Italia

Taxi, Delrio: no a Uber pop, autisti resteranno nelle loro zone

Nuove regole per mettere ordine nella complicata gestione della vertenza taxi. Il ministro Giuliano Delrio, intervistato dal Corriere della Sera, ha chiarito innanzitutto che il governo non ha ceduto alla piazza “Le sigle che abbiamo convocato non erano in piazza e hanno preso le distanze da quello che è successo. Ci confrontiamo con chi vuole trovare una soluzione non con chi vuole incendiare il Paese".  

Innanzitutto dal ministero arriva un secco no a UberPop, l’app destinata agli autisti senza licenza. "Ma non è questo il problema: già adesso non è ammesso" e comunque "una differenza con i taxi deve rimanere”. Quindi per gli Ncc non ci sarà l’obbligo di rientrare nel garage di provenienza ma comunque rimane una indicazione “territoriale”. "Ma il nodo della territorialità deve restare - precisa il ministro - Così come vanno rafforzati i controlli: se uno ha la licenza in un paesino delle Marche e poi lavora tutto il giorno a Milano, mi chiedo se è concorrenza o concorrenza sleale".    

Secondo Delrio, "non è detto che tutto il vento nuovo faccia bene per forza. Siamo aperti all'innovazione, che in molti campi sta migliorando le nostre vite. Ma non è un bene a prescindere. Dipende da cosa fa, da come lo fa, dalle conseguenze. I fattorini in bici che portano le cene a casa per tre euro l'ora, per dire: sono innovazione o sfruttamento?".

Il ministro ribadisce il suo "no a distruggere il lavoro delle persone senza farsi domande. Le piattaforme multinazionali non sono il bene assoluto. Vanno regolamentate, a partire dalle tasse: dovrebbero pagarle in Italia". Per quanto riguarda la web tax, "ne parleremo al G7 di Bari, a maggio. Muoversi da soli non porterebbe risultati".

Delrio commenta anche la presenza della sindaca di Roma, Virginia Raggi in piazza con i tassisti: "un sindaco deve assumersi le sue responsabilità, non scaricarle sugli altri. Le licenze dei taxi le danno i Comuni non il governo. E un buon sindaco non carezza il pelo alla piazza, dando ragione a una categoria per volta. Semmai le scontenta un po' tutte e poi trova la giusta mediazione. Proprio quello che stiamo facendo noi sui taxi".