Crolla viadotto della tangenziale di Fossano e schiaccia auto dei carabinieri

Illesi i militari impegnati in un posto di blocco: «Siamo due miracolati»

Un cavalcavia della tangenziale di Fossano, che attraversa via Marene, nelle vicinanze dei cimitero, è crollato oggi nel primo pomeriggio (18 aprile). Cause ancora da stabilire. Un’auto dei carabinieri è rimasta schiacciata nel cedimento. I militari impegnati in un posto di blocco sono rimasti illesi. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i militari avrebbero avvertito lo scricchiolio della struttura e avrebbero deciso di allontanarsi dalla vettura, appena in tempo per evitare di essere schiacciati. La zona è presidiata dai vigili del fuoco. «Siamo due miracolati»: hanno detto ai soccorritori. Sono il carabiniere Vincenzo Matera, 23 anni, e il maresciallo aiutante Giuseppe Marcigliano, 52 anni, entrambi in servizio presso la stazione di Fossano. A sincerarsi delle loro condizioni anche il comandante della stazione di Fossano, maggiore Danilo Barbabella, e il comandante provinciale Rocco Italiano. I due carabinieri, poco prima del crollo, avevano fermato un’automobilista per un controllo di routine. L’auto era poi ripartita, senza problemi.

L’Anas ha deciso di chiudere tutta la tangenziale, da località San Sebastiano a Boschetti. Il presidente Gianni Vittorio Armani ha istituito una commissione d’inchiesta interna per accertare cause e responsabilità, presieduta dal generale dei carabinieri Roberto Massi, direttore della Tutela Aziendale di Anas, e composta da due ingegneri strutturisti ed esperti di tecniche costruttive. Il traffico viene deviato sulle strade limitrofe.

APERTA UN’INCHIESTA DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI CUNEO

Il procuratore della Repubblica di Cuneo, Francesca Nanni, informata del crollo, ha detto: «Si tratta di un fatto gravissimo e che potenzialmente poteva essere molto offensivo. Stiamo aprendo un ‘inchiesta al momento contro ignoti. Il reato che ipotizziamo è crollo colposo di costruzione. Per individuare i responsabili sarà avviata in tempi stretti una perizia, si tratta di capire se è questione di progetti, esecuzione di lavori o materiali utilizzati». Il titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Pier Attilio Stea anch’egli sul posto.

L’INGEGNERE STRUTTURISTA

Adriano Scarzella, ingegnere, vicepresidente Ordine Ingegneri della Provincia Cuneo e referente per le questioni strutturali: «L’ipotesi secondo me più probabile, alla luce delle fotografie che ho potuto vedere, senza però un’esame diretto sul posto, è questa: il viadotto pare in parte prefabbricato, cioè composto all’interno da cavi pretensionati. Mi pare abbia ceduto un giunto, nel quale si vedono cavi tranciati. La rottura può essere stata provocata da problemi di manutenzione. Per esempio, d’inverno lo spargimento del sale crea infiltrazioni d’acqua e grande corrosione dei trefoli (cavi), che alla lunga possono essere danneggiati. Cedendo il giunto, si è verificato il cosiddetto «crollo a ginocchio», cioè il cedimento del giunto dall’altra parte. Questa è per me la spiegazione ingegneristica. Poi possono essercene altre fantasiose, magari legate al tipo di materiale utilizzato».

Il sindaco di Fossano, Davide Sordella: «Per fortuna non ci sono nè morti nè feriti. In queste circostanze a me come sindaco spetta prima di tutto di garantire la sicurezza, ed è per questo che in accordo con l’Anas, abbiamo deciso di chiudere tutta la tangenziale. L’altro punto è assicurare la viabilità alternativa, visto che la contemporanea chiusura del raccordo con l’autostrada Torino-Savona, per un lungo periodo di lavori, complica non poco la situazione».

La parlamentare del Movimento 5 Stelle Paola Taverna, in relazione al crollo, ha dichiarato : «I responsabili paghino e paghino caro tutto quello che dobbiamo subire. Un paese in macerie».

La tangenziale di Fossano avrebbe dovuto essere completata nel 1992. Per la sua costruzione furono stanziati quaranta miliardi di lire. Il primo lotto, quello dove è avvenuto il crollo odierno, è stato costruito tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. Dopo una serie di interruzioni dei lavori, l’opera, con il secondo lotto verso Cuneo, è stata completata dal gruppo Itinera a metà Anni Novanta.

Non è questo il primo crollo di strutture di grande portata nel Cuneese, per fortuna, senza che mai abbiano causato vittime.

NEL 2010

Sette anni fa, il 28 giugno, crollò il ponte di Monchiero, lungo la fondovalle Tanaro. Chiuso da tre mesi per problemi idrogeologici, cedette senza provocare vittime. E i resti vennero abbattuti per la ricostruzione. Da allora i residenti e gli amministratori hanno tentato più volte di ottenere il ripristino, per ora senza esito. Il sindaco Giovanni Bottino: «Abbiamo bussato a tutte le porte, ottenendo solo un avvio di progetto preliminare e senza copertura finanziaria. L’ultima volta che mi hanno ricevuto hanno detto che il ponte si rifarà, ma quando?». Per arrivare a Monchiero dalla fondovalle occorre ora percorrere una lunga deviazione.

NEL 2008

Il 15 dicembre 2008 in regione Moglia di Cherasco crollò la pensilina del casello autostradale della Cuneo-Asti. Era l’alba, un’abbondante nevicata aveva creato una coltre compatta sulla tettoia del casello, resa pesante dalla pioggia successiva. Verso le 4 del mattino la pensilina cedette. La tragedia fu evitata solo perché in quel momento non passavano automobilisti. Il casello era stato inaugurato nel giugno 2007.

NEL 2004

Il 20 gennaio 2004 alle tre del pomeriggio un’auto imboccò il tunnel-sottopasso della tangenziale di Fossano. La carreggiata è doppia, si fila lisci, il traffico è scarso. Davanti c’è un autocarro. L’automobile è quasi a metà della galleria quando il conducente sente un rombo fortissimo, poi vede frantumarsi il parabrezza. Sbanda per alcune decine di metri ma riesce a riprendere il controllo dell’auto e ad arrivare al fondo del cunicolo. Accadde tra l’ingresso da Bra sulla statale 231 e l’uscita sullo svincolo per la strada Reale. Una decina di pannelli insonorizzanti che foderavano le pareti si staccarono e investirono in pieno la «Opel Vectra» di un funzionario di banca. «La prima sensazione è stata di panico - spiegò, illeso, a distanza di pochi minuti dall’incidente -. Non vedevo più nulla, credevo che il camion davanti a me avesse perso una parte del carico. Mai più avrei pensato che fosse crollato un pezzo della galleria. Fortunatamente è andata bene: mi sento un miracolato». Dagli accertamenti condotti dai vigili del fuoco di Cuneo e Fossano e dai carabinieri di Fossano risultò che a fare il maggior danno fosse stata la pesante putrella in metallo che reggeva i pannelli che, se fosse caduta poco prima, avrebbe potuto causare danni maggiori, non solo alle auto ma anche ai conducenti. Anche in quella occasione il traffico sulla tangenziale nel tratto interessato fu sospeso.

NEL 1995

Poche ore prima sotto il tunnel era passato il Giro d’Italia; il 1° giugno 1995 intorno alle 9, crollò la galleria del Santuario di Vicoforte, lungo la statale 28. Un’enorme frana sfondò l’imboccatura della parte verso San Michele Mondovì e la struttura del tunnel, costruito nel 1914, cedette. “Poteva provocare una strage - disse in quell’occasione sconsolato uno dei carabinieri della stazione di Vicoforte, impegnato nei controlli della strada interrotta -; per fortuna quando c’è stato il crollo il traffico era deviato su un’altra strada”. L’allora sindaco Sebastiano Massa: “Alle 8,30 c’è stata un’infiltrazione d’acqua dalla sommità della galleria, un po’ di terra è finita all’imboccatura, ma la statale è stata liberata; infatti a chi mi chiedeva notizie sulle condizioni della strada ho detto che non c’erano problemi gravi; invece poco più di mezz’ora dopo c’è stato lo schianto e il tunnel è crollato”. I carabinieri di Vicoforte controllarono che nessuno fosse rimasto sotto la frana, poi la strada fu chiusa e il traffico deviato attraverso l’abitato del paese.