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a cura di Dario D'Elia

Venerdì primo giugno il 1° Gruppo della Guardia di Finanza di Trieste, su mandato dell'autorità giudiziaria triestina, ha eseguito una serie di provvedimenti nei confronti di tre imprenditori operanti sull'intero territorio nazionale, compresa Trieste. Per effetto di questa azione è stato effettuato anche il sequestro del sito di un noto negozio online specializzato in prodotti informatici (computer, hardware, etc.), TAO Computer.

Tom's Hardware solo ieri ha potuto ricostruire la vicenda e avere conferma del coinvolgimento dell'azienda, contattando la responsabile del negozio. Non entriamo nel merito del procedimento, ma l'unica certezza è che il negozio fisico e il suo magazzino non sono stati oggetto di sequestro, quindi il team addetto alla gestione ordini sta lavorando alacremente per rispondere alle richieste dei clienti. È stato attivato anche un numero: 3500101950, contattabile dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 dal lunedì al venerdì. Abbiamo provato a chiamare ed è risultato attivo ma occupato.

"L'unica cosa che posso indicare è che la nostra pagina Facebook è attiva e da oggi, in più momenti della giornata, viene postata la lista degli ordini in partenza e ribadito il nuovo numero per il contatto telefonico", ha assicurato la responsabile del negozio a Tom's Hardware. "È molto difficile per noi continuare ad assistere i nostri clienti con così pochi mezzi a disposizione, ma stiamo facendo del nostro meglio e li ringraziamo per la pazienza e comprensione che stanno dimostrando".

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La pagina FB di TAOComputer

Un ufficiale della Guardia di Finanza di Trieste ha confermato a Tom's Hardware che è stata data notizia della frode ma volutamente e su specifica direttiva della Procura della Repubblica, per rispetto della privacy, sono stati omessi i nomi delle persone coinvolte e dei soggetti economici. "Il consiglio è di continuare a contattare la ditta, poiché l'azienda, i locali fisici, il negozio, non sono stati sottoposti a sequestro", ha assicurato l'ufficiale. "Se i clienti non dovessero ricevere la merce oppure ottenere rimborso, potrebbero esservi delle cause civili, ma il negozio è aperto e quindi suppongo che sia sufficiente chiamare".

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Il sito sotto sequestro

E in effetti da lunedì, la pagina Facebook di TAO Computer ha iniziato a fornire una serie di informazioni utili. "Stiamo facendo il possibile per evadere tutti gli ordini in sospeso fino al 30 maggio c.a. i dipendenti sono in sede in questo momento e nei prossimi giorni per ultimare tutti i lavori", si legge. "Sconsigliamo di presentarsi nella sede di Taocomputer per non creare disguidi per il sereno proseguito dell'attività. Vi teniamo informati non appena abbiamo qualsiasi novità. Non c'è modo di comunicare con noi se non attraverso Facebook. Forniremo quanto prima un numero di cellulare... abbiate pazienza che risolveremo".

Promessa mantenuta, perché da ieri è disponibile un numero telefonico e lo staff ha iniziato a confermare i codici degli ordini evasi.  "Se il vostro ordine NON figura ancora nella lista attendete la fine della giornata ed eventualmente scriveteci sempre nei messaggi privati per aggiornamenti, specificando sempre se si tratta di componenti singoli o di un assemblato", sottolinea il post.

I fatti in dettaglio

I tre imprenditori interessati dall'azione della Guardia di Finanza sono accusati, "con la collaborazione e la compiacenza di diversi prestanome" di aver creato "delle società fittizie aventi quale unico scopo quello di emettere fatture false e di accentrare su di sé rilevanti debiti tributari mai versati al Fisco".

Stando alle ricostruzioni preliminari degli inquirenti "i tre soggetti avevano ideato un ingegnoso schema societario che per oltre quattro anni ha permesso loro di non versare l'IVA allo Stato e di vendere prodotti informatici a prezzi molto competitivi in danno degli imprenditori onesti". Si parla di un periodo compreso tra il 2013 e oggi, e un volume di imposte evaso pari a 2,5 milioni di euro.

Questo meccanismo avrebbe consentito di "applicare ai consumatori finali dei prezzi di vendita molto vantaggiosi, alterando il funzionamento del mercato con vere e proprie forme di concorrenza sleale".

In sintesi, un classico caso di false fatturazioni, sempre stando a quanto riporta la GdF, che è emerso a seguito di una verifica fiscale nei confronti di "un'impresa dedita alla vendita, anche online, di materiale informatico che si sono sviluppate in diverse Regioni italiane dov'era radicata la struttura societaria creata ad hoc con i descritti fini illeciti".

"Attesa l'entità delle imposte evase ed il rischio che la frode potesse cagionare ulteriori danni alle casse dello Stato, l'Autorità Giudiziaria triestina ha emesso tre provvedimenti di arresto (due dei quali in carcere) nei confronti dei principali responsabili, nonché disposto il sequestro di numerosi conti correnti bancari, di immobili ed il sequestro del sito internet e del profilo facebook in uso agli arrestati per pubblicizzare e vendere sul web i propri prodotti", conclude la nota della GdF.