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16 agosto 2017 - 17:45

La Germania si appella alla Corte europea contro il quantitative easing, gli aiuti della Bce alla zona euro

di Giuliana Ferraino

La Germania prova un’altra volta a fermare la Banca centrale europea. La Corte Costituzionale tedesca ha rinviato alla Corte di Giustizia europea i numerosi ricorsi presentati in Germania contro il programma di acquisto di titoli di Stato e altre obbligazioni, da 60 miliardi di euro al mese, lanciato dall’Eurotower all’inizio nel 2015 per stimolare l’economia dell’eurozona e allontanare il rischio della deflazione.

Dopo aver tentato invano di bloccare l’Omt, il programma (finora mai usato) lanciato nell’estate 2012, quando il presidente Mario Draghi disse che la Bce avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare l’euro, pronunciando il famoso «whatever it takes», nel mirino questa volta è dunque il «Quantitative easing». Il complain? Il programma di acquisto della Bce sarebbe illegale perché rappresenterebbe un finanziamento diretto dei bilanci statali, esplicitamente vietato dalle regole europee e andrebbe oltre il mandato di politica monetaria della Bce. Da qui la richiesta alla Corte di Karlsruhe tedesca da parte di un gruppo di esponenti conservatori tedeschi di impedire alla Bundesbank, la banca centrale tedesca, di partecipare agli acquisti della Bce. Ogni mese la sola Bundesbank acquista 10 miliardi di euro di titoli sul mercato, la quota maggiore dei 60 miliardi mensili previsti dal programma. Per il presidente della Corte di Karlshruhe, Andreas Voßkuhle, «esistono ragionevoli motivi per credere che l’acquisto di titoli di Stato sia stato illegale, violando il divieto di finanziare direttamente gli Stati, oltre i limiti del mandato della Banca centrale europea. Ma i giudici rossi hanno scelto di non decidere, chiedendo nel giorno di Ferragosto l’intervento della Corte del Lussemburgo, perché la questione riguarda le regole dell’Unione europea.

Una decisione della Corte europea di Giustizia, però, potrebbe richiedere più di un anno, e per allora il Qe da oltre 2 trilioni di euro ella Banca centrale europea potrebbe essere sula via della conclusione, se non già terminato, visto il buon andamento dell’economia dell’eurozona e la ripresa dell’inflazione, risalita in media all’1,3%, anche se ancora di lontana dall’obiettivo della Bce, vicino ma sotto il 2%. Di certo c’è il precedente dell’Omt, visto che anche in quel caso la Corte di Karlsruhe aveva rinviato al questione alla Corte europea di Giustizia. E da Lussemburgo è arrivato non solo il via libera allo scudo anti-spread, ma anche il riconoscimento di un ampio margine di discrezionalità alla politica monetaria della Bce, pur nel rispetto di determinate condizioni, tra le quali (appunto) il divieto di finanziamento monetario degli stati membri.

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