19 marzo 2018 - 17:58

Uber sospende i test sull’auto a guida autonoma dopo un incidente mortale | Perché è così difficile programmarla?

Ferme le sperimentazioni in tutte le città, San Francisco, Pittsburgh, Phoenix e Toronto dopo che una delle vetture ha colpito una passante a Tempe, Arizona

di Michela Rovelli

shadow

Un incidente mortale mette il cartello «Stop» davanti ai test sull’auto a guida autonoma di Uber. Una vettura stava guidando, da sola — il guidatore era seduto sul sedile anteriore ma senza le mani sul volante — nella notte di lunedì 19 marzo lungo le strade di Tempe, Arizona, quando ha colpito una passante che stava attraversando la carreggiata fuori dalle strisce. La donna — non è stato rivelato il suo nome, ma secondo Recode si chiamava Elaine Herzberg — è stata portata di corsa in ospedale, con ferite gravi, ed è morta poco dopo. Illeso l'uomo che si trovava nell'abitacolo. Mentre la polizia indaga sull’accaduto, la società ha sospeso immediatamente tutte le sperimentazioni nelle città in cui era attivo: San Francisco, Pittsburgh, Phoenix e Toronto. E, fanno sapere, «stiamo collaborando fianco a fianco con le autorità locali». Mentre Dara Khosrowshahi, il Ceo che ha preso il posto del fondatore Travis Kalanick ad agosto, scrive su Twitter: «Notizie incredibilmente tristi dall'Arizona. Un pensiero alla famiglia della vittima mentre lavoriamo per capire cosa sia successo». La vittima sarebbe il primo caso di pedone travolto e ucciso da un veicolo in modalità Autopilot.

I casi precedenti

Non è la prima volta che Uber sospende i test della sua tecnologia per la guida autonoma. C’era già stato un incidente sempre a Tempe circa un anno fa: un Suv Volvo con AutoPilot aveva colpito un’altra macchina e si era ribaltata. Un utente su Twitter aveva condiviso la foto della vettura appoggiata in mezzo alla carreggiata su un fianco. Ma nessuno era rimasto ferito e, nonostante i dubbi sul mancato rispetto della regolamentazione, le sperimentazioni erano ripartite. In quel caso specifico la responsabilità era stata del guidatore in carne ed ossa, al volante dell’altra macchina. Ma era stato l’ultimo di una serie di casi di incidenti più o meno gravi — 80 in tutto — rilevati nel solo mese di febbraio 2017. L’Arizona è stato il primo stato che ha visto scendere in strada le auto a guida autonoma di Uber, a Phoenix e Tempe nel 2016. Poi la società aveva ampliato il progetto ad altre città: San Francisco, Pittsburgh e Toronto. Alla fine del 2017 erano state percorse due milioni di miglia in modalità Autopilot, pari a poco più di 3,7 milioni di chilometri, riporta Recode. Non è nemmeno la prima volta che un’auto a guida autonoma viene collegata alla morte di una persona. Il primo caso riguarda un’altra società, la Tesla, che già prima di Uber aveva attivato i test su strada del suo Autopilot. Il 7 maggio 2016 una Model S, con a bordo il test Joshua Brown, si è schiantata contro il rimorchio di un camion lungo un’autostrada della Florida. L’impatto era stato fatale per l’uomo. Dopo otto mesi di indagini, la tecnologia della guida autonoma creata dall'azienda di Elon Musk è stata assolta dalla National Highway Traffic Safety Administration. L’agenzia federale dei Trasporti non ha trovato nessuna anomalia sulla sicurezza del sistema montato sull’auto.

Auto o robot? Ce lo dicono i cinque gradi dell'autonomia: ecco cosa significano
La scala «made in Usa»

Cos'è l'auto a guida autonoma

Il sistema viene chiamato AutoPilot, ed è in grado di tracciare — e controllare — la traiettoria della vettura nonché di identificare e monitorare gli ostacoli (dai pedoni agli altri veicoli in strada) grazie a sensori e telecamere. Sono cinque i livelli di autonomia, secondo una scala di standard stilata dalla Sae, la Society of Automotive Engineers. Al momento, causa avanzamento tecnologico e regolamentazione necessaria perché queste auto possano girare su strada (ad esempio di chi è la responsabilità di un incidente se nessuno sta guidando?), le auto più sofisticate già sul mercato si trovano tra il livello 3 e il livello 4. Per fare il passo ulteriore e raggiungere la massima automazione, servirà un aggiornamento delle leggi e, soprattutto, sistemi ancora più sofisticati che permettano alla macchina di dialogare non soltanto con gli altri mezzi di trasporto ma anche con la segnaletica stradale. Oggi molte società stanno già conducendo test su strada, dove è permesso (nella maggior parte dei Paesi c'è ancora il divieto). In alcune città americane potevamo trovare i Suv di Uber (fino ad oggi), e continuano a circolare le auto di Google, così come quelle di Tesla ed Apple. Samsung sta iniziando a sperimentare in Corea del Sud. Nessuna, come detto, può vantare della totale indipendenza dall'essere umano. È quindi obbligatorio che un tecnico sia seduto al posto di guida, per afferrare il volante e riprendere il controllo dell'auto se fosse necessario.

I 32 progetti sull’auto a guida autonoma in tutto il mondo
L'elenco di CB Insights

Chi è al lavoro

Uber è solo una delle tante società che stanno gareggiando per raggiungere per prime il traguardo di creare una tecnologia che permetta a un'automobile di muoversi senza bisogno dell'intervento umano. Sono oltre 40 i partecipanti e la maggior parte punta a portare l'Autopilot a livello 5 di autonomia entro il 2021. Gli attori sono i più diversi. Ci sono i tradizionali produttori di automobili, che vogliono essere attivi anche in questa rivoluzione su due ruote, come Bmw, Ford, Audi, Mercedes, Nissan, Toyota, Volkswagen, Volvo. Senza dimenticare Tesla, specializzata nell'elettrico e la prima ad aver avviato i test su strada. Poi i colossi della tecnologia: oltre a Uber, in prima fila troviamo Google con la sua divisione Waymo, poi Apple, che dal sogno di realizzare una macchina targata Mela ha deciso di concentrarsi solo sul software; la cinese Huawei, Microsoft e Samsung. Infine una carrellata di startup, che si accompagnano alle grandi società, già inserite nel mercato, o procedono da sole per creare il sistema di guida autonoma migliore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT