Metro 2, nuovo tracciato per avere i fondi

Il Comune chiederà ai progettisti di verificare la possibilità di passare da Porta Susa

l’ipotesi sta prendendo forma, perché sembra una delle poche soluzioni per rendere l’opera finanziariamente sostenibile. La seconda linea del metrò di Torino potrebbe cambiare tracciato: intersecarsi con la linea 1 a Porta Susa e proprio lì vedere aperti i primi cantieri.

Ieri mattina la sindaca Chiara Appendino e l’assessore ai Trasporti Maria Lapietra hanno incontrato Amedeo Aita Mari, amministratore delegato di Systra Italia, che fa capo alla società di progettazione delle ferrovie francesi al vertice della cordata che si è aggiudicata la progettazione preliminare dell’opera. Il manager ha firmato l’accettazione del contratto. A Systra la giunta Appendino, per ora, non ha chiesto di accelerare i tempi della consegna del progetto su cui la Città ha accumulato un forte ritardo. Però, probabilmente, chiederà di studiare la fattibilità di un primo lotto funzionale a partire dall’interconnessione con la linea 1, cosa che darebbe maggior forza e concretezza all’opera, rendendo più credibili le richieste di Torino per ottenere i finanziamenti.

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LO SNODO DEL CENTRO

La scelta potrebbe portare a una modifica del percorso. Un cambiamento che potrebbe anche permettere alla sindaca di accontentare quell’area del Movimento 5 Stelle che non ha mai smesso di contestare l’utilità della linea 2. È stato il senatore Stefano Esposito, vice-presidente Pd della Commissione Trasporti, a suggerire l’ipotesi. L’ha fatto prima durante il vertice in Comune convocato da Appendino con tutti i partiti per provare a non perdere i 10 milioni stanziati dal governo per la progettazione. Poi in un faccia a faccia con la sindaca. Nel bando di gara l’interconnessione tra linea 1 e linea 2 è prevista a Porta Nuova. Poi si tratterebbe di scavare un tunnel sotto il centro storico. Nella nuova ipotesi l’intersezione verrebbe spostata a Porta Susa. Da lì, il primo lotto funzionale proseguirebbe per 3-4 fermate verso Nord. La modifica di tracciato farebbe partire i lavori 2 dal nodo di trasporto centrale di Torino: a Porta Susa passano la linea 1 e i treni del servizio ferroviario metropolitano. Garantirebbe quindi una connessione con la rete esistente che sarebbe molto più fragile, invece, e più difficile da portare avanti nelle trattative con governo e Cipe per ottenere i fondi, se i lavori partissero da Rebaudengo. Ipotesi che un pezzo di Pd torinese continua a ritenere valida e prioritaria: la consigliera regionale, Nadia Conticelli lo ha esternato nell’incontro tra le forze politiche.

È probabile, comunque, che Appendino e Lapietra chiederanno a Systra di studiare la modifica al tracciato. I progettisti dovranno poi anche valutare un insieme di variabili: la domanda di trasporto, la capacità di carico, la tecnologia della nuova linea. Forniranno una serie di ipotesi e di costi per realizzarle. A quel punto spetterà alla Città decidere. E in quel momento si aprirà la seconda (e determinante) partita con il governo.

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FRONTE COMUNE PER I FONDI

La prima riguarda i 10 milioni che la Città rischia di perdere dato che non potrà consegnare a Roma il progetto preliminare entro fine anno, come richiesto dal governo. È la ragione per cui Appendino ha convocato parlamentari e consiglieri regionali e comunali di tutti gli schieramenti ieri in Comune. Il risultato è una lettera, firmata da tutti, con cui si chiede al ministero dei Trasporti di modificare il decreto eliminando la tagliola che rischia di escludere Torino.

Se la città otterrà il via libera dal governo e otterrà i dieci milioni potrebbe anche cercare di «prenotare» nuove risorse stanziate nei prossimi anni da Roma. Il documento pluriennale di pianificazione del ministero delle Infrastrutture individua gli investimenti strategici e il via libera del governo alla richiesta di proroga permetterebbe al progetto della linea 2 di restare in quell’elenco e renderebbe più facile ottenere quote di investimento a patto di avere le carte in regola.

PAROLA AL GOVERNO

La palla, adesso è in mano al governo. La città ha chiesto in modo unanime di modificare il decreto e di concedere il finanziamento in presenza dell’affidamento dell’incarico di progettazione. L’altra sera, alla Festa dell’Unità, il vice-ministro dell’Economia, Enrico Morando, aveva sostanzialmente anticipato il via libera del Mef. Adesso è necessario tradurre le rassicurazioni in atti concreti.