Ream, l’assessore e la sindaca Appendino intercettati dal pm: “Quei revisori sono pazzi, vogliono farci morire”

«Ma sono matti?». Sono le 9,47 del 25 luglio 2017. Chiara Appendino al telefono con l’assessore al Bilancio Sergio Rolando è furibonda. Il Comune deve approvare gli equilibri di bilancio ma i revisori dei conti hanno appena inviato un parere negativo: mancano i 5 milioni da restituire a Ream che secondo loro la Città deve conteggiare nel 2017 e non nel 2018, quando Appendino ha pattuito di restituirli materialmente. «Sono pazzi, lo so», le risponde Rolando. «Direi se siamo d’accordo anche un avvocato interno o esterno deve esaminare il problema». Appendino: «Si ma anche io son d’accordo su quella cosa lì. ..si Ream». Rolando: «No no ma quella che hanno scritto è proprio una cazzata macroscopica». E la sindaca: «Cosa vuoi fare approviamo? Anche perché sennò non riusciamo a tenere…». Sennò salta il bilancio del Comune.

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Già, iscrivere a bilancio i 5 milioni da restituire a Ream - si legge nell’annotazione inviata dalla Guardia di Finanza alla procura l’11 settembre 2017 - «avrebbe probabilmente significato compromettere definitivamente gli equilibri di bilancio e quindi creare i presupposti per la mancata approvazione del bilancio». Invece, «la scelta di rimandare lo stanziamento del debito al 2018 supportata e confortata dal parere artatamente ottenuto dal Collegio dei Revisori avrebbe permesso, come poi accaduto, un’apparente favorevole gestione dei conti».

Le tensioni con il collegio

Sono giorni di tensione estrema, quelli che emergono dalle carte sull’inchiesta Ream che la procura ha messo a disposizione delle parti. Giorni in cui nelle telefonate tra gli indagati si alternano rabbia e sospetti nei confronti dei revisori dei conti: «È chiaro che se ci fanno mettere a bilancio adesso i 5 milioni vuol dire farci male», dice ancora Appendino a Rolando. «Guardate che noi moriremo eh, qui... Moriremo coi revisori», replica l’assessore. «Eh», risponde Appendino, «il loro obiettivo è quello, secondo me».

La sindaca è preoccupatissima, teme di non riuscire a chiudere il bilancio: «Bisogna capire come fare perché noi comunque dobbiamo approvare». Farlo contro il parere dei revisori è però rischioso. «Dobbiamo pararci», dice ancora Appendino. «Dobbiamo uscirne in qualche modo».

Gli investigatori coordinati dai procuratori aggiunti Marco Gianoglio ed Enrica Gabetta, si soffermano a lungo sulle tensioni e tra la giunta Appendino e il collegio dei revisori dei conti, e sulle «pressioni» (così scrivono i finanzieri), sfociate prima in un esposto da parte dei tre professionisti e infine nelle loro dimissioni.

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Le azioni legali

Anche perché le note dell’organismo - i cui componenti vengono sorteggiati dalla Prefettura - scatenano la furia degli indagati. Sempre il 25 luglio Rolando parla con il direttore finanziario Paolo Lubbia a proposito del parere negativo del collegio. «Gli rispondi in delibera: in che senso scusa?». E Lubbia: «Che dicono delle fregnacce». «E argomentando perché dicono delle fregnacce?». «Certo».

Al piano nobile di Palazzo Civico si fa strada l’idea di provare a liberarsi dei tre revisori, deferendoli o addirittura denunciandoli. Rolando ne parla con la sindaca Appendino. «Va bene», risponde lei. E poi con il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci: «Se vogliamo fare belligeranza chiediamo a un avvocato di fare un parere». «La mia paura - gli replica Versaci, figura di punta del Movimento a Torino - è che poi ce li abbiamo ancora il prossimo anno questi qua, hai capito?». E l’assessore: «Terribile! Ma purtroppo ce li avremo tutti i giorni della nostra vita a meno che...». A meno che non si trovi un sistema per allontanarli».

L’assessore

Rolando vuole passare al contrattacco, Appendino è d'accordo e i due trovano in Lubbia una sponda. «Si sputtanano ulteriormente da sole (le due componenti del collegio, spesso in disaccordo con il presidente Fenoglio, più morbido nei confronti dell’amministrazione, ndr). Quindi abbiamo materia per deferire». E anche per denunciare, perché nel frattempo si scatena il caso della nota allegata al bilancio e corretta a mano di notte, in cui il pagamento del debito a Ream viene spostato dal 2017 al 2018. Su Internet esce la notizia secondo cui i revisori incolperebbero Rolando della correzione, avvenuta a loro insaputa. L’assessore è furioso. Chiama il presidente del collegio Fenoglio: «Non sono mai andato in procura a denunciare ma domani vado».

Poi cambia idea, l’autore della modifica resta ignoto ma gli investigatori sono convinti che quella correzione a penna sia stata fatta per ingannare i revisori: «L’amministrazione continua ad affermare il falso, avallando lo stanziamento futuro del debito Ream al parere favorevole dei revisori in realtà distortamente ottenuto».

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