Deontay Wilder, 32 anni. Ap

Deontay Wilder, 32 anni. Ap

Il pugilato è uno sport violento e purtroppo la sua storia insieme a tante imprese memorabili è disseminata anche di morti. Ieri mentre a Cardiff si preparavano a combattere per una fetta del Mondiale dei massimi Joshua e Parker, il 32enne detentore del titolo Wbc, l’americano Deontay Wilder, in un’intervista al Breakfast Club, per il network New York Radio Show, ha cancellato in un colpo due secoli di Noble Art annunciando l’intenzione di ammazzare qualcuno sul ring. La frase repellente che purtroppo non lascia adito a dubbi è la seguente: "Spero di avere un morto nel mio record. Ne voglio uno, lo voglio veramente -ha detto il campione (40-0 il suo record) riferendosi alla sua fama di "Bronze Bomber" -. Non ho paura di apparire quello che la gente vuole. Non ho paura di nessuno, non mi interessa quale avversario ho di fronte". Incredibilmente il campione Wbc non ha esitato a ricordare anche l’occasione in cui è andato più vicino al suo obiettivo, contro il polacco Artur Szpilka nel 2016 al Barclays Centre di Brooklyn mentre lo metteva k.o. al 9° round: "Avevo la potenza per farlo, ho creduto di averne uno (cadavere, ndr) quando Szpilka è andato al tappeto e sembrava non respirare più".
la condanna — Per fortuna non sono mancate le reazione disgustate alle parole di Wilder mentre il Wbc apriva immediatamente un’inchiesta rinviandolo alla propria commissione disciplinare. "E’ un fatto che non passerà inosservato perché viola il nostro codice etico", ha detto il presidente Wbc Mauricio Sulaiman. Non più di un mese fa l’Inghilterra aveva pianto la morte di un pugile, Scott Westgarth. "Se veramente ha detto queste cose è un miserabile", ha scritto il massimo leggero britannico Tony Bellew su Twitter. "Tanti pugili hanno dei figli a cui devono provvedere, significa che Wilder vuole ammazzare il padre di quei ragazzi? E’ solo un idiota".