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Uscita Italia dall’Euro: costo e novità 2017, quante sono le probabilità?

Italia Euro

Dopo la brexit, molti esponenti politici antieuropeisti hanno provato a rincarare la dose per cercare di spingere l’Italia fuori dall’Unione Europea e dalla moneta unica, verso cui sono rivolte le accuse di aver aggravato la situazione europea. Ma quanto costerebbe un’uscita dell’Italia dall’euro? Proviamo a rispondere grazie a una lettera della BCE.

Uscita Italia dall’Euro: il costo sarebbe di 358 miliardi, il risvolto negativo del Qe

Svolta chiarificatrice per l’uscita dell’Italia dall’euro, l’italexit costerebbe al Belpaese ben 358 miliardi di euro. A dichiarare la cifra è proprio Mario Draghi, attuale presidente della Bce, che risponde a un’interrogazione degli europarlamentari del Movimento Cinque Stelle.

Se l’Italia lasciasse la zona euro dovrebbe pagare i debiti e le passività che ha nei confronti della Banca Centrale Europea, spiega nella nota Draghi. I debiti che la Bce vanta nei confronti dell’Italia sono appunto 358,6 miliardi.

Il saldo negativo sarebbe dovuto principalmente al sistema di quantitative easing  (Qe), con cui la Bce acquista i titoli di stato dei paesi economicamente in difficoltà. Questo debito è dato dal saldo del cosiddetto Target 2, il sistema di pagamenti fra le Banche Centrali di tutta l’eurozona.

Se l’Italia volesse uscire dall’Euro, quindi, sarebbe costretta a onorare il suo debito saldando i propri conti del target 2.

La missiva arriva in risposta all’interrogazione degli europarlamentari Marco Valli e Marco Zanni – del Movimento Cinque Stelle – che chiedevano notizie proprio in merito al saldo del Target 2. La lettera, poi, è stata diffusa dal quotidiano La Stampa.

Mario Draghi in Italia per il premio Cavour: l’Italia ha bisogno dell’Europa per poter crescere

Intanto Mario Draghi è a Torino per ritirare il premio Cavour che gli è stato assegnato per aver saputo mantenere l’indipendenza della Banca Centrale Europea.

Nel discordo della consegna del premio Draghi ricorda che l’Europa è attualmente in una fase di ricerca di nuova stabilità. L’uscita della Gran Bretagna, la crisi dei debiti sovrani e le tensioni nell’Europa dell’est stanno destabilizzando l’intera aera europea.

L’unico modo per poterne uscire, spiega il numero uno della Bce, è quello di vedere nella partecipazione politica internazionale una forza unita e non una semplice e sterile condivisione di potere.

Per l’Italia, aggiunge, l’Europa rappresenta l’unica opportunità per poter governare i problemi. Per crescere – in pratica – il Belpaese ha bisogno dell’Europa. Un po’ una bocciatura preventiva di una possibile uscita dell’Euro.

Intanto Standard & Poor’s afferma, in un rapporto, che la Bce potrebbe prolungare il Qe fino alla prima metà del 2018. Secondo l’agenzia, infatti, nonostante le pressioni della Germania, la Banca centrale potrebbe prevedere una chiusura degli acquisti con un programma graduale.

Secondo Standard & Poor’s la BCE potrebbe ridurre il Qe nella seconda metà del 2017 a circa 40 miliardi di acquisti mensili e arrivare a un’ulteriore diminuzione – a circa 20 miliardi – nel 2018. A questo punto resta da chiedersi quanto ancora crescerà il saldo negativo dell’Italia nel Target 2.

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