Scuola

Università, dal Tar nuovo colpo al numero chiuso: salta blocco ad Architettura

Il Tribunale amministrativo del Lazio ha accolto il ricorso dell'Unione degli universitari contro lo stop agli ingressi operato dal dipartimento di Roma Tre. Le graduatorie dovranno essere riaperte in tutto il territorio nazionale
2 minuti di lettura
ROMA - Un altro colpo al numero chiuso negli atenei italiani. Lo scorso 11 febbraio il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell'Unione degli universitari nei confronti del blocco agli ingressi operato dall'Università di Roma Tre nel Dipartimento di Scienze dell'Architettura. L'università ora, dopo il dispositivo amministrativo, dovrà lasciar scorrere la graduatoria lasciando che si possa iscrivere anche chi ha affrontato il test di ammissione senza passarlo, "fino a copertura dei posti disponibili". Se il ministero dell'Istruzione non darà indicazioni in questa direzione, i ricorrenti chiederanno un commissariamento ad acta del Miur. 
 
Da tempo ad Architettura il numero di matricole che partecipano al test d'ingresso è pari o inferiore ai posti indicati nei bandi via via emanati. In questa facoltà il test è complesso e prevede un risultato minimo di 20 punti. Quest'anno in tutta Italia sono rimasti fuori 1.763 studenti, e le aule delle facoltà di Architettura oggi sono semivuote. Il Tribunale regionale del Lazio, partendo dal caso di Roma Tre, ha disposto di far riaprire le graduatorie per tutti i 1.763 studenti esclusi sul territorio nazionale (sono studenti italiani ed europei, ambiscono ai cosiddetti "posti comunitari"). Se non ci saranno opposizioni, potranno accedere alle lezioni a stagione in corso.
 
Enrico Gulluni, coordinatore dell'Udu: "Da diversi anni segnaliamo l'inutilità del numero programmato per il corso di studi in Architettura. Le richieste sono paragonabili al numero di posti disponibili, ma molti aspiranti studenti, pur trovandosi in posizione utile in graduatoria, non possono frequentare il corso a causa della soglia minima non raggiunta. Ora la soglia è stata dichiarata illegittima".
 
Il Tribunale, come spiega lo studio legale Bonetti-D'Elia che ha imbastito la causa, ha dichiarato la sospensione del numero programmato perché "la soglia" impedisce l'attuazione del diritto allo studio (ex articolo 34 della Costituzione), "nonché la piena allocazione delle risorse secondo la potenziale ricettività delle strutture universitarie". L'avvocato Michele Bonetti spiega: "Abbiamo sottoposta la vicenda alla giustizia amministrativa più volte segnalando lo spreco di denaro pubblico destinato all'università e utilizzato, invece, per azionare una illegittima macchina concorsuale".
 

L'Udu dichiara di voler intraprendere un'azione - nelle procure e alla Corte dei conti - per ottenere la restituzione delle somme versate dagli studenti per sostenere il test. Dall'altra parte, il Miur sta valutando di abolire il numero programmato ad Architettura. Il governo avrebbe già voluto superare il "programmato" a Medicina, ma lo scorso ottobre - sulla spinta dei rettori che temevano per la tenuta delle facoltà - hanno innestato la retromarcia. Il rettore dell'Università di Ferrara, ancora, sul tema ha intrapreso un'azione autonoma: tutti dentro dopo tre esami passati con 27. Gli studenti di Link parlano di "una vittoria importante per tutti gli studenti" a fronte di un test ingusto, "utilizzato solo per fare cassa".
I commenti dei lettori