Con un pizzico di rancore Claudio Ranieri torna sulla sua impresa al Leicester, proponendo un parallelo con la Roma allenata otto anni fa: «È...
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L’ESONERO
Un ben servito che Claudio Ranieri non riesce ancora a digerire, il suo Leicester è arrivato in alto grazie all’idea di calcio del tecnico romano ed una buona dose di fortuna: «Che, però, ci siamo costruiti - ci tiene a precisare l’allenatore -. I ragazzi del Leicester in quattro anni sono passati dalla serie C inglese fino alla vittoria della Premier League: uno stress incredibile. All’inizio della mia avventura andavamo nella periferia di Leicester per fare amichevoli contro squadre di prima categoria, la scorsa estate, invece, giocavamo in America contro il Barcellona e le più grandi di Europa. La mente era cambiata totalmente: nelle partite di grande cartello e in Champions League era il solito Leicester, nelle partite normali perdevamo quella compattezza, quel nostro credere l’uno nell’altro, nell’aiutarsi l’uno con l’altro». Poi la chiamata che segnò la fine: «Nella partita con il Siviglia persa 2 a 1 io avevo rivisto quello spirito giusto della squadra, poteva essere la partita della svolta. Purtroppo quando siamo atterrati mi hanno chiamato e “arrivederci e grazie”, ma tanto ci sono abituato: sono arrivato più volte secondo e sono stato mandato via, per cui dopo che ho vinto chi se ne frega.
LA CHAMPIONS
Claudio Ranieri parla anche dell’impresa Juventus che ha eliminato il Barcellona ai quarti di Champions aggiudicandosi un posto in semifinale: «Credo che il Real Madrid sia favorito per la vittoria della Coppa, ma attenzione ad Atletico Madrid e Monaco, squadre da prendere con le molle.
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Il Messaggero