[Cosa mi guardo oggi?] How I met your mother

“Cosa mi guardo oggi?„ è la nostra rubrica a cadenza totalmente irregolare in cui parliamo di telefilm ancora in corso, senza stilare vere e proprie recensioni, ma lanciando spunti e inviti: consigli di visione.

 


How I met your mother, portata in Italia con il sottotitolo E alla fine arriva mamma, è una di quelle serie televisive che non dovrebbero avere alcun bisogno di presentazioni. D’altra parte, sono certo che ci sia qualcuno lì fuori che ha vissuto su Tatooine nel corso degli ultimi nove anni – e, lo confesso, io stesso ho dato una chance a HIMYM meno di un anno fa, quando prima l’unica cosa che conoscevo della serie era, a grandi linee, il personaggio di Barney, divenuto un’icona, – così che una introduzione per sommi capi, ne sono certo, non nuocerà.

How I met your mother è una sit-com statunitense ideata da Craig Thomas e Carter Bays, prodotta da 20th Century Fox e mandata in onda dalla CBS a partire dal settembre 2005, e arrivata ora alla sua nona e ultima stagione. Ricalca molto da vicino lo stile di Friends, indimenticato pilastro tra le situational comedies che aveva chiuso i battenti con la sua decima stagione solo l’anno precedente, ma riesce a crearsi una sua identità personale e a caratterizzarsi in maniera differente. Protagonisti sono cinque personaggi – tre maschi, due femmine –, un appartamento e un bar newyorkesi, per una serie che, seguendo gli stilemi del genere, si chiude per la maggior parte delle scene negli stessi ambienti chiusi, a cui lo spettatore finisce per affezionarsi praticamente quanto ai personaggi stessi. Dove si differenzia in maniera più forte da Friends – e dalla maggioranza delle sit-com in genere – è però nella preminenza della trama orizzontale, che si affianca a quella verticale, episodica. Non che alle altre sit-com manchi una trama orizzontale, sia chiaro: non si può dire, però, che sia particolarmente incisiva. La trama orizzontale di Friends avanza quando si forma piuttosto che si distacca una coppia, quando un personaggio femminile rimane incinta, quando Rachel e Ross portano avanti i loro tira e molla verso un prevedibile – ma non per questo meno emozionante – finale. How I met your mother invece si avvia con un espediente narrativo tanto in-credibile quanto funzionale: siamo nel 2030, e Ted Mosby racconta ai due figli adolescenti come ha incontrato la loro madre, partendo dal principio. Le nove stagioni che percorriamo sono perciò indirizzate sin dall’inizio verso una direzione conosciuta: scoprire chi sia la futura moglie di Ted.

How everybody met your mother

Barney Ted MarshallProtagonisti di How I met your mother sono, come si diceva, cinque personaggi:

-       Ted Mosby. Interpretato da Josh Radnor, – in altri contesti, più che attore, regista e sceneggiatore, vincitore al Sundance Film Festival con il suo film di debutto, – è un po’ il perno attorno a cui ruotano tutte le vicende. È il narratore – o meglio, la voce di Future Ted lo è –, è un architetto, è lontano dallo stereotipo macho e sogna di trovare finalmente l’anima gemella;

-       Marshall Eriksen. Interpretato da Jason Segel (The Muppets, anyone?), è il migliore amico di Ted, un gigante buono proveniente dal Minnesota, in una relazione stabile già da anni, e quindi dotato proprio di quello che Ted cerca assiduamente. Studia legge, e la famiglia è tutto per lui;

-       Lily Aldrin. Interpretata da Alyson Hannigan – celeberrima per i ruoli di Willow in Buffy e Michelle in American Pie –, è l’altra metà della coppia perfetta, fidanzata di Marshall e migliore amica di Ted. Ha la passione dell’arte e della pittura, ma insegna ai bambini in un asilo.

-       Barney Stinson. Interpretato da Neil Patrick Harris – altro versatile attore che non ha bisogno di presentazioni, ma per il gusto di citare qualcosa, ricordiamolo per il Dr. Horrible’s Sing-Along Blog e per aver presentato per quattro volte la cerimonia dei Tony Awards –, è diventato un personaggio “legen… wait for it… dary! Legendary!”, ha creato tutta una serie di tormentoni, e dato vita a un merchandising non da poco. Il fatto, poi, che il celebre sciupafemmine sia interpretato da un attore omosessuale ha sconvolto migliaia di pischelli.Lily Robin

-       Robin Scherbatsky. Interpretata da Cobie Smulders – qui al suo primo ruolo importante, e ora, per stare in ambito nerd, Maria Hill nell’universo Marvel –, è inizialmente la “donna perfetta” per Ted, ed attorno alla loro storia, destinata a non funzionare sin dall’inizio, in quanto lo spettatore sa di non avere ancora conosciuto “the mother”, ruota una buona parte delle vicende. È canadese, novella Lady Oscar, e giornalista televisiva.

Attorno a loro, ovviamente, si alternano guest star e personaggi ricorrenti, più o meno celebri. In particolare, volendo parlare di attrici di un certo calibro, si può citare la madre di Barney, interpretata dalla divina Frances Conroy (Six Feet Under; American Horror Story), mentre il personaggio ricorrente probabilmente più amato dal pubblico è quello dell’autista Ranjit (molesto vicino di casa in Will & Grace).

How your mother made us laugh

Che piaccia o meno, è raro trovare una sit-com che risparmi lo spettatore dalle terribili risate in sottofondo, e questa non fa eccezione. Le risate fuori campo sono costanti, onnipresenti, invadenti come non mai. Ma, c’è un ma, il loro volume è tendenzialmente contenuto, e la loro regolarità contribuisce al farle dimenticare. Dopo non più di un paio di episodi, risulta abbastanza facile non solo ignorarle, ma addirittura non farci più caso.

In una prospettiva più ampia, è uno show che fa ridere lo spettatore, senza ombra di dubbio. Talvolta ispirandosi fortemente ai suoi predecessori – da fan di Friends ho avuto più di un déjà-vu –, molte altre volte in maniera più originale, con gag immediate quanto con episodi costruiti ad hoc per un finale esplosivo. Ma non si limita a quello. Per essere una sit-com, How I met your mother si avvicina più di qualche volta al drama, concedendo più di qualche momento alla riflessione, alla maturazione dei personaggi, alla loro crescita personale, ai loro problemi. Non dico che altrove non succeda – la tremenda lite tra Will e Grace che attraversa l’inizio della quinta stagione della serie omonima è, dal mio personalissimo punto di vista, una pagina indimenticata nella storia dei telefilm –, ma qui non si vuole spezzare il ritmo o aggiungere colore: i personaggi si evolvono proprio come farebbero in una tradizionale serie televisiva. Anche da un punto di vista produttivo, How I met your mother appare come una sorta di ibrido, con tempi di riprese che arrivano a tre giorni per episodio, quando un tradizionale episodio di sit-com vecchio stampo aveva bisogno di poche ore e, spesso, una sola telecamera. Tra gli scrittori dello show vi è una divisione di genere ben più equilibrata della media, e anche per quanto riguarda la regia è una donna, Pamela Fryman, ad aver girato la quasi totalità degli episodi.

Molto efficace da un punto di vista comico si rivela invece l’espediente narrativo alla base, il fatto dunque che la storia sia tutto un racconto di Ted ai propri figli. Ciò dà vita a numerose gag, vuoi perché non sarebbe opportuno dire determinate cose ai propri figli, ed è così ad esempio che al fumare erba si sostituisce graficamente il mangiare un panino, vuoi perché non si ricorda un dettaglio, il che, per portare un altro esempio, dà vita al personaggio di Blah Blah, ex fidanzata il cui nome è finito dimenticato. Grazie a tanti piccoli espedienti, ma anche a una struttura narrativa interessante, che mette spesso in scena racconti fittizi o immaginati prima di quelli reali e che dà spazio a diverse versioni delle stesse storie, la visione si mostra fresca, non annoia, e intrattiene anche senza cercare necessariamente le grasse risate di altri show.

How Barney Stinson met your mother
"With great penis comes great responsibility."

“With great penis comes great responsibility.”

Come accennavo in apertura, l’elemento probabilmente più iconico e rappresentativo di How I met your mother è il personaggio di Barney Stinson, consacrazione al grande pubblico di quel mostro di bravura che risponde al nome di Neil Patrick Harris. Nonostante il focus sia teoricamente concentrato su Ted Mosby, nei fatti sono in molti ad essersi appassionati per l’ironia dissacrante di Barney Stinson. Ma cos’ha di così speciale?

Beh, Barney è cool. Perennemente in giacca e cravatta, rasenta la perfezione, e le donne lo sanno. Se ne è portate a letto un numero imprecisato – o meglio, un numero ben definito, ma non vorrei essere tacciato di spoiler – e ha aiutato i suoi amici più volte con la sua mirabile tecnica per presentare un ragazzo a una ragazza… O viceversa… In tutte le combinazioni possibili.
Barney è ricco sfondato, ma il suo lavoro è un mistero tanto per il pubblico quanto per i suoi amici stessi. È un appassionato di Guerre Stellari senza apparire come un ‘nerd sfigato’. È abilissimo nella truffa, e può conquistare una ragazza con qualsiasi menzogna. È un illusionista, esperto conoscitore di svariati trucchi di magia. È dotato dell’abilità di non potere apparire male in foto.
Barney ha un suo set di regole e teorie per ogni cosa. Non può abbassare la mano a seguito di un high five non ricambiato. Ha dimostrato la veridicità della hot/crazy scale. Crede fermamente nella cosiddetta chain of screaming. E a voi anche la celebre e indimenticata lemon law.

LEMON LAWNon solo, Barney ha dato vita a un vocabolario di modi di dire personale, unico e, per quanto assurdo, irresistibile. Da possimpible, punto di connessione tra possibile e impossibile, al concetto di bro-parenting, adozione da parte di due bro, fino all’ideazione del Desperation Day, giorno precedente a San Valentino in cui qualsiasi ragazza single potrà cadere ai tuoi piedi con estrema facilità.
Barney ha realizzato The Bro Code, il codice secondo il quale i bro dovrebbero vivere, ed è autore di The Playbook, l’albo contenente le migliori tecniche di conquista. E questi libri esistono realmente, sono davvero in commercio (io li ho comprati qui), insieme al compendio Bro on the go e alla versione femminile The chick code, ma anche al Bro Code for Parents. Barney Stinson, pur nella sua assurdità, è un personaggio che si sente reale, il cui blog è visitabile anche da noi spettatori, e che rivela comunque molteplici sfaccettature, oltre la facciata di irrecuperabile dongiovanni. Barney Stinson, facciamocene una ragione, è il bro che tutti vorremmo.

e-alla-fine-arriva-mamma

How I finally met your mother, + spin-off

Se non avete ancora guardato How I met your mother ma vi è quantomeno venuta una certa curiosità, abbandonate questo articolo e correte a recuperare la prima stagione. O in ogni caso, sappiatelo, state per incorrere in grossi spoiler.

Io vi ho avvisati.

HIMYM sta giungendo a una conclusione dopo una stagione altalenante. Questa nona e ultima stagione ha, per certi versi, mantenuto lo spirito della serie, ci ha permesso di conoscere the Mother, la moglie di Future Ted, la fatidica donna inseguita per oltre otto anni. Parere personale, è perfetta. Non avrebbero potuto realizzare un personaggio più adatto, o trovare un’attrice migliore: Cristin Milioti rappresenta esattamente la signora Mosby, prima così difficile da immaginare. L’episodio How your mother met me, in particolare, ci ha permesso di conoscerne il background, di rivisitare tutti quei quasi-incontri tra lei e Ted, dal punto di vista di lei. Momenti intensi, forti, splendidamente scritti e realizzati. D’altro canto, questa nona stagione si dipana in poco più di 48 ore che dovrebbero condurre al fatidico matrimonio tra Barney e Robin, e la perdita della solita routine – l’appartamento, il MacLarens, ora molto meno presenti – pesa su una sit-com che, come da canoni del genere, appoggia buona parte del suo peso sulle location. Migliore è il lavoro fatto su analessi e flash-forward, che riescono a integrarsi senza appesantire troppo, ma che talvolta lasciano aperte ipotesi che, in questo tipo di show, sarebbe meglio chiarire e chiudere.confraternita lol Su una cosa però non ci sono dubbi: questi ultimi episodi si sono rivelati incredibilmente emotional, facendoci piangere prima del tempo, e contemporaneamente ridere. Ci hanno permesso di affacciarci sul futuro di tanti personaggi minori, magari anche dimenticati, e ci hanno accompagnato per mano verso il fatidico gran finale. Con l’ansia che ciò comporta.

Per quanto riguarda l’anno prossimo, invece, morta una serie se ne fa un’altra. I dettagli conosciuti sono ancora pochi e spesso non confermati, ma apparentemente di certo c’è che è in pre-produzione la nuova serie How I met your dad, con protagonisti Greta Gerwig – e, si può supporre, un’altra voce narrante nei panni del suo personaggio del futuro, ipotizzando uno schema simile a quello della serie originale –, Drew Tarver, Krysta Rodriguez, Nicholas D’Agosto e Andrew Santino. Possiamo solo sperare in una qualità altrettanto alta e in un fattore nostalgia non troppo sfruttato, in favore di elementi originali e… E non ha senso continuare a discuterne, è ancora presto e sappiamo troppo poco.

L’ultimo doppio episodio di How I met your mother andrà in onda stasera, un altro capitolo delle nostre vite di telefilm-dipendenti si chiuderà tra lacrime e risate. Suit up!, come direbbe Barney. Non perdetevelo.

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