“Con i Pir contenti tutti e i cavalli vincenti noi li scegliamo così”

HANNAH PIPER, CO-GESTORE DEL FONDO SCHRODER ISF ITALIAN EQUITY, È MOLTO OTTIMISTA SULL’EFFICACIA DEI PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO. E PUNTA SU QUEI TITOLI CHE PRESENTANO UN VALORE INESPRESSO. CON VANTAGGI FISCALI PER I PICCOLI INVESTITORI «Q uando arriverà il momento di fare i conti, saranno soddisfatti tutti»: Hannah Piper, co-gestore del fondo Schroder Isf Italian Equity, è molto ottimista sull’efficacia dei Pir, Piani individuali di risparmio: «L’obiettivo di ridurre la dipendenza delle Pmi dal credito bancario, i vantaggi fiscali per i piccoli investitori, le società quotate, che potranno vedere riconosciute dal mercato le proprie potenzialità, sono tutti fattori posiviti». Iniziative simili hanno avuto successo in altri paesi, come la Gran Bretagna e la Francia. I Pir prevedono l’esenzione dal pagamento dell’aliquota sui guadagni per coloro che li sottoscrivono, ma, soprattutto, i Pir devono essere esposti per almeno il 21% in strumenti diversi da quelli quotati sul mercato Ftse Mib o altri indici di blue chips. «Ci sono numerose società che a nostro avviso sono sottovalutate perché fin qui poco conosciute », spiega Piper». Qualche nome? A questo proposito, Piper rimanda ai titoli più rappresentativi del fondo che gestisce, in attesa delle autorizzazioni per il riconoscimento Pir compliant. Accanto a big del calibro di Eni, Intesa Sanpaolo e Generali, figurano pesi medi come STMicroelectronics e Cerved. «Siamo stock pickers, cioè scegliamo singoli titoli senza preoccuparci del settore di appartenenza- spiega - Analizziamo i fondamentali, incontriamo periodicamente il management delle aziende che teniamo sotto osservazione, quindi indichiamo un valore potenziale del titolo e lo confrontiamo con le quotazioni attuali, puntando su quei titoli che presentano un valore a nostro avviso inespresso». Attualmente il portafoglio conta 42 titoli, con i primi dieci che incidono per metà del totale. «Il processo di selezione è molto severo», commenta Piper, «e in genere preferiamo concentrarci su un numero limitato di titoli, destinati a crescere nel tempo. Facciamo una movimentazione di portafoglio limitata». Le ricadute attese dal Pir compliant per il fondo? «Non vogliamo crescere troppo per non snaturare la natura del fondo, molto concentrato su quelli che riteniamo i cavalli vincenti», spiega Luca Tenani, country head Italy Asset Management di Schroders. «Resta il fatto che l’introduzione dei Pir è a nostro avviso un fatto molto positivo non solo per i vantaggi fiscali, ma anche perché favorisce l’ottica di lungo termine. Quest’ultima», conclude, «permette ai gestori di fare scelte più coraggiose sui titoli da inserire in portafoglio, agli investitori di non essere legati alle normali oscillazioni dei mercati finanziari e al sistema economico nazionale di crescere in maniera sostenibile, limitando i rischi di bruschi scossoni.