Quello tra House of the Dragon e Gli anelli del potere è anche uno scontro ideologico

La sfida tra le due serie fantasy riflette anche un modo diverso di fare televisione: il vincitore potrebbe determinare il futuro dello streaming
Un'immagine tratta da House of The Dragon
Un'immagine tratta da House of The DragonOllie Upton/Hbo

Negli ultimi anni le storie fantasy sono diventate la materia prima della serie tv di qualità. Questo non vuol dire che il genere non abbia sempre avuto un certo prestigio, ma ora show come The Sandman e The Witcher annoverano budget più alti e attori più noti di quanto non abbiano mai fatto in passato. Si potrebbe sostenere che il motivo sia il successo sfrenato riscosso da Il Trono di Spade, ma anche questa serie deve un po' del suo fascino e della sua popolarità a un altro franchise di genere fantasy: Il Signore degli Anelli. Nelle prossime settimane, le ultime produzioni ispirate alle due saghe inizieranno un testa a testa destinato a determinare il futuro della televisione.

Mecenatismo vs. logiche aziendali

Francamente, questo scontro ha poco a che fare con House of the Dragon (il prequel di Il trono di spade, dal 22 agosto su Sky e Now) o con Gli anelli del potere (il prossimo spinoff Il Signore degli Anelli, dal 2 settembre su Prime Video) e molto con lo stato della televisione in generale. Da quando Hbo ha annunciato di voler realizzare uno spin-off tratto dalle opere di George R.R. Martin, la società che controllava il network statunitense, WarnerMedia, si è fusa con Discovery, dando vita a una società che sembra decisa a snellire le produzioni piuttosto che a sperperare milioni in troni appuntiti. Gli anelli del potere, d'altro canto, è realizzato da Prime Video, un servizio di streaming che vanta risorse apparentemente illimitate.

Entrambe le serie hanno tutte le potenzialità per diventare un successo, ma se ci riusciranno o meno potrebbe dipendere da quanto a lungo saranno finanziate. Come ha sottolineato di recente il New York Times, "i nuovi padroni di Hbo, i dirigenti di Discovery, hanno un debito schiacciante da 53 miliardi di dollari e stanno cercando modi per risparmiare. In altre parole, è meglio che i costosi spin-off de Il trono di spade siano redditizi [...] Due serie fantasy spettacolari e ad alto budget saranno troppo per gli spettatori?".

Questa situazione genera una strana dicotomia. Il trono di spade, bisogna ammetterlo, non si è c concluso nel migliore dei modi. Anche se la reazione del pubblico è stata tiepida, a voler essere generosi, il finale ha comunque ricevuto grande attenzione. Hbo ha dato il via libera al prequel della serie per riconquistare gli spettatori del franchise e acquisirne di nuovi, in un momento di grande necessità per il network. Amazon, invece, ha ordinato Gli anelli del potere in parte perché Jeff Bezos è un grande fan di J.R.R. Tolkien e perché con i suoi miliardi l'amministratore delegato della piattaforma di ecommerce può fare virtualmente qualsiasi cosa desideri.

È normale che i programmi televisivi sopravvivano e vengano interrotti in base al numero di spettatori che attirano, e i super ricchi fanno mecenatismo praticamente fin da quando esiste la creatività. Ma c'è un aspetto nella contrapposizione tra le due serie che mette tutto questo in forte risalto. House of the Dragon potrebbe essere cancellata dopo una sola stagione, anche se si rivelasse un capolavoro, e solo perché è troppo costosa. Nel caso de Gli anelli del potere, invece, pare che ci saranno cinque stagioni a prescindere dal fatto che la serie si dimostri avvincente o meno, e solo perché questa è la volontà di Bezos.

Il futuro del genere e dello streaming

Anche se in passato mi sono schierata dalla parte della tv di qualità discutibile, di solito questa difesa ad oltranza è riservata alle serie a medio budget con un pubblico piccolo ma devoto (e occasionalmente ai film fraintesi delle Wachowski). Spendere milioni per prodotti mediocri però è un vero spreco, specialmente se consideriamo come programmi validi vengano cancellati in continuazione solo perché il budget limitato si traduce in un pubblico limitato. Non dimentichiamo che Mad Men non ha mai avuto tanti spettatori, e probabilmente non avrebbe superato la seconda stagione su Netflix. Lo stesso vale per The Wire o Deadwood. In un'epoca in cui bastano gli algoritmi e i contabili per determinare il ritorno sull'investimento di qualsiasi programma, la tv che sopravvive deve essere in grado di raccogliere nuovi abbonati. A meno che non sia il progetto nato dalla passione di un miliardario che non ha bisogno di far quadrare i conti. Ultimamente, il fantasy è riuscito a portare spettatori alle piattaforme – The Sandman è attualmente al primo posto tra le serie più viste di Netflix – ma l'idillio potrebbe non durare per sempre.

Il che ci riporta alla domanda che pone il New York Times: due serie zeppe di spade e magia non saranno troppe? Il pubblico sceglierà la serie migliore, rimarrà fedele al suo franchise preferito o seguirà entrambe? I fan storici di Martin o di Tolkien continueranno a guardare la loro serie di riferimento a prescindere da tutto? È possibile, ma sembra ancora più probabile che, qualunque sia la serie che la spunterà, il suo "successo" detterà la linea della tv per il prossimo futuro.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.