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Lazio, scontri in Polonia: fermati quasi 200 tifosi biancocelesti

Incidenti a Varsavia prima della sfida di Europa League contro il Legia. Prima gli scontri con i supporter locali nei pressi di un albergo, poi, a poche ore dall'inizio della partita, un lancio di pietre e bottiglie contro la polizia nelle vie del centro. Centoventi italiani saranno processati per direttissima domattina
di MARCO ERCOLE

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VARSAVIA - Giornata di scontri a Varsavia prima della partita di Europa League tra Legia e Lazio. Circa 750 tifosi biancocelesti sono partiti per la capitale polacca per seguire la squadra di Petkovic, ma 197 sono stati fermati. I primi incidenti con i tifosi polacchi nei pressi di un albergo, poi, a poche ore dalla partita, gli scontri con le forze dell'ordine per le vie del centro della capitale polacca.

I primi scontri all'alba, quando cinque tifosi biancocelesti, che erano appena rientrati in albergo, sono stati aggrediti da alcuni supporter del Legia (che in occasione della gara di andata a Roma avevano creato disordini sia in città sia a ridosso dello stadio) che hanno fatto irruzione all'interno dell'hotel. Subito dopo gli scontri, sedati dalle forze dell'ordine, sono state perquisite tutte le stanze dei tifosi della Lazio ed è stato ritrovato un borsone contenente alcuni oggetti contundenti. Da qui la decisione di fermare tutti 17 i supporter biancocelesti che alloggiavano nell'albergo, processati per direttissima. A parte uno, sono stati liberati tutti, con obbligo di tornare in Italia e con il divieto di assistere alla partita.

Poi nel pomeriggio, intorno alle 16, in Ulica Marszalkowska (nel pieno centro della capitale polacca) i supporter laziali hanno iniziato un lancio di pietre e bottiglie contro le forze dell'ordine. Sono stati quindi circondati dagli agenti in tenuta antisommossa e 180 sono stati fermati e condotti nelle varie stazioni di polizia per essere interrogati. Circa 60 sono stati rilasciati tra il primo e il secondo tempo della partita. Gli altri saranno processati per direttissima domattina perché coinvolti nel lancio di oggetti contro le forze dell'ordine e perché indossavano passamontagna, cosa vietata dalla legge polacca. Dentro lo stadio diverse centinaia di tifosi biancocelesti hanno seguito regolarmente la gara. La situazione è monitorata anche dall'ambasciata italiana a Varsavia, che si è attivata appena appreso del fermo dei tifosi e ha contattato tutti i commissariati per sollecitare il rilascio.

"Sappiamo che una settantina di nostri tifosi hanno chiesto di essere scortati dalla polizia polacca da un caffè fino allo stadio e la polizia li ha fermati senza nessun motivo - ha detto invece il ds della Lazio, Igli Tare, prima della partita - Avevano chiesto tramite la società di essere scortati allo stadio - spiega il dirigente biancoceleste a Sky - speriamo che la cosa si chiarisca e vengano rilasciati".

Dopo la partita, vinta dalla Lazio per 2-0, il tecnico biancoceleste Vladimir Petkovic ha commentato: "Mi spiace perché questo non fa parte del calcio e dello sport. Non si può arrivare con le famiglie e da soli in totale sicurezza ed è un peccato. Si deve essere severi con chi sbaglia". La Lazio stessa, informata dalla Uefa, ha precisato che il fermo è stato deciso dalla polizia polacca "a scopo preventivo".
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