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Acquario fai da te | Progetto, gestione, pulizia, pesci e piante

acquario fai da te

acquario fai da te

Osservare i pesci nel loro habitat naturale è uno spettacolo rilassante; se ci attrezziamo per costruire un acquario fai da te, possiamo imparare molto sul loro comportamento individuale

Un acquario fai da te in casa è uno spettacolo affascinante che appaga senza richiedere più di pochi minuti di attenzione al giorno.

La scelta delle dimensioni dell’acquario fai da te dipendono dalla disponibilità di spazio e dalla somma che si intende investire: le misure minime consigliate sono di 35×60 cm di base, cioè oltre 60 litri di acqua, ma misure maggiori offrono più possibilità di espandere la colonia e aggiungere piante.

Malgrado la vasca rettangolare sia la più diffusa, possiamo costruire acquari fai da te con le forme più disparate: ad angolo, curvi o poligonali, adatti a ogni arredamento.

È importante scegliere un supporto adatto, cioè un mobile per acquario che non soffra degli inevitabili sgocciolamenti che avvengono durante le operazioni di manutenzione. Anche la robustezza è da tenere in considerazione, dato che un acquario fai da te da 120 litri pesa oltre 150 kg. Inoltre bisogna prevedere un buon filtro acquario fai da te

Scopriamo dunque come fare un acquario

Acquario d’acqua dolce o acquario marino?

Un acquario fai da te d’acqua dolce è indubbiamente più semplice da gestire: un acquario marino richiede acqua salata da preparare con appositi sali con molta attenzione alle proporzioni, richiede una dotazione di strumenti maggiore e una buona conoscenza dei processi biologici dell’ambiente.

Quale forma e dimensione scegliere per un acquario fai da te?

Per costruire acquario consigliamo una forma rettangolare per un acquario fai da te solo per ridurre il lavoro di taglio e sigillatura del vetro, ma si trovano sempre più facilmente vasche a base triangolare o poligonale e anche con il pannello frontale ricurvo. Tutti vanno bene purché non passi in secondo piano il mantenimento dell’equilibrio biologico.

Dove posizionare un acquario in casa

Scegliamo una zona lontana dalle finestre per evitare il proliferare delle alghe e anche perché i pesci considerano la parete più luminosa come “l’alto” e tenderebbero a nuotare inclinati.

L’ideale sarebbe in un angolo lontano dalla porta, posizionato in modo che lo spettacolo dei pesci in movimento sia la prima cosa che salta all’occhio quando si entra nella stanza; in questo modo si evita anche di spaventarli con i nostri improvvisi e rapidi movimenti.

Come allestire un acquario fai da te

È più facile creare un ambiente biologicamente stabile in una vasca grande che in una piccola. Partendo da questo principio si scelgono gli elementi per ricreare questo mondo sommerso affidandosi a un buon negozio specializzato o comunque a prodotti certificati come quelli distribuiti da “L’isola dei Tesori

La forma dell’acquario non ha molta importanza per i pesci purché sia robusto: i modelli di volume maggiore devono essere fatti con lastre di vetro spesse e intelaiate, sui perimetri superiore e inferiore, per garantirne la stabilità.

Un progetto su carta per l’acquario fai da te facilita il colloquio con il negoziante e una prima valutazione dei costi. Una volta presa la decisione sulla sistemazione di sassi, radici ed elementi ornamentali e sull’ambiente (marino o d’acqua dolce), si scelgono i pesci per popolare l’acquario: bisogna non affiancare razze in conflitto tra loro e, all’interno della stessa specie, evitare la presenza di più maschi che possono entrare in feroce competizione.

Evitiamo sovraffollamenti nella vasca: la massima quantità di pesci, sopportabile dal biosistema del nostro acquario, è data da un litro d’acqua per ogni centimetro di lunghezza di pesce adulto.

Come progettare un acquario fai da te

Pompa acquario e carboni attivi per la pulizia

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  2. Newa filtro duetto 50 Tripla azione filtrante, portata regolabile, aerazione incorporata. Euro 28,30
  3. Sera supercarbon 250 g Carbone attivo per acqua dolce e marina, assorbe le sostanze nocive. Euro 7,69
  4. Sera Lana filtrante 100 g Per il prefiltraggio di piccole particelle, risciacquabile più volte. Euro 2,92
  5. Sera Aquatan ml 100 Elimina cloro e cloramine, mantiene l’acqua limpida, lega i metalli pesanti come rame, zinco e piombo. Euro 4,90

L’importanza della luce

Sotto il coperchio degli acquari, nascosto dalla riflessione dell’acqua, c’è sempre un neon che illumina l’acqua rendendo possibile la vita delle piante e dei pesci.

La luce è un elemento essenziale per far risaltare i colori e le sfumature dei pesci. Esistono molti tipi di neon specifici per acquario fai da te (quelli per uso civile non sono adatti) che emettono luce con un diverso spettro: la luce più blu (temperatura di colore di 10000 °K) favorisce la fotosintesi delle piante ed esalta i colori dei pesci più sgargianti, mentre luci più calde (temperatura di colore intorno ai 6500 °K) riproducono fedelmente le condizioni di illuminazione naturale.

Se il portalampade è a due posizioni si possono accoppiare due lampade diverse per ottenere il giusto mix di luce.

Effetti luminosi sui pesci

Con le condizioni adatte si possono ottenere bellissimi effetti su pesci che riflettono in maniera particolare la luce come i pesci Neon o i Brachydanio.

Anche i comuni pesci rossi, nelle loro innumerevoli varietà, o gli Oranda a doppia coda, vengono esaltati da una buona illuminazione; è necessario però rispettare il ritmo luce-buio che può essere regolato a 12 ore e al quale i pesci rapidamente si abituano.

È sempre vantaggioso inserire pesci che vivono a diverse altezze nell’acquario in modo da avere sempre movimento: ad esempio si possono allevare insieme Guppy, Labirintidi, Neon e Coridoras, oppure Platy, Ciprinidi, Ciclidi nani e Coridoras a cui è consigliabile unire pesci che si nutrono di alghe, come gli Ancistrus e gli Otocinclus, per tenere pulita la superficie di vetro e piante.

  1. Pesce rosso comune (Carassius auratus)
  2. Neon (Paracheirodon innesi)
  3. Danio zebrato (Brachydanio rerio)
  4. Guppy (Poecilia reticulata)
  5. Pesce combattente (Betta splendens)
  6. Barbo Tigre (Puntigrus tetrazona o Barbus tetrazona)
  7.  Xiphophorus helleri (noto anche come porta spada, xifo o xifoforo)
  8. Black Molly (Poecilia sphenops)
  9. Scalare (Pterophyllum scalare)

A sinistra: Botia Pesce di fondo che si comporta da “spazzino”; vive a lungo, è lento a crescere, ma può superare i 20 cm e arrivare a 30 cm.

A destraScalare Koi. Raggiunge i 10-15 cm, ha bisogno di una vasca molto grande ed è abbastanza pacifico con gli altri pesci, se non molto piccoli. Con i simili dello stesso sesso litiga facilmente, essendo territoriale.

Come inserire i pesci nell’acquario

Il sacchetto con i pesci acquistati si immerge nella vasca con il bordo arrotolato più volte.

Dopo circa mezz’ora si inizia ad aggiungere acqua dell’acquario

… e si trasferiscono i pesci nella vasca buttando via l’acqua del sacchetto, che potrebbe essere veicolo di infezioni.

L’importanza delle piante d’acqua

Le piante sono molto importanti per ottenere un ambiente naturale e biologicamente stabile nell’acquario fai da te, dato che assorbono anidride carbonica e nitrati originati dalla decomposizione delle sostanze azotate attuata dai batteri presenti nel filtro biologico e nella ghiaia.

Inoltre, sono molto apprezzate dai pesci, che amano nascondersi. Il fondo della vasca va preparato con uno strato di un composto nutritivo di lunga durata, reperibile in commercio, formato da sabbia silicea lavata, torba trattata, sali minerali e oligoelementi; serve a far attecchire le piante e a nutrirle.

Come inserire piante d’acqua in un acquario

Le piante per pesci rossi si trasportano dal negozio avvolte in carta umida in modo da mantenerle fresche; la preparazione prima della messa a dimora consiste nella pulitura da tutte le parti ingiallite o rovinate curando di eliminare anche la punta delle radici in modo da favorirne il rinnovo.

La piantina si installa in una buca scavata nel ghiaino e non ha bisogno di altre attenzioni se non una periodica pulizia dalle parti rovinate dal morso dei pesci.

Saltuariamente, se ci sono carenze nella crescita, si possono aggiungere all’acqua concimi liquidi, dato che molte piante, come le Cabomba, raccolgono il nutrimento preferibilmente attraverso le foglie piuttosto che dalle radici. Per le altre, come le Cryptocoryne e le Anubias che si nutrono attraverso le radici, sono disponibili pastiglie da interrare settimanalmente nel ghiaino.

Per mettere a dimora la pianta si tagliano le punte delle radici (1) e si eliminano le foglie ingiallite, poi si allarga la sabbia del fondo in un piccolo cratere (2) e la si posa ricoprendola fino al colletto (3).

Come tenere pulito l’acquario

Le attrezzature necessarie per mantenere un acquario fai da te sano stanno in un contenitore, interno o esterno alla vasca, chiamato genericamente filtro acquario, ma che contiene un complesso sistema di trattamento dell’acqua.

Seguendo il percorso dell’acqua, troviamo un riscaldatore, un filtro di fibra a più stadi per la pulizia meccanica dai residui grossolani, un supporto per il filtro batterico (i “cannolicchi”, cilindretti forati che ospitano nelle loro porosità i batteri incaricati della demolizione dei residui organici), i carboni attivi, efficaci per eliminare sostanze chimiche dannose e coloranti, e una pompa di ricircolo.

Come trattare l’acqua di un acquario

Settimanalmente bisogna sostituire circa il 10% dell’acqua con altra opportunamente trattata: si tratta di riempire un contenitore con semplice acqua del rubinetto e aggiungere prodotti biocondizionatori che abbattono metalli pesanti e cloro e regolano il pH dell’acqua (potenziale di idrogenione) cioè il grado di acidità o basicità, insieme ad additivi biologici che introducono ceppi batterici necessari all’eliminazione dei detriti generati dalla presenza dei pesci; dopo 24 ore l’acqua è pronta per essere introdotta nell’acquario.

In caso di proliferazione eccessiva di alghe, causata dallo scarso ricambio d’acqua o dall’eccessiva esposizione ai raggi solari, si provvede a periodiche pulizie con lana filtrante o, nei casi più difficili, al raschiamento del vetro con la lama di un cutter passata come se fosse un rasoio. Il controllo del fenomeno alghe può essere affidato anche a diverse specie di pesci che se ne cibano: due esempi sono l’Otocinclus e l’Ancistrus.

La pulizia del fondo della vasca si effettua con una gomma da irrigazione munita di un pezzo
di tubo corto e largo, la “campana”. Per innescare il sifone si riempie d’acqua la parte larga tenendo
il capo opposto chiuso con il pollice.
Distendendo il tubo in verticale l’acqua scorre verso il basso riempiendolo. Tenendo sempre
chiusa l’estremità stretta si immerge la campana nell’acquario rivolta verso l’alto per completare
il riempimento.
Si avvicina la campana al fondo e si libera l’altra estremità in un secchio posto sotto il livello della vasca.
Il deflusso dell’acqua asporta dal fondo i residui più leggeri smuovendo e lavando la ghiaia superficiale.
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