(Da "Habemus Papam")

Cosa dicono gli ultimi sondaggi “clandestini”

Quelli che parlano di eventi ippici e retroscena sul conclave: solo che domani non corrono cavalli e i cardinali non saranno in Vaticano

In Italia non si possono pubblicare sondaggi nei 15 giorni prima del voto, e il 4 dicembre ce n’è uno piuttosto importante.

Ovviamente le società che si occupano di sondaggi non smettono di farli: la legge ne vieta solamente la loro diffusione, ma continuano a circolare fra partiti e addetti ai lavori. Nonostante il divieto – prescritto da una direttiva dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) e da una norma che fa parte della legge 28 del 2000, la famosa “par condicio” – da alcuni anni aggirano queste norme pubblicando articoli che seppur senza mai dirlo in modo esplicito contengono dei sondaggi travestiti da altre cose. Sono per esempio “corse di cavalli” o “retroscena sul conclave”. Naturalmente non è possibile verificare l’attendibilità di questi sondaggi e i criteri di chi li ha realizzati: chi li diffonde, probabilmente, non sosterrebbe nemmeno che sono sondaggi ma appunto corse di cavalli o retroscena sul conclave.

Cinque righe sul divieto

La legge che in Italia vieta la pubblicazione dei sondaggi nei 15 giorni prima delle elezioni – la legge 28 del 2000, cioè la più importante di quelle sulla par condicio – non ha praticamente eguali in Europa e nel resto del mondo occidentale. Qualcosa di simile esiste in Francia, ma vale soltanto per le 24 ore precedenti al voto e per la pubblicazione degli exit poll nel giorno del voto. La legge italiana è più simile a quella del Mozambico, dove i sondaggi sono vietati per tutto il periodo della campagna elettorale. Il potere di controllare e di sanzionare chi viola questo divieto appartiene all’AGCOM, che elabora i regolamenti e può comminare multe dai 25 ai 250 mila euro. La motivazione che sta dietro a questo divieto è il timore che la diffusione dei sondaggi possa in qualche modo manipolare l’opinione pubblica e alterare i risultati del voto.

I partiti politici o i comitati referendari continuano comunque a commissionarli e gli istituti continuano a realizzarli, anche perché la precisione dei loro modelli statistici deriva in parte dal raffronto di dati raccolti con continuità con i risultati reali che usciranno dal voto. I risultati continuano quindi a girare anche se non si vedono sui giornali o nei telegiornali.

C’è da fidarsi?

Non molto, in realtà. La legge e l’idea alla base del divieto sono state spesso criticate, anche perché il divieto fa sì che i sondaggi circolino comunque, solo che in forme impossibili da verificare: se non sono veri sondaggi nessuno è tenuto a dire come sono stati fatti (anzi, non può proprio farlo). Non si può quindi sapere qual è il campione statistico, il margine di errore e così via. In più, come hanno mostrato diversi casi negli ultimi mesi, i sondaggi possono raccontare delle cose fino a un certo punto, specie nel caso di – per iniziare a entrare nella metafora – «arrivi al fotofinish».

Cavalli e cardinali, quindi

Sul sito Right Nation si parla di ippica, più precisamente del “Grand Prix de la Constitution”. Vi partecipano diversi fantini, riuniti però in due schieramenti: l’Assemblage Hétéroclite (riferimento all'”accozzaglia”, un termine circolato molto negli ultimi giorni) e il Truie Blessée. Negli ultimi 15 giorni ci sono state undici gare del “Grand Prix de la Constitution” e in nove occasioni ha vinto l’Assemblage Hétéroclite. Nelle prime Truie Blessée aveva più svantaggio, ora sembra essere in recupero. Nella corsa più recente – di sabato pomeriggio – l’Assemblage Hétéroclite è arrivato primo con 6 lunghezze di vantaggio.

Sul sito YouTrend si parla invece di conclave e di cardinali che devono votare le modifiche alla Legge Fondamentale dello Stato Vaticano. I suoi dati arrivano «da un eccelso e qualificato centro studi triestino» e spiega che «non è ancora chiaro quanti porporati sceglieranno di esprimersi». Al momento sembrano in vantaggi quelli contrari alle modifiche della legge vaticana, che si ispirano a San Norberto. Otterrebbero, secondo quanto scritto da YouTrend sabato 3 dicembre, i voti di poco più di 50 cardinali, forse poco più di 53 (su 100 totali). I cardinali per il cambiamento – ispirati a San Simplicio – sarebbero tra i 45 e i 49. YouTrend spiega che se a votare saranno in pochi («meno della metà dei cardinali convocati») prevarrà San Norberto. Se voteranno almeno sei cardinali su dieci le cose sarebbero molto più incerte, e «potrebbero essere decisivi i voti dei nunzi apostolici all’estero – che secondo indiscrezioni provenienti dagli uffici della Santa Sede sarebbero in maggioranza devoti a San Simplicio». Se invece dovessero votare tanti cardinali – cioè ben più di sei su dieci – «il margine di vittoria per i seguaci di San Norberto si amplificherà nuovamente» e  «i contrari potrebbero vincere con un vantaggio di ben 16 cardinali».

Continua sul Post