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Marco De Santis

Il portafoglio della Juventus 2019

Cosa aspettarsi dal calciomercato estivo dei bianconeri.

Gli ultimi giorni di giugno hanno dato una visione ancor più chiara di quale sia la strategia decisa dalla Juventus per permettersi di sostenere una rosa che, fra ingaggi e ammortamenti, ha un costo che nel 2018-19 è stato di 450 milioni di euro annui, e che nel 2019-20 potrebbe crescere ulteriormente, avvicinandosi ai 500 milioni annui.

 

Abbandonata la visione “prudente” di Marotta, che aveva sempre fatto tornare i conti ben prima della scadenza del 30 giugno, l’acquisto di Cristiano Ronaldo ha dato il via a un approccio più “europeo”, in linea con quanto messo in atto da molte altre big del vecchio continente. Si è passati così da una strategia nella quale i bianconeri si vantavano con orgoglio di essere una società “compratrice”, che vendeva i suoi giocatori solo se fossero stati questi a chiederlo, a una che ha alzato ancor di più il livello negli acquisti ma deve mettere in conto il sacrificio di qualche giocatore, anche se apparentemente funzionale al progetto, per ottenere ogni anno circa 150 milioni di plusvalenze, per permettere ai ricavi totali di superare i 600 milioni annui nonostante i ricavi siano, a oggi, inferiori ai 500 milioni.

 

Non deve quindi sorprendere più di tanto la recente cessione di Spinazzola, che ha portato nelle casse societarie 29,5 milioni, dei quali 26,6 di plusvalenza: se si vuole capire il senso delle mosse della Juventus sul mercato sarà sempre più necessario rinunciare a giudicare ogni operazione come a sé stante ma analizzare il quadro nel suo complesso e valutare a fine mercato se la forza complessiva della rosa sulla carta sia cresciuta o diminuita.

 

Entrando nei dettagli, se le plusvalenze realizzate a giugno con le cessioni di Orsolini, Spinazzola e Rogerio verranno inserite nel bilancio 2018-19, il totale delle plusvalenze della stagione raggiungerà proprio quota 150 milioni (le più remunerative prima di queste erano state quelle relative a Caldara, Mandragora, Audero, Sturaro e Cerri), portando la stima della perdita annua a circa 17 milioni.

 

È un risultato che davvero in pochi avrebbero potuto pronosticare dopo l’acquisto di Cristiano Ronaldo in estate, soprattutto con un cammino in Champions League non andato oltre i quarti di finale, e che sarebbe addirittura migliore rispetto al -19 fatto registrare nel 2017-18. Un’altra buona notizia per i bianconeri è che l’impatto del monte ingaggi sui ricavi, escluse le plusvalenze, è rimasto sugli stessi livelli dell’anno precedente (63%), poiché l’aumento degli introiti da sponsor e merchandising favorito dall’arrivo di CR7 ha permesso ai conti societari di fare quel salto di qualità atteso per giustificarne l’ingaggio.

 

Considerato che nei costi bianconeri, fra tasse, settore giovanile e ammortamenti sugli investimenti relativi a beni immobili (quali lo stadio e il centro sportivo), è possibile scorporare ogni anno circa 27 milioni di costi virtuosi che non incidono sul Fair Play Finanziario, la Juventus  potrebbe chiudere per il settimo anno consecutivo in attivo il bilancio annuale valido per il FPF.

 

Tutto rose e fiori quindi? Non esattamente, perché se è vero che il club è riuscito a sostenere il primo anno dell’investimento Cristiano Ronaldo, ciò non toglie che la necessità di “vendere bene” rimarrà la stessa, o sarà ancora più urgente, in relazione agli investimenti sempre più corposi che anche questa estate la Juventus sta mettendo in atto per rinforzare la rosa.

 

 

A oggi, tenuto conto di tutte le operazioni concluse, compreso l’ingaggio di Rabiot, che peserà sul bilancio circa 13,5 milioni fra ingaggio e ammortamento delle commissioni, la stima di bilancio 2019-20 presenta un passivo atteso di 243 milioni, dei quali 165 da recuperare per non rischiare problemi con il FPF triennale (cifra che però, da regolamento, potrebbe scendere a 65 grazie agli attivi di bilancio del biennio 2015-’17) ma soprattutto 187 da incassare per evitare il ricorso a un aumento di capitale che la proprietà non sembra avere alcuna intenzione di sostenere.

 

Questi 187 milioni dovranno come sempre arrivare dall’aumenti dei ricavi (è possibile che l’effetto Ronaldo non abbia ancora dato tutti i suoi frutti, basti pensare al contratto con Jeep ancora fermo alle cifre dell’anno passato), un buon cammino in Champions League (superare i gironi e arrivare fino ai quarti come quest’anno potrebbe portare ad esempio una quarantina di milioni in più), tagli nei costi degli stipendi e le immancabili plusvalenze.

 

Sul bilancio della stagione sportiva appena iniziata pesa per ora l’aumento del monte ingaggi di 40 milioni causato soprattutto dagli ingaggi di Higuain, Rabiot, Ramsey (seppur questi due favoriti dal Decreto Crescita) e Sarri, con Allegri che per la prossima stagione è ancora a libro paga (per motivi contabili la Juventus potrebbe decidere di inserire lo stipendio 2019-20 di Allegri nel bilancio 2018-19, peggiorandolo così di circa 14 milioni, ma migliorando della stessa cifra la stima su quello di questa stagione). E non è finita qui, perché sembra probabile l’acquisto di de Ligt, che fra commissione, cartellino e ingaggio andrebbe a peggiorare ulteriormente i conti di circa 30 milioni annui.

 

Ricordando che è possibile, se non addirittura probabile, che si dovrà aspettare il mese di giugno 2020 per  far tornare i conti portando altre plusvalenze importanti, con sacrifici più o meno grandi a seconda dell’andamento dell’annata, le voci che vogliono il mercato in entrata della Juventus ancora lontano dall’essere concluso e con obiettivi di alto livello quali, fra gli altri, Pogba (peso a bilancio fra i 50 e i 60 milioni annui), Chiesa (circa 25 milioni annui) e Icardi (circa 25 milioni annui), lasciano aperte le porte a due mesi di contrattazioni che potrebbero essere ancora scoppiettanti, ancor di più in uscita che in entrata.

 

 

Occhio quindi alla lista delle possibili partenze, chiamate non solo a realizzare le prime plusvalenze utili per il nuovo bilancio ma anche a finanziare nuovi acquisti. Per quanto riguarda i portieri, l’atteso addio di Perin, sostituito dal clamoroso ritorno di Buffon, porterà un vantaggio economico tutto sommato marginale. Nel reparto difensivo, offerte all’altezza potrebbero mettere a rischio le posizioni di Cancelo (cederlo a 60 milioni migliorerebbe il bilancio di 42), Bonucci (17 milioni fra risparmio di ingaggio e ammortamento, difficile una plusvalenza) e Alex Sandro (cederlo a 50 milioni comporterebbe un risparmio simile nei conti).

 

Numericamente, con de Ligt il reparto richiederebbe per ogni cessione un acquisto, anche se Cuadrado potrebbe essere spostato definitivamente nel gruppo dei terzini. A centrocampo sette giocatori di alto livello sono troppi, anche perché la lista UEFA richiederà comunque scelte dolorose, data la presenza in rosa di un solo prodotto del vivaio (Pinsoglio), più Kean iscrivibile in lista B (tutti gli altri Under 21, compresi eventualmente de Ligt e Demiral, per i regolamenti UEFA non godono di questo privilegio concesso ai giovani che hanno giocato almeno due stagioni nel club).

 

Le uscite di Khedira o Matuidi permetterebbero un risparmio di ingaggio per il primo (11 milioni), e di ammortamento e ingaggio per il secondo (circa 14 milioni, con ammortamento residuo di 7,6 milioni se si volesse provare a realizzare una plusvalenza). Se poi la società volesse davvero provare il colpo Pogba, attenzione anche agli apparentemente intoccabili Emre Can e Pjanic (entrambi con un ammortamento residuo di circa 13 milioni).

 

In attacco molto dipenderà dalla posizione in campo scelta da Sarri per Cristiano Ronaldo e dal “problema” Higuain, che pesa a bilancio 32 milioni annui e pare voler puntare i piedi e restare a Torino. Almeno uno (ma a seconda di come si svilupperà il mercato potrebbero essere anche due o tre) degli attuali attaccanti potrebbero partire, e questa è la situazione contrattuale dei possibili partenti oltre al “Pipita”: Dybala ha un ammortamento residuo di 16,7 milioni e un costo annuale di 18,6 milioni, Douglas Costa ha un ammortamento residuo di 32,6 milioni e un costo annuale di 21,9 milioni, Mandzukic ha un ammortamento residuo di 4 milioni e un costo annuale di 13 milioni, Cuadrado ha un ammortamento residuo di 6,4 e un costo annuale di 13,8 milioni. La cessione di Pjaca, se non in prestito, è difficilissima, visto che è ancora fermo dopo l’ultimo grave infortunio subito.

 

Grandi colpi in entrata, ma anche in uscita, caratterizzeranno il mercato della Juventus questa estate e nei prossimi anni, con la consueta altalena emotiva che va dall’esaltazione per il possibile nuovo campione in arrivo al dispiacere per un giocatore in partenza.

 

 

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Marco De Santis, laureato in Scienze Statistiche ed Economiche, proprietario del blog “Calcio e Altri Elementi”, dedicato ad approfondimenti statistici, economici e regolamentari relativi al calcio e ad altri sport.