: "In sintesi: Bonafede è troppo giustizialista e troppo poco giustizialista. E anche quella di oggi viene archiviata nel cassetto delle ipocrisie, alla cartella 'Speculazioni politiche che nulla servono ai cittadini'".

Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, "le mozioni sono state respinte perché meramente strumentali e prive di fondamento politico. Ora auspico si mettano da parte le sterili polemiche che fanno solo male al Paese. Il Governo va avanti forte dei risultati raggiunti".
 

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Il discorso di Bonafede

Nel suo discorso in aula il ministro della Giustizia aveva chiesto "gioco di squadra" all'esecutivo sulla giustizia. E aveva aperto ai renziani sui temi della prescrizione. 

"Le misure concrete adottate durante l'emergenza - aveva dichiarato Bonafede - sono il frutto del lavoro di squadra di tutto il governo che ha deciso di considerare la giustizia una vera priorità".

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"Tante volte - aveva ammesso il ministro - all'interno della maggioranza ci siamo interrogati e anche divisi in ordine, per esempio, all'impatto conseguente alla riforma della prescrizione. Su questo punto, così come su tutto l'andamento dei tempi del processo sarà importante una Commissione ministeriale di approfondimento e monitoraggio dei tempi che permetta di valutare l'efficacia della riforma del nuovo processo penale e civile".

Nel suo intervento Bonafede aveva ripercorso i termini della nomina alla guida del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e si era difeso: "I fatti non hanno niente di particolare né tantomeno di eccezionale. Ci furono condizionamenti? Ancora una volta no". E in apertura aveva precisato: "Quando si giura sulla Costituzione si decide di essere in tutto e per tutto uomo delle istituzioni. In queste ultime tre settimane si è alimentato fuori da qui un dibattito fatto di illusioni e illazioni ma essendo uomo delle istituzioni ho risposto molteplici volte portando avanti la forza e l'evidenza dei fatti".

"La lotta al malaffare, senza compromessi, ha sempre animato la mia attività politica. Sulle scarcerazioni dei boss c'è stata una coltre di menzogne senza contatto con la realtà. E' totalmente falsa l'immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi", aveva proseguito.


Nessuno "scaricabarile nei confronti della magistratura", ma "proprio il contrario: rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura" aveva sottolineato il ministro. "Respingo ogni strumentalizzazione politica riconosco ai giudici di sorveglianza di aver svolto un lavoro importante in un momento difficilissimo, in cui la pandemia, nonostante tutte le cautele adottate, ha messo a dura prova l'intera infrastruttura generale del nostro Paese e, a maggior ragione, un'amministrazione delicata e complessa come quella penitenziaria".

"I giudici - aveva spiegato - hanno applicato leggi vigenti, nella migliore delle ipotesi, da più di 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato". "E il piano anti-covid in carcere - aveva precisato - ha funzionato". "Nella mozione vengono rivolte contestazioni ardite e infondate, secondo le quali la nomina del dottor Roberto Tartaglia sarebbe illegittima. Il relativo atto di nomina, formalizzato con Dpcm 30 aprile 2020, risulta perfettamente conforme alla normativa vigente come confermato dall'esito assolutamente positivo del controllo effettuato sia dal Csm che dalla Corte dei Conti".

Il dibattito che ha preceduto il voto

"Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e a Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale" aveva detto Matteo Renzi (Iv) durante quello che ha definito "l'intervento più difficile della mia esperienza politica". "Ma Bonafede amministri la giustizia, non il giustizialismo e ci avrà al suo fianco", aveva poi ammonito il leader di Italia viva.

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Una mozione era stata presentata da tutto il centrodestra (Fdi, Fi, Lega); un'altra da +Europa. Durante i lavori la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati aveva richiamato i senatori a non fare assembramenti, rispettando le distanze previste per il contrasto al coronavirus. "Senatori, non siamo un buon esempio", li aveva richiamati.

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"Non c'è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede - aveva scritto su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Pd - ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo" .


Beppe Grillo aveva citato la poesia di Trilussa, Er nemmico del 1919 che narra la storia di un cane che abbaia tutta la notte malgrado davanti alla villa dove fa la guardia non passi anima viva. E quando una cagnetta di un villino vicino chiede perché dà l'allarme malgrado non ci sia bisogno, il cane risponde: "Lo faccio per non perdere il posto".

Aveva invece annunciato la sfiducia al ministro del suo partito il grillino Lello Ciampolillo: "Sono disgustato, Bonafede avrebbe dovuto dimettersi subito".
 

Le dichiarazioni di voto

"Chiediamo le sue dimissioni, ministro, non perché è sospettato ma perché non vogliamo un ministro della Giustizia che sia rappresentante della cultura del sospetto", aveva detto Emma Bonino di +Europa.

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''Bonafede ha dato troppi segnali di debolezza, far uscire i boss mafiosi è stata la ciliegina sulla torta di una serie di catastrofi fatte dal grillino, non può rimanere al suo posto", aveva dichiarato la senatrice di Fdi, Daniela Santanchè.

"Lei ha tradito 11 milioni di cittadini che ci avevano mandato in Parlamento per combattere la mafia - aveva tuonato il senatore ex M5S Mario Giarrusso -  e quel segnale era impersonato da un simbolo, Nino Di Matteo, sbandierato in campagna elettorale come destinatario di importanti incarichi", mentre "il ministero è stato consegnato a una banda di amici di Palamara".

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"La Lega voterà anche la mozione di sfiducia di +Europa. Serve un ministro della Giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena", aveva affermato il segretario della Lega Matteo Salvini.

Le posizioni all'interno della maggioranza

"È chiaro a tutti - aveva affermato il senatore dem Franco Mirabelli - che oggi Bonafede è ministro di un governo diverso" da quello gialloverde "e che la discontinuità con quello precedente deve essere maggiore di quanto sia stata finora".

"Alfonso Bonafede è esattamente il ministro della Giustizia che il Paese meritava. La mozione di sfiducia è l'attacco a un nuovo modello di Paese, più vicino ai cittadini, più equo, più solidale; forte con i potenti e giusto con gli ultimi e gli indifesi" è la difesa del senatore 5 Stelle Marco Pellegrini. E ancora: "Bonafede ha affrontato problemi lasciati irrisolti dai suoi predecessori per decenni.

"Il gruppo di Liberi e Uguali le rinnova la fiducia, le chiediamo di continuare il confronto con la Commissione giustizia e la Commissione antimafia", aveva detto Pietro Grasso.


Prima che Renzi annunciasse il no alle mozioni di sfiducia, la posizione di Italia viva era stata illustrata da Ettore Rosato: "Non abbiamo chiesto nessun rimpasto di governo ma facciamo una battaglia sullo sblocco delle infrastrutture. Avevamo chiesto il taglio dell'Irap e il premier Giuseppe Conte ci ha dato ragione". E poi: "Esiste un manuale Cencelli, chiediamo una rappresentanza istituzionale come altri ma non abbiamo chiesto nessun sottosegretario alla giustizia e Gennaro Migliore potrebbe fare il ministro meglio di Bonafede".

Italia viva chiede "rappresentanza istituzionale" (spiegano fonti renziane a Repubblica) facendo riferimento al numero dei senatori dei vari gruppi politici e ai rispettivi posti di governo. Iv ha 17 senatori e il Pd 35: a fronte di un rapporto di uno a due, i primi hanno 27 posti di governo e i secondi tre. Leu quattro senatori e tre posti al governo. E così il partito di Renzi non accetta più che vengano prese decisioni nel governo su cui gli esponenti renziani non siano preventivamente coinvolti. Questa la lettura del malumore di Iv alla vigilia della sfiducia a Bonafede.


Bellanova: "Chiarezza sul giustizialismo"

"Il ministro sa bene - aveva sottolineato la ministra Teresa Bellanova ospite della trasmissione 'Circo Massimo' su Radio Capital - che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione. Sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato".

A Italia viva era arrivato l'altolà di Pd e M5s: "Se al Senato voterà la mozione di sfiducia del centrodestra al Guardasigilli Bonafede, si aprirà la crisi, perché un voto contro il ministro della Giustizia è contro il governo".


 
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