Gentiloni: “Non è tempo di cicale, non dobbiamo dilapidare i risultati”

Il premier alla Luiss: i conti sono molto in ordine, ma ricordiamoci che sono stati fatti enormi sacrifici. Prossimo obiettivo la riduzione del debito pubblico

I conti pubblici dell’Italia «non sono in ordine, ma molto in ordine» e oggi che ci avviamo verso le elezioni «dobbiamo partire dalla consapevolezza che i risultati, che sono costati sacrifici a famiglie, imprese e lavoratori, non possono essere dilapidati. Disperderli sarebbe assolutamente irresponsabile». Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni interviene all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Luiss a Roma guardando alle prossime elezioni di marzo, rivendica il lavoro fatto negli ultimi anni e mette in guardia dalle promesse lanciate in questi giorni di campagna elettorale da numerosi partiti, che vogliono abolire le ultime riforme. «Non è tempo di scardinare i pilastri del nostro sistema, da quello pensionistico, a quello fiscale. Non è il tempo delle cicale - spiega - è il tempo della competenza, della serietà e dell’investimento sul futuro».

“La riduzione del debito è un obiettivo fondamentale”

Secondo il presidente del Consiglio l’obiettivo principale è la riduzione del debito pubblico, che è oggi al 133 per cento del Pil: «Quando si parla della prossima legislatura, guai a dimenticare tra gli obiettivi quello più importante, cioè passare dalla situazione attuale di stabilizzazione del debito pubblico e di leggera flessione a una fase di graduale riduzione».

Gentiloni comunque non è preoccupato per l’instabilità. La domanda che viene più frequentemente rivolta dai leader stranieri e dagli interlocutori economici al premier, rivela, «riguarda i rischi di instabilità politica del nostro Paese. Ma io sono fiducioso perché l’Italia da 70 anni, nonostante il frequente cambio di governi, è forse tra i grandi Paesi europei il più coerente e in cui i fondamentali sono più riconoscibili a livello internazionale e da parte degli investitori. A cambiamento dei governi non hanno corrisposto cambiamenti in politica economica e estera». Questo però non vuol dire che «non ci siano problemi, ci sono ancora riforme da fare e completare».

E cita Guido Carli: “La speranza è un rischio da correre”

L’Italia che si avvia verso il voto «merita fiducia e la merita da parte nostra, da parte degli italiani. Ci sono tutte le condizioni perché l’Italia contribuisca al ruolo dell’Europa. Non bisogna mai cedere alla preoccupazione che il futuro rappresenti soltanto una minaccia. Abbiamo nel bagaglio della nostra storia gli attrezzi necessari per affrontarlo». Anche perché, spiega Gentiloni, «finalmente siamo fuori dalla crisi più grande del Dopoguerra, abbiamo un buon livello di crescita, potremmo averlo migliore, lo abbiamo stabile. Abbiamo raggiunto livelli occupazionali, di persone occupate, che sono i più alti da quando si fanno statistiche. Abbiamo ridotto il nostro deficit, è per lo scorso anno al 2 per cento, abbiamo una situazione stabile di avanzo primario».

E per tutti questi motivi, al termine del suo intervento, Paolo Gentiloni cita l’economista ed ex governatore della Banca d’Italia, Guido Carli, a cui la Luiss è intitolata: «La speranza è un rischio da correre».

Severino: “Mai stancarsi di impegnarsi”

In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, durante la quale è stata conferita la laurea Honoris causa al premio Nobel per l’economia Edmund Phelps, il rettore della Luiss Paola Severino ha inoltre indicato la necessità di puntare nel prossimo futuro sul «volano dell’innovazione e del dinamismo». Perché «vogliamo rendere sempre più centrale l’Italia in Europa. L’invito ai giovani - spiega Severino - è di non stancarsi mai di impegnarsi, massimizzando il percorso di studi e mettendo a pieno frutto le opportunità offerte. Esigendo sempre di più».