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Gadget aziendali e ambiente: focalizzare la scelta su qualità, materiali e valori

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L'attenzione del pubblico nei confronti della tutela dell'ambiente sta crescendo velocemente: le aziende devono tenerne conto, a partire dall'utilizzo di gadget personalizzati durevoli e sostenibili

La plastica è quasi eterna: non si biodegrada come tante altre sostanze. Questo significa che quasi il 90% di tutta la plastica che è stata prodotta dall'uomo esiste ancora, da qualche parte, sul nostro pianeta. Molto spesso è lontana dallo sguardo, in mezzo agli oceani, dove sta sconvolgendo la vita di interi ecosistemi. Non è certo un caso se il Parlamento Europeo, dopo mesi di discussioni, ha approvato in via definitiva la legge che vieta l'utilizzo della plastica per la produzione di oggetti usa e getta, come per esempio i piatti, le posate, i bastoncini cotonati, le cannucce e via dicendo. Il divieto entrerà in vigore a partire nel 2021.

Per salvare il pianeta, però, non ci si deve affidare solamente ai legislatori: lo hanno dimostrato i tantissimi giovani che il 15 marzo sono scesi in piazza in tutto il mondo – sulla scia della sedicenne svedese Greta Thunberg – per manifestare contro l'inquinamento e contro il cambiamento globale.

Ogni persona, nel suo piccolo, dovrebbe infatti iniziare a controllare più meticolosamente il proprio utilizzo di plastica, e lo stesso dovrebbero fare le aziende. Si pensi, per esempio, ai tanti gadget personalizzati che i vari brand distribuiscono durante le fiere del settore, le convention e gli eventi open house. Si tratta certamente di una forma di marketing efficace e mirata, che aiuta le aziende a stringere nuove relazioni e a farsi ricordare a lungo dai propri potenziali clienti, più di quanto si riuscirebbe a fare con delle pubblicità meno misurabili (stampa, affissioni, televisione).

Con un pianeta sull'orlo di una crisi ambientale, però, non ci si può più permettere la distribuzione a pioggia di gadget pubblicitari usa e getta, tanto più che lo stesso pubblico che le aziende vogliono attrarre sta dimostrando di essere sempre più attento a queste tematiche.
Le aziende finora hanno sempre acquistato tonnellate di questi articoli distribuiti a pioggia a tutti i partecipanti, ma essendo articoli poco interessanti e di scarsa qualità finiscono inesorabilmente a riempire i cestini della spazzatura.

La presa di coscienza per i gadget aziendali sostenibili

Da una parte un'accresciuta attenzione per la salute del pianeta, dall'altra il fatto di voler attirare l'attenzione di un pubblico propenso a ridurre al minimo lo spreco di plastica: sull'onda di questi due pensieri, sono tante le aziende che negli ultimi anni hanno deciso di optare per degli articoli pubblicitari sostenibili.

Si parla, dunque, di oggetti personalizzati realizzati con materiali ecosostenibili, come per esempio cotone, legno, cartoncino o materiali riciclati, i quali al termine del loro utilizzo non finiranno per creare nuovo inquinamento o perlomeno a ridurlo al minimo.  Ma non solo: un gadget aziendale può essere definito sostenibile nel momento in cui oltrepassa il puro fine promozionale, diventando quindi un oggetto che verrà effettivamente utilizzato, e a lungo, dalla persona che lo riceverà. E questo è perfettamente in linea con la nuova regolamentazione europea, tesa proprio a bandire l'utilizzo della plastica usa e getta.
In questa direzione i produttori stanno proponendo materiali molto interessanti e piacevoli al tatto: la pelle rigenerata/riciclata (di tendenza sui taccuini personalizzati), il sughero, il bambù, e le aziende hanno apprezzato queste nuove proposte alimentando la domanda in questa direzione.

Non si tratta, però, unicamente della preoccupazione per la salute dell'ambiente: i reparti marketing delle imprese dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di gadget aziendali di qualità anche per un'altra questione, legata squisitamente all'efficacia del marketing: la coerenza tra la propria immagine autorevole che desiderano trasmettere e la rispettiva qualità di un regalo aziendale degno di questo nome.

Anche nel mondo dell’elettronica assistiamo alla comparsa di materiali fino a qualche anno fa insoliti per il settore: gadget in legno, in plastica riciclata, in cartoncino. Se vi capita di frequentare fiere di settore, probabilmente avete ricevuto in omaggio un gadget classico per questi eventi: le chiavette usb personalizzate. Era per caso un modello in legno o in plastica biodegradabile?

Il doppio danno dei gadget personalizzati economici

Sono due gli svantaggi del distribuire migliaia e migliaia di gadget economici e di bassa qualità. Il primo e maggiore svantaggio è quello relativo all'inquinamento: un articolo promozionale di bassa qualità non potrà che diventare molto presto un rifiuto, peggiorando ulteriormente la già difficile situazione ambientale. Ma un'azienda, optando per degli articoli usa e getta, non danneggia solo il pianeta: danneggia anche sé stessa. Come ben sanno gli addetti marketing, infatti, quando si parla di pubblicità è fondamentale considerare il rapporto tra investimento fatto e 'impressions': il numero di esposizioni visive del marchio aziendale che un determinato gadget consente.

Si pensi, per esempio, a una borsa stampata molto economica da 50 centesimi. Questa verrà usata al massimo 10 volte da chi la riceverà, per poi essere buttata via, in quanto diventerà inservibile. Quei 50 centesimi, dunque, saranno stati investiti per un numero ben limitato di impressions. Si pensi, invece, a una borsa promozionale realizzata con un tessuto resistente, dal costo più elevato di un 1 euro. Questa, data la sua maggiore qualità, potrà essere utilizzata almeno 50 volte: se con il primo gadget 'economico' ogni singola impression sarà costata 5 centesimi, con il gadget 'più costoso' le impression saranno costate solamente 2 centesimi l’una. E non è tutto qui, in quanto una persona che riceve in dono un gadget di qualità sarà maggiormente invogliata a usarlo e a mostrarlo in pubblico, moltiplicando così esponenzialmente il valore dell'oggetto. Diventa dunque fondamentale lasciarsi alle spalle la distribuzione a pioggia e indiscriminata di articoli promozionali, per orientarsi invece verso la distribuzione mirata a contatti potenzialmente interessati di gadget di valore.

Il caso delle borracce personalizzate

Tra gli articoli promozionali che meglio degli altri riassumono questo nuovo sentire ci sono sicuramente le borracce personalizzate, le quali negli ultimi anni hanno preso piede a partire dal mondo accademico. A partire dall'iniziativa dell'Università Bicocca di Milano – che nel 2016 ha installato 14 erogatori d'acqua liscia e frizzante e ha distribuito 12.000 borracce personalizzate in alluminio a studenti e collaboratori – un numero crescente di università italiane ha iniziato a seguire l’esempio e a distribuire migliaia di borracce con il proprio logo stampato. Le principali conseguenze di queste iniziative sono due: prima di tutto, viene ridotto drasticamente il consumo di rifiuti di plastica, con l'eliminazione delle bottiglie usa e getta; in secondo luogo, chi riceve una borraccia personalizzata è doppiamente soddisfatto, sia per il risparmio offerto dall’utilizzo della borraccia, sia per la possibilità di diminuire il proprio impatto ambientale a livello quotidiano.

La diffidenza del pubblico dalle soluzioni low-cost

La morbida ma decisa rivoluzione che sta scuotendo il mondo dei gadget promozionali è peraltro parallela a quella che sta coinvolgendo tanti altri settori. Si pensi per esempio, al settore della moda, nel quale i marchi low-cost ricevono ormai un numero crescente di critiche proprio per l'enorme impatto ambientale che la moda fast-fashion porta con sé: i capi di abbigliamento che costano poco o pochissimo e che si deteriorano dopo un numero limitato di utilizzi e di lavaggi, infatti, sono finiti nel mirino di molte associazioni ambientaliste, ma non solo.

Come è ormai chiaro, l'attenzione per tutela dell'ambiente si è finalmente diffusa ben all'infuori del mondo dell'associazionismo, diventando in generale un fattore determinante nelle scelte di acquisto dei consumatori. Non va dimenticato, infine, che una buona parte del pubblico non associa i prodotti low-cost solamente all'inquinamento e allo spreco di risorse, ma anche allo sfruttamento del lavoro minorile nelle aree meno fortunate del pianeta. Anche per questo motivo, dunque, le aziende dovrebbero orientarsi sempre più decisamente verso l'utilizzo di gadget promozionali durevoli, di qualità e sostenibili.

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