Sacerdote africano Ed egli disse ai discepoli: Tutti mangiavano e bevevano, compravano e vendevano, piantavano e costruivano. Ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, una pioggia di fuoco e zolfo cadde dal cielo e fece perire tutti quanti. Chi cercherà di salvare la sua vita la perderà; e chi la perderà l’avrà salvata.

Fuggita dal paese natio in Africa, Shandurai studia medicina a Roma. In cambio di vitto e alloggio, lavora come colf per Mr. Kinsky, un pianista inglese che vive in un palazzo un po’ decadente del centro storico, ereditato dalla zia. Kinsky è scapolo e occupa il piano nobile; la giovane donna ha sistemato il proprio spazio privato di sotto, nella vecchia cucina. Una notte, il padrone di casa infila un’orchidea nel portavivande che le serve da dispensa. Seguono altri enigmatici messaggi e regali, finché una sera lui si decide a dichiararle goffamente i propri sentimenti. Sottraendosi all’abbraccio, lei gli urla in faccia, rivelando che è sposata, e che suo marito è rinchiuso da anni in Africa come prigioniero politico. Sconvolto, Kinsky si profonde in scuse e la lascia tranquilla.

Intanto Shandurai, ormai all’erta, si mette in cerca di un nuovo alloggio, quando nota, continuando a fare le pulizie di sopra, che certi mobili e oggetti d’arte spariscono uno dopo altro. Quadri, statuine, arazzi, pianoforte: insomma il palazzo si sta svuotando, mentre Kinsky avvia misteriosi contatti con un prete di colore… Pochi mesi dopo, arriva la notizia della liberazione del marito di Shandurai, che presto sarà autorizzato a raggiungerla in Italia.

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