A RIMINI
Meeting Cl, applauso a Gentiloni Misure choc per il lavoro ai giovani
di Marco Galluzzo
RIMINI — È stato preceduto da elogi politici e caratteriali, individuato dai dirigenti del Meeting, e in primo luogo da Giorgio Vittadini, come esempio di leader senza leaderismo, capace di unire invece che dividere. E con queste credenziali, quando entra nella grande sala della fiera di Rimini, come da copione il presidente del Consiglio viene accolto da un grande e caloroso applauso.
Il ritorno sulla scena politica di Paolo Gentiloni, dopo alcuni giorni di vacanza, coincide con l’apertura del Meeting di Cl e con una sintonia forte con il mondo delle imprese di Comunione e liberazione.Oltre a un misura, un metodo e a una cifra politicache vengono apprezzati dai ciellini, i contenuti sono per tanti versi sovrapponibili: si tratta di coniugare tradizioni e futuro, incastrare la creatività italiana nel contesto globale, governare fenomeni complessi a cominciare da quello dei migranti, senza dimenticare i nostri valori. Eppure le analisi di questa fetta di mondo cattolico sembrano sovrapponibili, innanzitutto, per lo stile, con quelle del presidente del Consiglio.
Gentiloni non offre soluzioni, ma innanzitutto ricorda, citando Fukuyama e Bauman, quelle recenti, dei sociologi, degli economisti, che hanno spesso fallito: concetti come la Fine della Storia, la Società liquida, «rivisti oggi, fanno sorridere», come anche quel pensiero demiurgico legato «al presunto uomo di Davos, frutto della globalizzazione, cosmopolita e capace di dominare il mondo, ma alla fine solo una grande illusione, come le altre». Insomma la società resta complessa, non ci sono scorciatoie, bisogna lavorare tutti e insieme. E lui Gentiloni, se Vittadini lo invita «a non avere paura del futuro», come esecutivo, come propulsore di riforme, risponde che «oggi servono apertura, tradizioni, dinamismo e chi meglio di noi italiani, delle nostre imprese, le multinazionali tascabili, è in grado di stare in questo mondo che cambia».
Un dialogo all’insegna dell’ottimismo, al quale il capo del governo abbina l’annuncio delle misure economiche di autunno, tutte orientate alla creazione di nuovi posti di lavoro: «La legge di Bilancio sarà passaggio chiave per concludere in modo ordinato la legislatura, grazie alle condizioni ottenute dalla Commissione di Bruxelles, ci saranno risorse che consentiranno alcune limitate misure per accompagnare la crescita, non sarà facile, ma ci saranno interventi molto selettivi, in primo luogo sul lavoro per i giovani, attraverso incentivi permanenti, stabili all’assunzione, consolidando i risultati del Jobs act di Matteo Renzi, con un impegno straordinario sulle politiche attive per il lavoro, anche con alcune norme shock, per rendere le assunzioni stabili di giovani veramente convenienti».
C’è spazio anche per dei piccoli fuoriprogramma: prima del suo intervento Gentiloni visita una mostra sui migranti che in Italia ce l’hanno fatta. Alla fine del dibattito con i giovani di Comunione e liberazione si concede addirittura una passeggiata sui viali di Rimini con strette di mano ai passanti, ai turisti, e alcune foto. Infine visita infine il ristrutturato cinema Fulgor, sfogliando con il sindaco Andrea Gnassi il Libro dei sogni di Federico Fellini. Il cinema, pronto dopo anni di lavori per l’inaugurazione, sarà una delle sedi del museo che la città romagnola sta strutturando per il regista.