Tu non sai cosa può fare una donna innamorata, innamorata della vita come Michelle Hunziker. E anche di Tomaso (Trussardi) e delle sue ragazze (Aurora, Sole e Celeste) e della famiglia. «Ma sì, chissà un giorno faremo “Los Trussardos!” perché è vero che un po’ Sandra e Raimondo siamo e tutti si divertono un sacco quando ci vedono». Non c’è dubbio. Intanto ha accettato di essere la testimonial della «Lovy» la nuova borsa nata in casa Trussardi: una it-bag da 490 euro e passa la paura. «Mi è piaciuta subito l’idea di rappresentare un prodotto che qualsiasi donna si può permettere. Che sia ricca o no e che non abbia voglia di spendere mille/duemila euro per una borsa. Ma possa con molto meno averne una dello stesso livello in materiali e forma».
Michelle Hunziker tra amore e moda
Nel video (animazione di Virginio Villoresi) lei, Michelle, entra a palazzo come una moderna e semplice Alice nel Paese delle Meraviglie, lì incontra il levriero e il suo mondo. «Mi sono sempre sentita un pesce fuor d’acqua. Tomaso ed io ci conoscevamo appena, non eravamo ancora usciti allo scoperto e mi chiese di andare alla cena di Natale a casa loro. “Ma sei matto!”, gli dissi. Poi mi ha convinto. Ma avevo una soggezione pazzesca, pensavo di essere troppo pop. Sono rimasta però me stessa e la cosa ci ha unito sempre di più. Così nel video della Lovy: da una parte il lusso artigianale di Trussardi, dall’altro la mia semplicità. Lavorare con Gaia è stata una bellissima esperienza. Lei è veramente una donna incredibile».
Già, Gaia Trussardi. La stilista, sua naturalmente la Lovy, che nel video è anche cantante: «La musica è la mia grande passione. A volte scrivo, canto e registro sul mio iPhone. E c’era quella canzone “Love, love, love” che avevo lì — racconta Gaia —. A me sembrava perfetta. Felice e happy, quando io di solito ho un stile un po’ più pesante. Ho pensato “se piace” la usiamo. È piaciuta».
Come Michelle: «Il progetto era lì da un po’. Poi abbiamo pensato alla testimonial, una donna con diverse identità, senza incasellarla in un contesto sociale preciso e di classe, ma con un’identità sfaccettata. E abbiamo pensato a lei per una serie di motivi, del tutto naturali compreso il fatto che fosse pronta. Forse qualche anno fa sarebbe stata una forzatura».
A Tomaso è andato il compito dell’ambasciata: «Gliel’ho chiesto come è nel mio stile: spudoratamente! Sono arrivato a casa e le ho detto “dai falla tu questa campagna”. Lei ha risposto: “Ne parlo con Gaia, non con te!”». Ma sino a poco tempo fa non difendeva i lavori separati? «Sono cinque anni di fidanzamento e due di matrimonio e due pargoli. Tutto è diverso. Prima poteva sembrare una forzatura. Ora invece Gaia e Michelle hanno costruito un rapporto fatto pure di idee e momenti insieme. Fra l’altro noi non abbiamo mai avuto testimonial, ma oggi c’era bisogno di comunicare in modo chiaro. Contratto? In natura.... Scherzo! Michelle ed io abbiamo voluto devolvere a “Doppia difesa”, la sua associazione di aiuto alle donne, il compenso. Detto questo non posso certo negare che il nome Trussardi sui motori di ricerca è stabile, ma il giorno del nostro matrimonio è schizzato alle stelle».
Rincara Michelle: «Raccontare un prodotto attraverso una storia è bello. Alla gente piace e anche a me. All’inizio pensavo di essere di intralcio, loro arrivavano da questa famiglia incredibile e di un’eleganza pazzesca. E invece è nato un grande amore che ho sempre avuto paura di inquinare. Ma abbiamo creato la nostra storia e io sono anche diventata un po’ più chic, perché prima ero molto Svizzera: sapevo insomma vestirmi benissimo solo sulle piste da sci. Non che loro si siano imposti, semplicemente quando respiri un ambiente apprendi».
Lei un po’ più chic e Los Trussardos? «Credo che con me siano diventati un po’ più pop, nella sua accezione positiva, sono insomma arrivati al mio pubblico che molto più popolare».
Conferma Gaia: «Pop è il termine giusto, là dove significa anche naturalezza e semplicità, un po’ ragazza della porta accanto. E anche nel video Michelle si veste esattamente come è lei».
«Ho sempre amato tantissimo chi ha uno stile naturale — aggiunge la presentatrice —. Come mia figlia Aurora che da quando ha tre anni è stilosissima. Io invece mi sono sempre concentrata su altro, perché la mia cultura non me l’ha insegnato. La Svizzera ti dà veramente tutt’altro. Non ho quindi mai dato peso a questo aspetto della vita però mi sono innamorata della bellezza. Adoro le cose belle. Sono un’esteta».