Milano, 24 gennaio 2017 - 13:12

Viviani, la tennista squalificata per aver colpito un raccattapalle: «Ho pianto per ore, non riesco a crederci»

Intervista alla 17enne di Pavia: «Nei mei confronti solo applicazione rigorosa e automatica del regolamento. Anche il giudice arbitro mi sembrava dispiaciuto»

Maria Vittoria Viviani Maria Vittoria Viviani
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Attraverso continenti e fusi orari, la voce di Maria Vittoria Viviani - 17 anni, nata a Pavia e residente a Lodi, junior azzurra aspirante campionessa - arriva forte e chiara dalla notte di Melbourne, down under. Protagonista di un episodio sfortunato e grottesco all’Australian Open Under 18, il torneo parallelo a quello dei grandi dove il magnifico dinosauro Roger Federer sta facendo scintille, squalificata per aver colpito (involontariamente e scusandosene immediatamente dopo) un raccattapalle, Maria Vittoria racconta la sua verità dei fatti. Pienamente confermata dal video di Corriere.it, dai testimoni oculari e dal buon senso di una giocatrice nota per la sua pacatezza e buona educazione sul campo.

Allora, Maria Vittoria: cosa è successo?

«Secondo turno contro la cinese Wang. Perdo il primo set 6-2 ma non sono arrabbiata. Ora recupero, mi dico. Do un colpo alla palla di fianco a me, con la coda dell’occhio vedo nettamente che non c’è nessuno. Ma un raccattapalle, un bambino, proprio in quel momento corre in avanti e si china per raccogliere la palla, che lo colpisce sul collo. Una fatalità ma niente di grave: non un colpo violento, men che meno intenzionale. Mi scuso subito. Lui sta bene, torna in posizione. E penso che sia finita là».

Invece no.

«Mi siedo al cambio di campo. Rifiato. Il giudice di sedia mi chiama sotto il suo seggiolone: hai colpito il raccattapalle, mi dice, da regolamento devo chiamare il giudice arbitro. Sono perplessa ma al massimo penso che mi diano il classico warning, l’avvertimento per condotta inappropriata. Anche se pure il warning mi sarebbe sembrato eccessivo...».

Macché. Arriva la squalifica.

«Accorre il giudice arbitro, parla col bambino, che conferma di essere stato colpito al collo. Lo vedo, sta bene, chiedo di parlarci. Me lo vietano. Confabulano, io aspetto. Viene da me il giudice: mi spiace, dobbiamo squalificarti, è il regolamento. Partita finita. Sono sotto choc, scoppio a piangere».

Ma se il bambino non si è lamentato, chi ha fatto partire la denuncia?

«Il giudice di linea di fondo campo: ha visto tutto ed è andato a parlare con il giudice di sedia, che non si era accorto di nulla. Nessuno, nemmeno la mia coach Maria Elena Camerin a bordo campo, si era accorto di nulla!».

Essendo l’episodio minimo e ininfluente. Poi?

«Poi vado nell’ufficio del giudice arbitro. Voglio capire. Mi dice che sono squalificata anche dal torneo di doppio e che verranno tolti dei punti dal mio codice di condotta...! Non ci posso credere....».

Nessuna spiegazione è più valida, a quel punto?

«Applicazione rigorosa e automatica del regolamento. Anche il giudice arbitro mi sembrava dispiaciuto, avendo capito che non l’avevo fatto apposta: dobbiamo tutelare il bambino, mi ha detto, non è tanto l’azione ma la conseguenza...».

Insomma, colpirne una per educarli tutti perché non crescano altri Kyrgios...

«Quello che è stato è stato. Sono affranta, dispiaciutissima, ho pianto per ore e non dormo da due notti. Avevo pensato a un ricorso ma non so se sia il caso, ormai... Non so se la Federtennis italiana farà qualcosa di sua iniziativa».

Una congiuntura astrale irripetibile, un film dell’orrore.

«Una vicenda grottesca, davvero. I miei a casa non ci volevano credere. Oggi rido per non piangere ma mai avrei pensato che potesse accadermi una cosa del genere».

Questo episodio cambia il tuo approccio al tennis? Il sogno di diventare una campionessa è già infranto?

«Ho la coscienza a posto. So di non aver fatto nulla di male e il video che anche voi pubblicate, e grazie, parla per me. Ho ricevuto un’infinità di messaggi di incoraggiamento, da tutto il mondo, anche da chi non conosco. Il tennis era e rimane il sogno della mia vita: da questo sfortunato Australian Open uscirò più forte. Proverò a sfondare con tutte le mie forze e sto già pensando al prossimo torneo: un 15 mila dollari a Bergamo».

Speriamo di sentirci in occasione di una bella vittoria, la prossima volta.

«Speriamo. Da qualche anno ho fatto del tennis la mia ragione di vita, ho vissuto due anni a San Marino, da ottobre mi alleno a Crema, non frequento più regolarmente la scuola da un po’... Ho voglia di arrivare in alto con il mio rovescio a due mani, il gioco da fondo campo, l’aggressività, le risposte al servizio. Tra qualche anno sono sicura che sull’episodio di Melbourne ci riderò su...».

Auguri Maria Vittoria, di cuore.

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