COMUNITA' PROVVISORIA

terra, paesi, paesaggi, paesologia _ il BLOG

il PORCO LETTERARIO

… siamo vivi perché qualcuno muore, la nostra vita  non è innocente, il nostro vivere può avvenire solo a spese di una parte di ciò che vive con noi e in noi (Alfredo Morosetti, Milano)

SIETE DEI BARBARI ! (M.Rosaria, vedi i commenti)

C’erano due riti per me fondamentali, che aspettavo ogni anno con trepidazione: la morte del maiale e la trebbiatura. Entrambi sono in Novecento (Bernardo Bertolucci intervistato da Beppe Sebaste)

Si ‘fotte’ se l’Irpinia di cui parlate muore proprio a causa di ‘quei porci’ che non avete avuto la forza e il coraggio di affrontare ed uccidere.. (enzLU)

io penso che vada eliminato dal post la scritta: ore nove uccisione del maiale. non sono animalista e neppure vegetariano, ma esibire in questo modo la faccenda mi pare fuori luogo… (Arminio)
 

Ma perchè dobbiamo avere “dei sensi di colpa” per delle tradizioni che sono effettivamente millenarie e servono e sono servite da collante per le nostre comunità montane. Vedete io sono originario di un paesino della Sila, mio padre così come tutti gli altri suoi compaesani,anche se non benestante,aveva il suo bravo maiale che allevava con cura fornendogli castagne … (continua nei commenti)

Siamo giunti al disvelamento delle due anime, reali, del blog e della comunità provvisoria:   la prima verace pugnace irpina con ardore secondo orgoglio identitario e tradizione –  la seconda schiva, sensibile, mistica, delicata, secondo alcuni fenninile e capricciosa. (Rocco q.)

… Giovanni Ventre ha messo un dito nel costato della CP.  Il porco letterario è un test per tutti … (Lucrezia)

… i referenti in loco si sono sentiti, grandi passi avanti! possiamo lavorarci ( vorrei che fosse un EVENTO ) ci tengo ! (Enzo Tenore, Aquilonia).

a fine post l’elenco di chi ha aderito finora (al 17.1.010)

– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – post orginario 

sarà una giornata letteraria, comunitaria, rupestre, tribale, country _ POESIA, MUSICA, TEATRO, MEDITAZIONE sposeranno il culto appenninico della festa del maiale. Il ‘porco letterario’ si terrà DOMENICA 7 FEBBRAIO 2010 ad AQUILONIA  /  la sezione ‘poesia’ sarà rigorosamente dialettale.

Per la ‘squadra’ di lavoro la giornata inizierà presto, alle 6.00; la notte cede all’alba. Si comincia con il far bollire l’acqua, ne servirà molta.  Almeno 200 litri in una caldaia in rame, in passato forse usata per fare il formaggio.  La squadra è pronta, si aspetta l’arrivo del capodiporco. Preparerà gli attrezzi e si passerà a pesare il maiale. Il nostro maiale è di razza altirpina; dovrebbe avere un peso vivo di 230 kg. circa. E’ cresciuto allo stato brado nei boschi di quercia di aquilonia masticando mele, ghiande e aria del Vulture.

Al maiale  non dovrà essere provocato alcuno stress. Si provocherebbero inutili sofferenze e la qualità della carne ne risentirebbe in modo evidente. Un tempo l’animale veniva dissanguato ancora vivo. Oggi non è più così. Il norcino deve dimostrare la propria bravura portando il taglio diritto al cuore. Il dissanguamento dev’essere veloce e completo. Il sangue non si butta. Niente si butta del maiale. Dopo cotto servirà per preparare il sanguinaccio.

Completato il dissanguamento, l’animale viene messo su una scala a circa 70 cm da terra. Questo per poter lavorare al meglio. Pur avendo ciascuno un proprio ruolo, questo è un momento particolarmente frenetico. Il norcino inizia a versare con attenzione l’acqua bollente sulla cotica per evitare di danneggiare il lardo e la carne, e giudica quando le setole cominciano a staccarsi, a questo punto darà il via al loro raschiamento, in modo da ripulire perfettamente l’animale.  Un tempo le setole non si buttavano via, anche queste avevano un loro mercato (spazzolini, pennelli e pennellese).  Utilizzando con decisione un’apposito raschietto, le setole si eliminano in circa 15 minuti.  Prima di iniziare la dissezione dell’animale, dalla carcassa devono essere eliminate tutte le setole. Per la produzione del musetto infatti, sono essenziali le cotiche, quindi tutto l’animale deve essere preparato alla perfezione. Un tempo si usavano fogli di carta, o piccoli fasci di paglia per bruciare le ultime setole, oggi si usa un ‘cannello’ collegato ad una piccola bombola di camping gaz. Si completa la pulizia della cotenna bruciando i peli rimasti. A questo punto la cotenna dev’essere perfettamente liscia e pulita. Contemporaneamente si procede con l’eliminazione degli unghielli.  A conclusione di questa fase che richiede circa 30 minuti si lava ancora con acqua tiepida la carcassa.   tratto e adattato da http://www.ilmaiale.it/purcit/purcit6.htm

 

Giornata del PORCO LETTERARIO (bozza)

DOMENICA 7 FEBBRAIO 2010 – Aquilonia 

programma (provvisorio):

ore 9  uccisione del maiale

ore 11  visita al Museo di Aquilonia

ore 13  pranzo :  -assaggio di prosciutto stagionato 2 anni / -antipasto con sopressata, salsiccia piccante, provolone di podolica  / -pasta fatta a mano (lacane) con cotica e fagioli /  -soffritto di porco letterario (il nostro) -spezzatino di maiale (il nostro) -broccoli e verza   -tomacella (rarità enogastronomica, è rimasta solo a Lioni, Teora, Morra) /  mele limoncelle, noci / -pane / -vino, vendemmia 2007 _

-per le Tomacelle INTERVERRANNO :  Errico C. cultore di questa rarità locale, fondatore di CITTO (cultori irpini tomacelle tipiche organolettiche) + delegazione CLUB TEORA / 

-presidierà  TONINO P. della Locanda di Bù

durante i 2 giorni successivi: verrà lavorato il maiale per fare i salumi della Comunità: dovrebbero uscire circa 20 kg. di sopressate, quindi 40-50 sopressate, 2 capicolli, 2 pancette, 15 kg. di salsicce, 10 kg. di salsiccia pezzente (per sugo); scorta per successivi incontri comunitari.

Tenere presente che le sopressate essiccate hanno valore di mercato di 40-50 €./kg.; quindi già i 20 kg. di sopressate che restano alla Comunità valgono 800-1000 euro ca.  

costo:

-il maiale si compra a 3,2 €./kg x 200 kg = 650 €. ca.

-lavorazione salami che restano di proprietà della Comunità, sono 3 persone x 1-2 giornate,  oltre affumicatura ogni giorno per un mese; a forfait 200 €. ca.

-pranzo: sono 20  €. a persona  >>> SI PUO’ ANCHE PARTECIPARE SOLO AL PRANZO , SENZA ACQUISTARE I SALUMI.

la quota di 50 €. comprende il pranzo e 1/30 della scorta di salumi sopra detta_

BISOGNA  CONFERMARE  ENTRO SABATO 23 altrimenti il maiale sarà dato ad altri (se non arriviamo a 30 prenotazioni) non se ne fa niente _

questa nota non verrà inviata alla mailing list ; costituisce un invito riservato ai lettori comunitari ;  è gradito un cenno di partecipazione o almeno un commento del tipo :   -non mi interessa, siete dei perditempo /  -non sono disponibile in quella data / sono vegetariano /  -non mi piace la carne di maiale / -mi interessa solo il pranzo non la scorta di salumi comunitari.

REFERENTI in loco : GIOVANNI VENTRE  / ENZO TENORE

IL PORCO LETTERARIO è anche su FACEBOOK

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PARTECIPERANNO (CARNALMENTE) ALLA GIORNATA DEL PORCO LETTERARIO (aggiornamento al 17.1.2010) :

 
GIOVANNI VENTRE + 6

ENZO TENORE + 4

ANGELO VERDEROSA + 4

AGOSTINO DELLA GATTA + 2

LUIGI DI GUGLIELMO + 1

NICOLA IACOVIELLO + 2

ENZO LUONGO

MAURO ORLANDO + 1

LELLO SPAGNUOLO + 2

 

 

 

 

 

 

 

112 Risposte

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  1. Aderisco al pacchetto completo :)

    agostino della gatta

    14 gennaio 2010 at 7:22 PM

  2. Ago sei mitico ….

    giovanni ventre

    14 gennaio 2010 at 7:37 PM

  3. porto le adesioni per 7 nuovi comunitari

    verderosa

    14 gennaio 2010 at 7:40 PM

  4. i referenti in loco si sono sentiti, grandi passi avanti!,possimo lavorarci ( vorrei che fosse un evento ) ci tengo.
    angelo ha già fatto il computo metrico del porco, mi sembra perfetto.
    ci aggiorniamo, michele potrebbe filmare il capitolo secondo dell’albero degli zoccoli!
    a presto!

    enzo tenore

    14 gennaio 2010 at 8:18 PM

  5. Dai, tenete presente però che alla masseria in casa dobbiamo arrangiarci, stiamo facendo dei lavori.

    giovanni ventre

    14 gennaio 2010 at 8:34 PM

  6. perdonatemi, amici miei, ma da convinta animalista e da vegetetariana, vi prego di comprendere il mio sgomento di fronte a questo rituale.forse, per voi, un maiale ammazzato conta poco, forse l’esecuzione pubblica e oscena di un animale è un atto normale. per me non lo è. vi chiedo scusa, rispetto le vostre tradizioni,ma,mi dispiace, io non ci sarò.
    con amicizia e senza nessun rancore. io sono dalla parte del porco.
    e.m.

    eldarin

    14 gennaio 2010 at 8:38 PM

  7. io penso che vada eliminato dal post la scritta: ore nove uccisione del maiale.
    non sono animalista e neppure vegetariano, ma esibire in questo modo la faccenda mi pare fuori luogo.
    non è questione di lana caprina. lo so che i maiali si uccidono ogni giorno e io mangiando carne sono di fatto complice, ma noi non siamo macellai. invito a riconsiderare il post.tra l’altro così com’è scritto il post sembra che tutto si riduca a una mangiata. penserei per esempio di pensare a un passaggio pomeridiano a monteverde. insomma io rivedrei un pò di cose e confido in voi. d’altra parte qui non c’è un presidente e un comitato di censura. non saranno queste cose a dividerci, ma è bene dirsele.
    insomma si passa una giornata tra aquilonia e montevederde e si mangia carne di porco, ok, ma l’enfasi deve andare sulla visita ai luoghi, sul turismo della clemenza, altrimenti mi pare che siamo un pò fuori tema….
    in quella data comunque io sono a roma.

    Arminio

    14 gennaio 2010 at 9:34 PM

  8. Ci sarò!
    Mi interessa solo il pranzo non la scorta dei salumi.

    Mi dispiace, ho già fatto i salami.

    luigi

    15 gennaio 2010 at 10:53 am

  9. L’uccisione del porco è illegale. Portatelo a chi può veramente ucciderlo. Potreste passare un guaio. Fate Attenzione.

    Armeno

    Armeno

    15 gennaio 2010 at 12:12 PM

  10. Il rito prevede l’uccisione del porco.
    Questa fase comprende, oltre allo scannamento, la raccolta del sangue, che poi viene trasformato con vari ingredeienti dolcissimi in una crema deliziosa apprezzata soprattutto dai bambini.
    Decidete.
    O si fa o non si fa

    luna

    15 gennaio 2010 at 12:47 PM

  11. Mi scuso con Elda, e comprendo perfettamente il suo stato d’animo e con immenso rispetto accetto il suo dissenso. Inoltre a lei va tutto il mio rispetto in quanto essendo vegetariana è in dovere di sollevare le sue perplessità. Io non sopporto chi non accetta certe cose e poi mangia la carne.

    giovanni ventre

    15 gennaio 2010 at 1:02 PM

  12. Per Franco, ok vediamo di aggiustare lo scritto. Però il programma comprende le visite al Museo e alla Badia di San Vito … possiamo aggiungerci anche Monteverde, ma dopo pranzo sarà scuro.

    giovanni ventre

    15 gennaio 2010 at 1:03 PM

  13. ipocriti

    ...

    15 gennaio 2010 at 5:26 PM

  14. siete dei barbari!

    m.rosaria

    15 gennaio 2010 at 7:24 PM

  15. Vorrei precisare a coloro che si stanno tanto riscaldando che da millenni ogni giorno, ogni mese, ogni anno si uccidono animali a scopo culinario, inoltre nelle nostre contrade, grazie a contadini che hanno dal tempo dei tempi cresciuto il maiale per ottenerne delle prelibatezze non capisco perchè se facciamo noi una cosa del genere debba succedere la rivoluzione. Chi mette le pellicce fa uccidere gli animali ed anche chi mangia carne e derivati dà licenza a qualcuno per far uccidere per proprio conto. Per cui almeno che non siate vegetariani e anche qui potrei dire perchè mangiate i vegetali???? sono forse morti. No è il sangue che vi dà fastidio. E la linfa vegetale ??? IL MAIALE SARA’ UCCISO SECONDO I CANONI CONSENTITI, nessuno di noi è criminale, semplicemente siamo consapevoli ed accettiamo una pretica caratterizzante la cultura territoriale appenninica. Chi non vuol partecipare si limiti a non venire, non c’è bisogno da anonimi di insultare la gente. Fino a che la legge permette di uccidere e mangiarne la carne si continuerà a sopprimere i maiali. Quegli stessi con cui si fanno le pancette, i salami e i prosciutti che voi comprate dal macellaio, senza pensare al porco morto per farveli gustare.
    Siete voi che uccidete le nostre millenarie tradizioni.
    Il pane si deve fare senza il “criscito” si deve usare il lievito chimico,
    la pasta si deve fare senza grano duro, deve essere una papocchia,
    tra poco non potremo più fare nula per non arrecare disturbo alla vostra voglia di animalismo. Anche io amo gli animali, ne ho tanti, e se venite in fattoria vedrete come li curiamo. Ma quelli da carne purtroppo fanno la fine per cui ora sono cresciuti.

    giovanni ventre

    15 gennaio 2010 at 9:02 PM

  16. “siete voi che uccidete le nostre millenarie trdizioni”…eeeeeeeesageratoooooooooo…………….

    m.rosaria

    15 gennaio 2010 at 11:22 PM

  17. giovanni ventre ha messo un dito nel costato della CP. Il porco letterario è un test per tutti.
    Anch’io inorridisco e ancora mi tappo le orecchie, le grida disperate di un maiale al patibolo non le ho mai scordate e sono passati vent’anni.
    Non mangio ovini ma sono carnivora. Il porco ammazzato nella nostra vita c’entra, che ci piaccia o no.

    lucrezia

    15 gennaio 2010 at 11:24 PM

  18. m.rosaria mi hai fatto ridere… molto

    lucrezia

    15 gennaio 2010 at 11:26 PM

  19. Il porco non verra ucciso sgozzato come voi credete e non si udranno le urla strazianti dell’animale morente. Il Maiale sarà regolarmente macellato il giorno prima e lavorato la domenica.
    Con questo spero di calmare e rassenerenare un poco tutti e che ci piaccia o non i maiali continueranno a morire per la gioia del palato di milioni e milioni di uomini.

    giovanni ventre

    16 gennaio 2010 at 9:43 am

  20. mi dispiace,ma anche io sono dalla parte del porco!
    Sono assolutamente d’accordo con Elda!
    Oltretutto se la gente da noi smettesse di mangiare carne di maiale e carne in genere,starebbe molto meglio in salute!…vi assicuro,da noi ne uccide più il maiale che la droga!

    serenamente e fraternamente
    michele ciasullo

    michele ciasullo

    16 gennaio 2010 at 11:21 am

  21. Ragazzi, ho appena smesso di ridere e mi sento pure un pò in colpa. Suvvia, ditemelo che tutto il sequel di commenti l’avete organizzato ad hoc … una discussione così assurda mi sembra un romanzo, una sceneggiatura … ma Michele Citoni non ce lo caccia un film con la colonna sonora del grande Innarella?

    paolo

    16 gennaio 2010 at 12:35 PM

  22. Vi dirò, l’ho riletta e sono in piena crisi di risata, incredibile… il film potremmo chiamarlo eutanasia del mito-suino, oppure catarsi paesologica di un assassinio preterintenzionale, oppure Monteverde: quale metempsicosi ……..

    paolo

    16 gennaio 2010 at 12:42 PM

  23. … il vizietto n. 4 (4, nella smorfia è il quadrupede de qua…. e chi lo chiama più con il suo nome? ……..)

    … CP: vizi privati, pubbliche virtù ….

    ………. gasp, aiuto ….

    paolo

    16 gennaio 2010 at 12:53 PM

  24. Ma perchè dobbiamo avere “dei sensi di colpa” per delle tradizioni che sono effettivamente millenarie e servono e sono servite da collante per le nostre comunità montane. Vedete io sono originario di un paesino della Sila, mio padre così come tutti gli altri suoi compaesani,anche se non benestante,aveva il suo bravo maiale che allevava con cura fornendogli castagne,”a brora”,pesandolo con gli occhi e fantasticando su quanto poteva “rendergli” come carne e insaccati.Il giorno del macello(in genere nella prima quindicina di gennaio quando c’era anche molta neve e la carne poteva conservarsi meglio prima di essere lavorata) era una gran festa: venivano tutti i vicini dalle “torri” (masserie) vicine e ognuno rapidamente assumenva un compito: le donne al camino a far bollire l’acqua, il massaro più vecchio e anche più esperto ( ò spiertu) si ocupava dell’ingrato compito di uccidere,nel modo più indolore(utopia in quanto gli strilli del porco si sentivano ed erano motivo di sgomento per noi ragazzini)la bestia. Chi sapeva suonare uno strumento o soltanto cantare si esibiva,tra i lazzi generali. Il sangue,raccolto in bacinelle veniva in parte usato subito dalla mamma e sue amiche per fare le “frittole” vera leccornia.Poi avvenivano le varie fasi della macellazione e la composizione di salsicce, sopressate,capicolli, “gelatina” e altri manufatti.Il bello, la vera festa, era il pranzo quando tutti insieme ci sedevamo a tavola,noi ragazzi con un tavolo a parte ,allestito con mezzi di fortuna,in una parte della sala ben in vista agli occhi delle nostre mamme. Gli uomini degustavano, elencandone i difetti degli altri ed i pregi del proprio vino, si davano appuntamento per le prossime macellazioni valutando (abnormemente)ed esaltandoi il peso dei propri maiali. Beh tutto questo,con il passare dei tempi, si è trasformato o andato perso. I miei cugini vendono direttamente ad una “FABBRICA”( la chiamo così)i loro suini e dalla stessa ricevono il compenso ed alcuni manufatti. Io, con il sacrificio dei miei, sono stato “mandato” a Napoli a studiare, mi sono laureato in medicina (sogno di mio padre),sposato con una donna di Avellino e una figlia che sta seguendo le mie orme, ma le tradizioni della mia terra (che poi sono le stesse per noi semplici paesani d’italia) mi mancano. Non possofare altro che un plauso per Giovanni Ventre per questa iniziativa rammaricandomi di non essere presente per turni ospedalieri.

    enrico

    16 gennaio 2010 at 2:43 PM

  25. siamo messi maluccio:

    dopo l’evento epocale del nove gennaio duemiladieci
    siamo qui a discutere del significato del rito dell’uccizsione del maiale, del porco letterario, di animalismo e di ascesi vegetariana.

    Improvvisamente, nel mentre siascuno avrebbe dovuto limare il proprio contributo scritto ed inviarlo a chi di competenza per l’inserimento dell’almanacco di paesologia, si è passati al profilo basso, al minimalismo sotto forma di tradizioni millemarie della cultura rurale contadina della nostra terra di Irpinia.

    Alcune tradizioni millenarie come il carnevale di paternopoli, montemarano, montoro, bellizzi e castelvetere vanno vbenissimo siamo tutti in perfetta sintonia ed in accordo celestiale.

    L’uccisione del maiale ,invece, terrorizza le sensibilità ed apre scenari inquietanti sul tema non solo della partecipazione ed accollo spesa quota capitaria ma addirittura del m odo come il post è stato impaginato, del modo con cui è stato ripreso da internet un frammento di contenuto della procedura e del rito, si chiede all’autore del post di modificarlo di eliminare parole dettagli che potrebbero non consentire di andare ad alcuni comunitari a nanna placidamente dopo carosello ed il bacio della buonanotte.

    Siamo giunti al disvelamento delle due anime, reali, del blog e della comunità provvisoria:

    la prima verace pugnace irpina con ardore secondo orgoglio identitario e tradizione

    la seconda schiva, sensibile, mistica, delicata, secondo alcuni fenninile e capricciosa.

    Addirittura Michele Ciasullo , mio collega, ci vorrebbe persuadere che la carne di maiale o le cotiche di maiale o gli insaccati del maiale siano più dannosi alla salute delle sostanze d’abuso o di certuni comportamenti privati inenarrabili, inconfessabili, perversi e depravati di questa bella e nobuile terra d’Irpinia.

    No, caro Michele, questa è demagogia bella e buona.
    O spieghi bene ed informi i lettori su cio’ che scienioficamente e statisticamente parlando secondo la medicina delle certezza e dell’evidenza volevi significare oppure il messaggio non puo’ passare come lo hai demagogicamente e superficialmente impaginato secondo una tenica di disinformazione e di credenze.
    Della serie” lu mierec ha ditto accussi’, io fazzo cumm’ha ditto lu mierec”. Siamo ormai passati dal paternalismo medico alla centralità della persona ed il medico è servitore per vocazione ed inclinazione oltre che per scelta libera del suo paziente con il quale ha il dovere di intraprendere un percorso di vera alleanza per scelte condivise che non siano rigido burocratico consenso disin formato.

    Hai il dovere ,caro Michele, di precisare cosa intendevi dire con il tuo commento, di essere chiaro e limpico come il sole, come l’acqua che sgorga sorgiva.
    Questo è il dovere di un medico umanista, che si occupa di assistenza medica primaria(medico di famiglia o medico di medicina generale) oltre che cittadino attivo impegnato nel sociale

    Questa è una cosa troppo seria per racchiudere tutto in una battuta a doppio senso. Aspettiamo chiarimenti Un cordiale saluto Rocco Quagliariello

    rocco q

    16 gennaio 2010 at 5:05 PM

  26. Anch’io credo questa discussione debba essere riportata nei binari del buon senso e nello stesso tempo abbia bisogno di uno sguardo un pò più elevato rispetto ad alcune considerazioni e convinzioni al limite dell’ideologico.Non penso sia fuori posto la discussione in sè nell’ambito del pensare e fare della Comunità provvisoria e della “paesologia” di cui abbiamo approfondito alcuni aspetti a Grottaminarda.Ripeto: al di là delle legittime e sacrosante convinzioni e stili di vita personali sui temi di ” un animalismo ” non fondamentalista e prescrittivo ritengo specifico alle nostre esigenze culturali una attività economico sociale e un rito antropologico legato alla terra e agli uomini che la abitano .
    La storia dell’uomo è legata alla terra e alla ruralità e la matrice di tutti gli aspetti spirituali e materiali della storia dell’uomo per millenni è stata la condizione rurale, di vita strettamente legata alla terra per la sopravvivenza in un rapporto di interdipendenza non esclusiva come era stato da sempre nei confronti della terra, della sua coltivazione e dell’allevamento del bestiame (fisiocrazia) prima dell’età moderna,industriale e tecnologica che lo ha travisato e risolto a solo fatto tecnico-economico.
    Nelle nostre terre appenniniche ci sono abitanti, ainoi, che in effetti non hanno nulla a che fare con l’attività agricola, avendo esse scelto o essendo costretti semplicemente di abitare in un ambiente rurale, invece che urbano, per una preferenza personale. Se non fosse per queste persone, oggi la popolazione residente rurale sarebbe ancora più rarefatta. Questa rarefazione ha assunto dimensioni preoccupanti nelle zone più disagiate, più povere e periferiche dell’Appennino.
    Le persone interessate all’esodo hanno cambiato senza difficoltà lo stile di vita ma dovrebbero essersi portato dentro le tradizioni e, conservarne il significato, sentirne l’implicazione nella coerenza di vita, e farne, a loro volta, la trasmissione ai figli. Anche il ritorno ai propri luoghi d’origine è dettato da questo legame più profondo che ha a che fare con l’uomo in quanto tale più che con la condizione esteriore di vita, che ovviamente rimane faticosa e disagiata, tuttora, anche se molti lavori agricoli di un tempo non vengono più fatti o possono essere meccanizzati.
    Stili di vita e tradizioni nella società rurale non sono separati tra di loro: entrambi si sono formati nei tempi lunghi, nella realtà quotidiana, si intrecciano nei modi di vivere, di rapportarsi con gli altri, di praticare le proprie credenze, di mangiare, di vestire, di considerare il lavoro agricolo, il bestiame, la terra, gli eventi naturali ecc. Solo quando i soggetti escono da questa realtà avviene una separazione tra stili di vita e tradizioni, per cui in gran parte i primi cadono nel senso che vengono abbandonati per assumere quelli della nuova condizione professionale e sociale, mentre le seconde permangono, dimostrando in misura maggiore o minore, a seconda delle persone, di essere un elemento vitale e costitutivo del proprio essere e viene data ad esse anche manifestazione esteriore, ogniqualvolta la nuova situazione di vita lo permette (comunità di emigrati all’estero, tenute insieme prima di tutto da una comunanza di tradizioni).
    Il rapporto particolare tra mondo rurale e uno degli animali più caratteristici dello stesso, il maiale riguarda la società rurale che ha trovato in questo animale la fonte principale per soddisfare al suo fabbisogno di proteine nobili, perfettamente idoneo per una economia povera, ha anche portato la lavorazione delle relative carni, nell’intento di conservarle per distribuirne il consumo lungo tutto l’arco dell’anno, a un livello di eccellenza, di autentica civiltà alimentare, tra i più significativi nella storia e nella cultura dell’alimentazione umana.Queste ed altre le considerazioni sociologiche,culturali ed economiche chemi angrebbe di approfondire tra di noi …..il resto è problema personale che comunque va rispettato e salvaguardato.

    mauro orlando

    mercuzio

    16 gennaio 2010 at 5:31 PM

  27. Maremma maiala, il porcello ha aperto anche un fronte deontologico…

    paolo

    16 gennaio 2010 at 5:38 PM

  28. Grazie, Enrico, hai descritto tanto bene quello che ricordo di tanti anni fa. Rispetto i vegetariani, ma non lo sono personalmente anche se preferisco formaggi a carni. Dovremmo pero’ ricordarci che quando usiamo carne sfruttiamo (abusiamo direbbero i vegetariani) gli animali, e quando usiamo tutte le altre cose (cibi, vestiti, ecc.) sfruttiamo chi le produce (con un lavoro che noi non saremmo disposti a fare specialmente al prezzo che vengono pagati). Se non vogliamo sfruttare nessuno dovremmo usare solamente quello che produciamo e facciamo noi, da quello che mangiamo a quello che vestiamo ed alle materie prime con cui sono fatte.

    Raffaele Ruberto

    16 gennaio 2010 at 5:43 PM

  29. Carissimi amici, mi sento in dovere di intervenire ancora e non per fare critica fumosa. Ma veramente quanto sta accadendo mi fa pensare a un raccontino che mio padre mi propinava sempre da bambino. Mi diceva che c’era un contadino che aveva fatto tanti sacrifici per mandare il figlio in colleggio a studiare, perchè non voleva che suo figlio fosse “ignorante” come lui. Venne finalmente il giorno in cui il figlio finito che ebbe gli studi scrisse al padre che sarebbe arrivato alla stazione il tale giorno alla tale ora. Il contadinom fiero ed orgoglioso spese i pochi spiccioli che aveva per affittare una carrozza ed andare a prender il figlio alla stazione in questione che distava molti chilometri dal luogo dove risiedevano. Il treno arrivò e con esso il giovanotto. Salirono sulla carrozza che era ormai sera per far ritorno a casa e da un lato dal finestrino si scorgeve una bellissima e luminosissima luna piena. Papà, disse il giovane rivolgendosi al padre: ma questa è la stessa luna che sta al paese nostro ???. Questo per dire che chi si allontana da un certo tipo di vita non riesce più a metabolizzare la logica che quella vita conserva, nonostante chi si sia allontanato. Allora se vogliamo parlare di paesologia, il che implica una seria analisi sullo spopolamento e la franate decrescita verso il limbo per i luoghi cari alla nostra coscienza, dobbiamo anche essere in grado di accettare i riti e le tradizioni, belle o brutte che la stessa comporta. Io non credo al malocchio, ma c’è chi ancora continua in una sorta di rito magico a fare “l’uocchi” ai propri figli ed ai propri nipoti e non per questo li additiamo ad essere “primitivi” non degni di rispetto, nelle campagne girano ancora uomini che con un bastone in mano cercano le falde acquifere e non per questo andiamo loro a dire che sono dei sognatori, oppure pensiamo alla Pasqua, festa dedicata alla resurrezione di nostro signore, festeggiata con l’uccisione di milioni di poveri agnellini, il Natale con i capponi … Il mondo è questo. Perchè qui si vuole fare i poveri difensori degli animali che poi la maggior parte di voi mangiano ??? No, non ci sto. Io ho il coraggio di dire che sono carnivoro e non provo rimorso quando mangio la carne, se così fosse, farei come Elda, alla quale va tutto il mio appoggio in quanto so che non mngia carne e quindi non partecipa al barbaro macello che ci permette di deliziare i nostri palati. Spero che sia stato chiaro e assicuro che questo intervento non è assolutamente polemico ma sostanzialmente coerente con il mio pensare la vita. Fino a quando ci saranno i contadini statene certi che i maiali continueranno ad essere cresciuri con amore e uccisi con dolore. Perchè questo animale ha il difetto di essere eccezionale sotto tutti i punti di vista.

    giovanni ventre

    16 gennaio 2010 at 6:12 PM

  30. @ enrico
    grazie per la solidarietà e spero di poterti conoscere al più presto.

    giovanni ventre

    16 gennaio 2010 at 6:16 PM

  31. non abbiamo un direttivo che stabilisce la linea e le cose da fare e da non fare
    ma in questo caso io ribadisco che c’è un compiacimento nel post che non va bene.
    inutile adesso discutere del rapporto tra uomini e animali, è ovvio che siamo noi a uscirne male…
    si può fare l’invito
    e si può andare e non andare.
    forse non c’è bisogno di scrivere un programma dettagliato dell’evento. a che serve sapere che alle ore nove c’è l’uccisione del maiale?
    e non c’è bisogno di opporsi rozzamente a chi con mitezza si schiera dalla parte del porco.
    vado in giro in tutta italia a parlare della cp.
    stasera ho parlato davanti a un folto pubblico del nostro blog. cerchiamo sempre di tenere conto del fatto che ci leggono ormai in tutta italia…

    arminio

    17 gennaio 2010 at 12:31 am

  32. Mi perdonerete, ma pur essendo un carnivoro-vegetariano non mi sento minimamente attratto dallo spettacolo offerto della uccisione di un maiale (come di qualsiasi altro animale) ancorché nell’ambito di un cerimonale festoso.
    Tutti noi irpini con qualche anno sulla groppa abbiamo memoria di un rituale che di nobiltà non ha mai avuto nulla. Le urla straziate e strazianti di un maiale disteso su un fianco, con le zampe bloccate da tante robuste mani di umani, colpito alla giugulare dalla mano esperta e spietata di un “professionista” (il boia interveniva – ve lo ricordate, no? – con tutto il suo set di affilatissimi coltelli che sembravano altrettante sciabole, custoditi in una valigetta di cuio, quasi fosse un chirurgo) sentite da bambino non si scordano mai più.
    E non mi consola certo il fatto che alcune tradizioni (che credo siano alla base della nostra) come quella ebraica Kosher o quella islamica Halal (che richiedono espressamente che l’animale – non il maiale naturalmente, come si sa – al momento dell’uccisione sia cosciente) da molti anni siano praticate in Italia e regolarmente autorizzate da tanto di decreto ministeriale!
    Resta lo sgomento che in omaggio a simili tradizioni si pretenda di fare oggetto di culto di una pratica che considero chiaramente oltraggiosa.
    Per capirsi, io la carne di maiale come altri tipi di continuo a mangiarlae con piacere in tutte le forme, ma solo se ottenuta da una macellazione che preveda la totale incoscienza della bestia prima della sua soppressione (mi dicono che tra le tante tecniche possibili la più usata nei macelli pubblici del nostro paese è l’elettronarcosi).
    Insomma, cari amici, ci sono cose che potremmo risparmiarci, senza con questo violare il nostro patrimonio … genetico.

    Fausto Altavilla

    17 gennaio 2010 at 1:01 am

  33. Per sdrammatizzare il tutto …..tra il serio e faceto siamo arrivati al nodo filosofico della “cocezione dell’anima o delle anime……..

    Per Rocco:
    “Siamo giunti al disvelamento delle due anime, reali, del blog e della comunità provvisoria:

    la prima verace pugnace irpina con ardore secondo orgoglio identitario e tradizione

    la seconda schiva, sensibile, mistica, delicata, secondo alcuni fenninile e capricciosa”.
    …….Per Platone l’anima è come una biga trainata da cavalli alati : essa è composta da tre elementi : un auriga e due cavalli . Nella vita prima dellanascita le anime degli uomini stavano con quelle degli dei nel cielo,con la possibilità di raggiungere un livello superiore di conosocenza ‘ideale'( eidos ….un guardare profondo e non superficiale),una realtà al di là (non spaziale) del mondo fisico che si riconnette alla celeberrima teoria delle idee secondo la quale vi erano due livelli di realtà:il nostro mondovisto in superfice e le idee… ilmondo visto in profondità.L’auriga impersonificava l’elemento umano-razionale,mentre i cavalli quelli irrazionali:ciò significa che la nostra anima è per Platone costituita da elementi razionali ed irrazionali.Dei due cavalli , uno,di colore bianco , è un destriero da corsa ubbidiente e con spirito competitivo , l’altro , nero , è tozzo,recalcitrante ed incapace : compito dell’auriga è riuscire a dominarli grazie alla sua abilità e alla collaborazione del bianco.Il nero si ribella all’auriga (la ragione)e rappresenta le passioni più infime e basse,legate al corpo.Il bianco rappresenta le passioni spirituali,più elevate e sublimi.Significa che non tutti gli aspetti irrazionali sono negativi e che è comunque impossibile eliminarli:si possono solo controllare con la “metriopazia”,la regolazione delle passioni . E’ una metafora efficace perchè è vero che guida l’auriga , ma senza i cavalli la biga non si muove:significa che le passioni sono fondamentali per la vita .
    ….un pò per celia e unpò per non morire…..
    mauro orlando

    mercuzio

    17 gennaio 2010 at 8:22 am

  34. Ci saremo io e mia moglie . Aderiamo solo al pranzo . Ho delle foto di un evento simile a cui ho partecipato molti anni fa. Se le ritrovo le porterò . Quello che per alcuni ora appare un fatto esecrabile , una volta era la sopravvivenza . Ricordo a casa mia nelle annate in cui il maiale faceva poco lardo era una vera disgrazia . Ora l’abbondanza ci cambiato tutti i parametri .Ritengo che ogni cosa vada valutata in modo non “talebano” .

    Nicola Iacoviello

    17 gennaio 2010 at 9:03 am

  35. @ anime pie della C.P.
    Ma che razza di personaggi siete? Mi viene da ridere, veramente! E confesso che di domenica non ridevo da tanto.

    Ma insomma una settimana fa avevamo ‘il vate Arminio’ in ambasce per mancanza di commenti dopo la giornata di Grottaminarda (basterebbe rileggere).
    In quella giornata, tutti seri!, avete enunciato, avete promesso, qualcuno ha pure minacciato che … se … allora ..! Tre giorni a scrivere vere ‘falsepromesse’, come buoni cattolici, perché tanto dopo il peccato c’è sempre qualcuno che, per utile proprio, è disponibile ad assolverti. Al quarto giorno, proprio per non copiare quella santa storia, avete resuscitato tutti i vostri veri ardori e vi siete impelagati in una discussione inutile, vacua, utile solo a chi ha interesse a farvi dimenticare nel frattempo proprio le promesse che avete fatto.

    La Vestale del Vate eccepisce, il Vate stesso eccepisce e tutti subito proni a sperticarsi nei distinguo, nel trovare ridicole motivazioni per un ‘rito’ in disuso. Per dire io ci sarò perché credo …, o non ci sarò perché credo il contrario …, io invece ci sarò facendo però caso a non suscitare le ira del primo e del secondo manipolo.

    Si ‘fotte’ se l’Irpinia di cui parlate muore proprio a causa di ‘quei porci’ che non avete avuto la forza e il coraggio di affrontare ed uccidere.
    Nella società dello spettacolo, quella in cui vivete egregiamente, quella delle ‘promesse televisive’ (che nessuno potrà verificare), in questa società opulenta non vale più, ovviamente, il detto ‘mors tua VITA mea’ riferita alla morte di un solo porco, ma vale però il detto “mors tua DIVERTIMENTO meo’, senza ipocrisie, senza sovrastrutture. E sapendo che altri porci stanno fuori della masseria per essere “ammazzati”. Alleluia, fanfaroni!

    enzlu (il solito, di getto)

    enzlu

    17 gennaio 2010 at 11:10 am

  36. Grazie Mauro, sei sempre affettuoso e prezioso, non riscontro né celia e né stato tardo crepuscolare, anzi ti dirò che sei tornato pimpante lucido raffinato nella tua cultura e nelle tue citazioni erudite sempre utili e prezsiose. salutami con affettuosa amicizia e deferenza Edda Buona Domenica

    Per quanto attiene invece la ricorrenza odierna vorrei ricordare a tutti i comunitari ,comunitarie comprese, che le manifestazioni in onore di sant’antuono in irpinia sono ubiquitarie, anche se Nusco ha preteso una forma di egemonia sugli altri borghi con quella spocchiosa “diversità” che contraddistingue “i nuscani” dai conterranei.

    Nusco balcone terrazza dell’irpinia, Nusco città borgo della cultura, Nusco piccola Svizzera, Nusco letteraria, Nusco parrocchiale, Nusco solidale, Nusco eco sostenibile, Nuscoi perla dell’Altra Irpinia e via discorredo.
    Musco è certamente uno dei borgi più belli della nostra Terra di Irpinia, il borgo medioevale meglio restaurato architettonicamente e con i migliori restauri archeologici monumentali, sicuramente trascorrere una settimana o due settimane e Nusco durante il mese di Agosto è molto molto molto più interessante in questo m omento storico e da qualche decennio che trascorrere le stesse settimane a Santangelo dei Lombardi, a Torella, A guardia, a Morra o a Frigento, a Grommaninarda, a Cairano, a calitri o a Bisaccia o Lacedonia.

    L’abbazia di Fontigliano è un gioiello come pure il centro storico ,mentre il Goleto per fortuna è ancora nel territorio di Santangelo dei Lombardi, nonostante che abbiano messo su essa abbazia dio san guglielmo(goleto) gli occhi politici prima Lioni dopo Nusco…

    Ebbene Sant’Antuono che si festeggia anche nel montorese per i contadini era il protettore delle stelle e degli animali che in esse dimoravano, li proteggeva dalle malattie e dal fuoco.

    Su questa credenza popolare nasce la festa dei falo’ di santantuono maschere e suoni.

    Poi interviene l’EPT e la trasforma un una sagra con esposizione di prodotti tipici, sottraendole la genuina ambizione di festa che chiude l’avvento natalizio, apre le danze carnascialesche in preparazione della pasqua di resurrezione.

    Invece l’EPT ,con la proloico nuscana ed altre istuituzioni, trasforma una tradizione rurale contadina in una vetrina , addirittura porta a Nusco due damigelle in costume d’epoca per comporre una coreografia che era talmente bella e genuina da non dover richiedere nessun ulteriore elemento di abbellimento con tutto il rispetto per le splendide bellezze femminili che hanno nell’occasione indossato splendidi costumi, in una cornice dove però il fumo e l’odore di legna bruciata mal si conciliava con la danza in costume d’epoca.

    Un consiglio all’EPT: meno forma più sostanza, capisco che ci sono contributi regionali per le manifestazioni che custodiscono e promuovono tradizione identità e tipicità irpina, ma il tutto andrebbe organizzato con una cabina di regìa prfessionalmente valida e non con una telefonata…
    Chi ha procurato damigelle e costumi ha tutti i requisiti per svolgere anche compiti organizzativi e di coordinamento delle iniziative che l’EPT puo’ sponsorizzare oltre che provuovere per un turismo paesologico e per un recupero delle nostre migliori tradizioni identitarie e culturali.
    In tal modo gli alberghi si riempirebbero “pure il sabato e la domenica” e non soltanto nei “giorni lavorativi” secondo le statistiche pubblicamente diffuse al Castello di Grottaminarda il nove di gennaio duemiladieci proprio da chi è responsabile attualmente dell’EPT provinciale, nostro caro amico, al quale tuttavia consigliamo di sfornare meno dati e cifre. più genuina umanità managerialmente si intende e pure comunitariamente. Un caro saluto e Buona Domenica a TUTTI. Rocco Quagliariello

    rocco q

    17 gennaio 2010 at 12:45 PM

  37. Chi vuole vada e chi non vuole non vada.
    Senza commenti, se no facciamo “Quelli che il maiale”.
    p.s. E l’occasione forse può essere utile a pensare di istituzionalizzare il blog, per evitare che un giorno qualcuno faccia gli inviti per andare a vedere la corrida, che per gli spagnoli è pure una cosa paesologica …

    paolo

    17 gennaio 2010 at 1:03 PM

  38. voi dei paesi non avete capito nulla. trattate ogni cosa con ottica cittadina, piccolo borghese. tutte le cose che fate si fanno in città da decenni: incontri letterari, letture, cene letterarie, presentazione di libri. retrogradi.

    Anonimo

    17 gennaio 2010 at 2:20 PM

  39. Nei paesi invece solita sera e solita tribù.
    Il bar, la pizzeria, il pub…

    Anonimo

    17 gennaio 2010 at 3:33 PM

  40. Mi chiedo se il porco , il maiale può assumere sem bianze anonime, ma sare bbe il contrario di ciò che riuscì a fare la maga circe io metterei a confronto per un pubblico sereno dibattito il maiale alias porco letterario e l’ano nimo. Se non altro per por tare un pò di sterco in piaz za accontentando nano secondo ed arminio in un colpo solo. Il maiale poi si riporta ad aquilonia men tre l’anonimo può essere trattato come un porco let terario tanto non ha nome nè cognome gli manca l’i dentità sicchè può roto larsi felice nel suo habitat lo sterco letterario che si continua ad impaginare senza rivelare. Questo è il punto più basso toccato dal blog, il record di tutti i record, con buona pace per i lettori non irpini.
    AL PEGGIO NON C’È MAI FINE
    Rocco Quagliariello

    rocco q

    17 gennaio 2010 at 3:45 PM

  41. comunque io sono responsabile solo del primo messaggio anonimo non del secondo. siamo due anonimi.

    Anonimo

    17 gennaio 2010 at 4:07 PM

  42. dalle 11:10 “Il tuo commento è in attesa di moderazione”. Così recita la scritta da quando ho inviato un mio commento che teoricamente dovrebbe ‘essere libero’ su questo blog, visto che ci scrivono “cani e porci” perfino anonimi. Come si vede non tutto è tornato normale. Da tempo abbiamo messo in piedi un blog dove si possono postare tutti i commenti che su altri blog sono ‘moderati’, nel caso interessi siamo pronti a fornirVi l’indirizzo. Felici discussioni!!

    enzlu (di sempre)

    enzlu

    17 gennaio 2010 at 4:10 PM

  43. grazie!!

    enzlu

    17 gennaio 2010 at 4:49 PM

  44. x enzlu

    il suo astio e livore sono sconcertanti e ingiusti. Mi chiedo cosa possa rodere edevastare così nel profondo una coscienza critica cresciuta ed esercitata per tanto tempo nel nostro territorio. Una persona che costruisce la propria competenza professionale ,saggezza culturale e coscienza sociale e politica nelle nostre comunità storicamente maltrattate e mortificate non può approdare a livelli di inciviltà e non rispetto di tale gravità e grevità. Ho cercato in tutti i modi e con i miei modesti mezzi di recuperare nei suoi riguardi un minimo senso di civismo e correttezza nel nostro Blog facendolo uscire da un anonimato che che certamene non lo aiutava a ristabilire un equilibrio con sè stesso e con gli altri della comunità. Vedo che l’uscita dalla “cattività anonima” non ha sortito esiti positivi e di tranqillità sopratutto con sè stesso e me ne dispiace sinceramente ma oramai ‘senza speranza’.Nel merito le sue considerazioni sono talmente cariche di psicotiche ossessioni e melvolezze astiose più verso le persone che le loro idee e compartamenti non possono neanche essere derubricate nel novero del libero e rancoroso dibattito polemico.Siamo adulti e vaccinati cresciuti intellettualmente a coltivare dubbi,sospetti e ad attivare laicamente la “pietas” per tutte le forme di autismo ,ipocondrie,ossessioni, gelosie,rancori ecc mal digeriti nelle solitudini regressive dei notri duri e dolci paesi di Irpinia.
    Fanfaroni ……no! Cerchi almeno in questo di essere coerente nelle sue stravaganze logicche e nei suoi paralogismi da “Montecristo” incoerente e non riuscito.Mi dispiace ma le conviene tornare nel’anonimato, nell’autocompiacimento e nella autoreferenzialità delle sue prigioni mentali e lasci stare di provare i suoi esercizi letterari e mentali in qualsivoglia “Comunità” o socievolezza.
    con grande disappinto ma anche dispiacere
    mauro orlando

    mercuzio

    17 gennaio 2010 at 6:48 PM

  45. ho conosciuto enzolu ed ho avuto modo di apprezzarne intelligenza fulgida, pragmatismo aeronautico, fantasia ed ospitalità tipicamente calitrana, oltre che non comune abilità come web master ,senza dimenticare che è riuscito proprio nell’anno duemilanove ad inventare la prima radio web online di irpinia.

    ne sono amico rispettoso nel senso che ci rispettiamo vicendevolmente, ognuno dei due conopscendo bene il carattere dell’altro ed avenbdone appunto rispetto.

    Non mi pare che Enzolu abbia avuto ed abbia responsabilità da meritare un commento duro come quello che mercuzio ha da qualche minuto impaginato contro il nostro.

    Sistemiamo la faccenda degli “anonimi ” e ripartiamo secondo gli impegni pubblici assunti nella giornata paesologica di Grottaminarda.

    In alternativa, se dovessero continuare queste scaramucce, questi battibecchi molti dei quali pregni di giudizi di valore e qualità , inerenti temperamenti e personalità, saro’ ,mio malgrado, costretto a non animare il blog comunitario, contravve nendo ad un impegno assunto con Franco Arminio e forzando in maniera violenta la mia volontà riconciliativa in sintonia.

    Mi duole dover esprimere queste considerazioni ma la domenica è un giorno terribile per i paesi, per la città per tutta la provincia di Avellino, topgliete il bascket, il calcio minore, il cinematyografo e non rimane che la famiglia, per chi ci crede ancora ed ha la fortuna di averne una vera autentica, una casa che non sia una progione o una caserma militare.

    In questo commento ho inserito la terza anima del blog e della comunità provvisoria: l’accidia peccato capitale che sta prepotentemente ritornando come vizio sociuale di tendenza, in patomorfosi con la lue e la gonorrea da rapporti sessuali promiscui non protetti.
    Miserere. Garbo gentiolezza e cordialità

    Rocco Quagliariello

    rocco q

    17 gennaio 2010 at 7:12 PM

  46. Confesso che da tempo non assistevo a tanta e tanto colta asprezza verbale.
    E tutto sulla … pelle di un maiale.
    Forse dopo tanto baccano (peraltro, degno di miglior causa) sarebbe molto utile un po’ di raccolta riflessione.
    Auguro a tutti i baldanzosi contendenti un po’ di sana quaresima.

    Fausto Altavilla

    17 gennaio 2010 at 7:18 PM

  47. a mercuzio e ad altri:

    Lasci stare la mia personalità che non conosce. Commentando la mia personalità e la mia storia fa la figura del ‘bamboccio’, del ‘cane da guardia’ e le due cose non le si addicono.

    Già in altra occasione qualcuno ha dovuto rinfacciarle che Lei non è più in grado di sorridere nè di se stesso nè tantomeno degli altri. Inutilmente cerco di scrivere come posso, come so, con grande ironia, e chi mi conosce lo sa benissimo. Lei però si ostina ‘a curarmi’, a tenermi sotto osservazione.
    Fa malissimo, perché nonostante i paroloni io non la odio anzi la ignorerei con grazia se la smettesse di attaccarmi anche quando non è necessario.

    Del resto il mio linguaggio non è, sembra, inviso ad altri, pertanto la prego di rileggersi i miei scritti alla luce di queste indicazioni, pur esse ironiche e la invito caldamente ad astenersi dal commentare le qualità personali di chi scrive sul blog.

    Le mie qualità personali le sono giunte all’orecchio da persone che hanno interesse a addebitarmi un abitus che non mi corrisponde. Se per servilismo Lei intende invece assumere come vere certe ‘informazioni superficiali’ che le hanno dato, sbaglia a farlo. Se ne astenga.

    Una ultima cosa, quando io in questa terra, da solo !!! (ha capito da solo!!! perdio) battagliavo (e ancora combatto) contro ‘i porci’ che l’hanno distrutta Lei viveva beato in altri luoghi.

    Per questo gioco al massacro che con dignità e senza tentennamenti ho avuto la forza di sopportare è stata distrutta la mia famiglia, il nome onorato che porto e siamo stati privati senza pietà, senza riguardi, di ogni bene per pura vendetta politica come si usa da queste parti.

    Quanto alla mia storia personale che lei ignora, ed altri hanno la voglia di far dimenticare, essa è fulgida!!! ed è cosa che non la riguarda. Quando tornerà lucido dalla obnubilazione in cui si è cacciato, forse avrò tempo e voglia di illustrargliela.

    PP.SS. mi dispiace veramente che in questi luoghi che con grande fatica pure io ho contribuito a costruire, sia costretto a difendermi senza che altri sentano lo stimolo a placare l’ira funesta di questo individuo.

    Ho sempre detto che bisogna commentare i commenti e non i commentattori, ma quando per mesi fai la persona educata, ti metti da parte per vedere se gli altri sanno o possono camminare con le loro gambe, non immagini che il tuo posto possa essere occupato da tali consorterie e figuri.

    Me ne rammarico e per la prima volta Vi chiedo scusa. A tutti.

    enzlu isolato, non sconfitto; fermo non immobile!

    enzlu

    17 gennaio 2010 at 7:31 PM

  48. Ringrazio rocco q. per quanto ha scritto. E’ evidente che mentre scrivevo il mio commento la pagina non si era aggiornata e non avevo letto il suo.
    E’ l’asincronicità dei commenti in rete. Con gratitudine

    enzlu

    enzlu

    17 gennaio 2010 at 7:41 PM

  49. Ho aperto il blog per chiedere un aiuto, lo faccio lostesso anche se mi sento un pò fuori luogo dopo aver letto i vari pensieri espressi precedentemente.
    Comunque lancio il mio appello e chiedo il vostro aiuto.
    Piccolo racconto del motivo per cui chiedo l’aiuto.
    Lo scorso anno ho messo sù un Quartetto dal titolo “Uomini di Terra” che come potete immaginare si tratta di contadini e braccianti che lavorano la terra ed in particolar modo nei miei ricordi di infanzia e giovinezza i racconti che mi sono stati fatti da nonni e zii erano legati alla vicenda delle occupazioni delle terre e alla figura di Giuseppe Di Vittorio.
    Il Quartetto per chi lo ricorda ha suonato la scorsa edizione a Cairano 7X, in quella occasione feci il concerto utilizzando proprio le musiche che avevo approntato per questo spettacolo, che nelle mie intenzioni vanno in contemporanea quindi proiezioni di foto e video di contadini e braccianti che lavorano la terra degli anni 40-50 e musiche eseguite con il mio Quartetto dal vivo contemporaneamente alla proiezione.
    Ecco dove chiedo il vostro aiuto, ho assolutamente bisogno di mettere insieme foto e video di quegli anni che io affiderò ad un regista che monterà in sequenza tutto il materiale sia video che foto.
    Alcuni mi hanno detto di chiedere aiuto alla cgil di foggia, bari, avellino, a casa Di Vittorio di Cerignola oppure a qualche appassionato di foto e video d’epoca della zona. Ecco la domanda: Potete essermi di aiuto in questa mia ricerca???
    Grazie per l’attenzione e Affettuosità a tutta la Comunità Provvisoria con la speranza di rivederci presto.

    Pasquale Innarella

    17 gennaio 2010 at 8:19 PM

  50. sono sconcertato……ma molto rammaricato.La situazione è molto più grave di qaunto pensassi o sperassi.Me ne farò una ragione e per il futuro eviterò di essere così diretto.Unica considerazione :ma come si fa ad offendersi una persona che fa con leggerezza e sconsiderazione esercizi di offese personalizzate in modo anonimo e palese indiscriminatamente.Comunque faccio ammenda pubblicamente per quanto ho scritto che non sia stato rispettoso di qualsiasi interlocutore di questo Blog….
    mauro orlando

    mercuzio

    17 gennaio 2010 at 10:06 PM

  51. Io non ho mai scritto in forma anonima!!!! ma talvolta solo sotto pseudonimo.
    Quelle volte che l’ho fatto l’avevo concordato con i gestori del blog, senza dirvelo ed assumendone il rischio, per ravvivare le discussioni. Forse in tanti non l’hanno immaginato o saputo. Talvolta è capitato di aver scritto sotto pseudonimo prima di chiedere l’autorizzazione, ma immediatamente dopo i gestori sono stati in qualche modo informati. Le conseguenze sul piano personale sono sotto gli occhi di tutti.

    Pertanto chi continua a dire che scrivo in forma anonima mente e mi diffama.
    Ho combattuto i draghi di questa terra e non avrò ora paura delle mosche cocchiere.

    Quanto ai rapporti con i gestori del blog: Arminio e Eldarin non hanno nemmeno avuto la dignità o la voglia o la necessità di alzare gli occhi e salutarmi a Grottaminarda. E non per mia vergogna. Non hanno trovato nella loro altezzosa albagia un briciolo di ragione civile per dire solo “ciao”. Forse per continuare a dire ai fessi che mi comporto male.
    Quattro sole persone hanno avuto l’ardore e forse l’affetto di alzare gli occhi e salutarmi, nell’ordine: Sergio, Luca, Fausto ed Giovanni. A loro si è unito proprio ‘mercuzio’ che si è avvicinato chiedendomi se ero Enzo Luongo (evidentemente informato da qualcuno) e porgendomi la mano: l’ho stretta e gli ho dato gli auguri. Sono onorato e non dimenticherò quei saluti. Agli altri auguro che, frequentando buone compagnie come fannno, ne possano trarre benefici affettivi e coraggio.
    Io non mi sono mai vergognato di salutare un amico. Anche se non lo vedevo e anche se avevamo litigato. Una amicizia, seppure superficiale o tempestosa, per me, è per sempre!

    Una ultima cosa e poi spegnerò la mia attenzione su questo spazio: talvolta ho attaccato ferocemente il ‘potere che domina in qualche modo su questo blog’.
    Tale potere non è impersonale e chi lo detiene talvolta a mio parere se ne approfitta. Vorrei allora dire che: attaccare il potere, ogni potere, con coraggio ed intelletto, non è (ripeto non è) attaccare la democrazia, ma E’ (è!!) LA DEMOCRAZIA. Se ancora non l’avete compreso, fate presto, questa terra nè ha tanto bisogno.

    Lunga vita a tutti. Enzlu

    enzlu

    17 gennaio 2010 at 11:55 PM

  52. siamo giunti al bivio epocale della comunità provvisoria e del blog comunitario: tutti riconosciamo a franco arminio di essere stato l’anima di tutta questa straordinaria iniziativa intellettiva ed intellettuale, io per primo. con essa abbiamo avuto la possibilità di conoscere persone di assoluto spessore qualitativo e di notevole caratura valoriale, per tutte voglio citare mercuzio.
    Indubbiamente quello che è accaduto a Grottaminarda è grave, molto grave. Il significato dell’amicizia travalica le circostanze ed i comportamenti, non ammette risentimenti, quando essa è autentica disinteressata.
    Orbene mauro è stato onesto, a Groittaminarda, un vero ospitale padrone di casa, una persona umile e leale che si avvicina porge la mano e la stringe se corrisposto.
    La stessa cosa mesi fa, sempre mauro, l’ha fatta con me ed è nata una vigorosa pugnace amicizia reciprocamente rafforzativa, un rispetto profondo che si è consacrato nel momento in cui ho avuto modo di conoscere anche Edda.
    Non salutare l’amico ritrovato è un atto di superbia e di rancorosa indifferenza, contravviene anche la parabole evangelica del figliuol prodigo, quantunque in chiave laica. L’amico ritrovato, per aver deciso di tornare, ha già compiuto il suo atto di umiltà e di riconciliazione.
    Essere riusciti ad offrire i commenti impaginati, quantunque nel post del porco letterario, è stato un modo verace pugnace autenticamente irpino di affrontare la realtà e ricercare la possibile verità.
    Ringrazio con affetto e stima Enzo e Mauro, dal profondo del mio cuore.
    Attendiamo senza fretta che Elda e Franco spieghino il perchè del loro comportamento, per capire in pubblico quello che in pubblico è accaduto, per sgombrare il campo da ogni turbolenza nebulosa e ripartire davvero con spirito comunitario ritrovato e costruttivo nel rispetto delle biografie e dei talenti,in amicizia condivisa.
    Grazie con garbo gentilezza ed amicizia comunitaria
    Rocco Quagliariello

    rocco q

    18 gennaio 2010 at 6:37 am

  53. Gli ultimi interventi di Enzo e Rocco mi obbligano ad una risposta non formale o convenzionale .La scrivo in forma di lettera pubbica ma privata diretta a Enzo…..
    X Enzo Luongo,
    prima di tutto voglio esternarti naturale e civile “affetto” e “rispetto” ,se pur maturato nei non pochi e sgangherati alterchi polemici su questo Blog.
    Sono non a caso due sentimenti distinti ma essenziali nella originale esperienza culturale e politica che stiamo facendo nella nostra ,ainoi , non più giovane vita sentimentale,mentale e politica .
    Per me è il “sentimento” ,non necessariamente contrapposto alla “ragione”, la peculiarità e l’anima di questa nuova esigenza di politica che mi ha piacevolmente trascinato in questa straordinaria esperienza sociale e culturale .
    Ho dovuto fare delle scelte esigenti rispetto alla mia vita privata, intellettuale e professionale .Ho dovuto correggere convinzioni inossidabili ,sintassi sgangherate e vocabolari inadeguati. Ho dovuto fare “tabula rasa ” delle mie sintassi e grammatiche, perché sentivo che questa esperienza aveva una necessità ,novità e originalità che obbligava a mettere in discussione prima di tutto noi stessi, le nostre accomodanti e pacificate pigrizie conoscitive , psicologiche e ontologiche. Sì ……anche sentirsi onorato, appagato e risolto nella ‘bella e varia famiglia “ della Sinistra italiana.
    Le mie care e vecchie categorie filosofiche e politiche si sono manifestate nella loro insufficienza sia per la comprensione del fenomeno culturale,sociale e politico che mi investiva ma soprattutto per interpretarne il senso e definirne la sua rappresentazione.
    Educati ad una salutare diffidenza ( o sospetto) culturale e politica dell’individualismo moderno se pur filosoficamente profondo (Locke,Kant, Stuart Mill) ,questa nuova esperienza sociale e culturale mi ha riaperto un quadro analitico meno assoluto,dottrinario e ideologico e più aperto e critico. Ho scoperto la ricchezza di un individualismo “riflessivo” ,progressivo e attivo finalizzato a stimolare e consentire agli individui prima di tutto, di fare libere scelte per quanto riguarda la loro vita privata e pubblica per una cittadinanza attiva ,riflessiva e responsabile e la povertà pericolosa e reazionaria di un individualismo pigro ,regressivo e gregario.
    Si è detto che le emozioni non possono costruire nuove identità collettive. L’esperienza della Comunità provvisoria fatta di conoscenza di nuove ed autentiche persone,di piccoli incontri in “piccoli paesi” pieni di ‘vera vita’ ,di riscoperta naturista e affettiva delle proprie terre di nascita…… possono essere la risposta concreta a una sociologia o politologia viziata da un errato privilegio esclusivo della razionalità. Una sorta di astratta razionalità politica mista a un realismo opprimente rischia di fare dei brutti scherzi non solo ai nostri detrattori ma anche ad intelligenti analisti e praticanti presenti nel nostro movimento.
    Abbiamo bisogno di una modestia intellettuale e un orgoglio politico che parte da un risultato al di là e al di sopra delle nostre personali capacità e previsioni.
    Indirettamente ho conosciuto persone che avevano liberamente e orgogliosamente di applicare una sorta di “esercizio del silenzio” o una sorta di salutare e attivo allontanamento dalla mischia, non per mancanza di argomentazioni o convinzioni , in rapporto allo sviluppo delle esigenze, sempre legittime e rispettose, manifestatosi nelle storie persoali e ricche che hanno distinto la terra d’Irpinia nel consolidamento della sua democrazia non formale. Queste storie ci sono,vanno riconosciute ,rispettate ma non possono incorrere nel pericolo di diventare “morti che seppelliscono altri morti”.
    Con grande senso di unità concreta e responsabilità non ho mai fatto mancare l’espressione chiara e concreta delle mie convinzioni nelle sedi deputate (Blog e quant’altro) dei nostri incontri ,anche a rischio di qualche malevole incomprensione come nel nostro caso.
    Le mie risentite querelle verso i tuoi interventi ultimi ,proprio perchè rispettose della tua dignitosa ed onorata storia, volevano ridestare un senso della continuità delle nostre passate e future esperienze comunitarie (oltre l’ndividualismo nobile e coerente) e di radicamento nel territorio al di là delle espressioni e letture più immediate venate di un personalismo esagerato e immobilizzante.
    Mi ricordava un richiamo alla “cupio dissolvi” connaturato alla esperienze della sinistra italiana della nostra generazione postmoderna o postsessantottina della Barbara Spinelli: “Abituata a guidare il popolo, la sinistra sembra essere incapace di mettersi in suo ascolto, ed è il motivo per cui ne è regolarmente sconcertata”
    Io sono convinto che l’esperienza della Comunità provvisoria non è per essere compresa o analizzata razionalmente o per essere condivisa o gestita se pur con competenza e intelligenza ma soprattutto per essere vissuta e praticata democraticamente in prima persona in modo critico, riflessivo, attivo e responsabile.
    Voglio concludere , a passata e futura memoria, con una citazione di E. Scalfari sull’Espresso del 28 febbraio 2002 che così definiva i nuovi tempi e modi della politica nel nostro paese:
    “..La parola “cittadini” sta recuperando da qualche tempo una valenza che era andata smarrita. Camerati, compagni, amici, signore e signori, avevano sostituito un appellativo che si richiamava direttamente e semplicemente alla sovranità popolare senza distinzioni e appartenenze di classe, di censo di ideologie. Cittadini vuol dire abitanti della stessa città, ed estensivamente dello stesso paese, della stessa comunità; diritti e doveri di cittadinanza sono le leggi che tutti siamo tenuti a rispettare e tutti abbiamo titolo di formulare. Infine cittadino è colui che fa parte e si dà carico della ‘res publica’, delle sue costumanze, delle sue magistrature.”. Faceva appello alle persone e ai cittadini perché tutti insieme ma individualmente partecipassero alla riconquista dello scettro della “sovranità” che da tanto tempo partito e professionisti della politica ci avevano sottratto o negato.Questo è quello che penso anch’io della nobile funzione della “politica” e questo ho cercato di vivere in questa esperienza comunitaria nella mia Irpinia.
    Non viviamo di nostalgie regressive e consolatorie o di storie già concluse o superate ma confidiamo nella tua capacità e intelligenza di continuare a ricordare a noi e agli altri “ciò che non siamo e ciò che non vogliamo” anche in modo rude ma costruttivo e libero.
    Con rispetto e stima

    mauro orlando

    mercuzio

    18 gennaio 2010 at 7:55 am

  54. @ Rocco
    solo una piccola e doverosa precisazione in merito a “…..con la proloico nuscana…….”
    La Pro Loco di Nusco, di cui sono consigliere, da poco riattivata, non ha partecipato in alcun modo alla notte dei falò.
    Personalmente, invece, ho contestato quest’edizione, sul resto non mi esprimo.

    Tornando al “PORCO”
    Ho cercato di leggere e capire i commenti, ma poi ci ho rinunciato.
    Confermando la mia adesione credo che ci sia tanta ipocrità e tanto clamore per nulla (se non lo scrivere facile e spesso “anonimo”).
    E’ una normale attività che va avanti da secoli ed è propria dei nostri “usi e costumi”.
    Rispetto chi non condivide, ma non siamo noi che possiamo, con tante parole, cambiare le nostre tradizioni.
    In tante famiglie, fino a circa dieci anni fa, l’uccisione del maiale era una grande occasione per stare insieme e, allo stesso tempo, preparare dei sani prodotti da consumare nell’arco dell’anno.
    Oggi per fortuna qualcuno ancora resiste, alcuni vanno a comprare la carne in macelleria (proveniente da macelli!!!!) e poi prepara i salami, e la stragrande maggioranza preferisce andare a comprare i salamini indusriali…….. Questa è la vera tristezza di questa nostra epoca.
    Il post, a mio giudizio, poteva essere una buona occasione per avviare una sana discussione comunitaria su quello che è stato il nostro passato (i nostri genitori, i nostri nonni, ecc.)con i suoi usi, costumi, affetti, e sulla possibilità di poter contribuire a che tutto ciò non vada perso.

    Agostino Della Gatta

    18 gennaio 2010 at 9:24 am

  55. Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questa discussione. Credo che alla fine non cambi assolutamente nulla, ognuno rimane della propria idea a difesa del proprio sentire. Una cosa tengo a sottolineare, TUTTO QUESTO FERVORE ATTORNO AL PORCO DIMOSTRA IN MODO INEQUIVOCABILE LA VIVACITA’ DIALETTICA DEI COMUNITARI. Sulle discussioni e sulle posizioni di ognuno ci sarebbe da scrivere un trattato sul porco ammazzato, come, quando, perchè. Ecco queste tre domande voglio proporre a voi.
    Come, quando, perchè ammazzare un porco ???

    giovanni ventre

    18 gennaio 2010 at 9:41 am

  56. Come:
    ci sono alcuni modi, ma non cambia niente, …..si fa.

    Quando:
    per tradizione dicembre/gennaio, con il freddo,
    per l’ordinarietà tutti i giorni.

    Perchè: per l’alimentazione.

    Agostino Della Gatta

    18 gennaio 2010 at 10:01 am

  57. carissimo giovanni ventre,
    purtroppo nonostante i mei potenti mezzi di locomozione spazio tempo non riesco ad essere con voi il 7 febbraio. sono impegnato a san salvatore telesino per un laboratorio clown. vorrei venirti a trovare per verficiare la fattibilità di quella proposta. Ho ricevuto anche la disponibilità di enzo ventre che mi farebbe piacere incontrare in paranza con te. fatemi sapere quando per voi e possibile in un primo pomeriggio infrasettimanale.

    grazie per la vostra dispobilità e a presto, nanos

    Nanosecondo

    18 gennaio 2010 at 11:25 am

  58. ops…enzo tenore

    Nanosecondo

    18 gennaio 2010 at 11:26 am

  59. Caro Enzo, io sono a vostra disposizione, credo che sarebbe ideale incontrarci un venerdi.

    giovanni ventre

    18 gennaio 2010 at 11:32 am

  60. ok allora facciamo per venerdi pomeriggio spero che possa andar bene anche a enzo ventre…..che spero possa darci conferma. io potrei arrivare ad aquilonia venerdi 22 gennaio alle ore 14.30/15.00 max. cia nanos

    Nanosecondo

    18 gennaio 2010 at 12:46 PM

  61. ops…enzo tenore …non ci far caso ho un casino nella capaccia, stamattina.

    Nanosecondo

    18 gennaio 2010 at 12:46 PM

  62. …eccomi, visto che mi si addebita qualcosa..

    ho letto buona parte dei commenti.
    Innanzitutto il termine “tradizione” parola che in molti hanno usato e che a me personalmente un po’ inquieta. La tradizione non giustifica nulla, chi intende tale termine in tale modo è pervaso anche se inconsapevolmente da uno spirito reazionario. Se poi inseriamo la questione in una prospettiva paesologica allora credo che qualsiasi movimento che parta dal basso debba poi prendere le distanze e perché no, condannare quegli aspetti che sono superati vuoi per ragioni economiche, sociali e quant’altro si voglia. Pensare che una cosa vada bene perché “è tradizione” è un impedimento non da poco a qualsiasi forma di evoluzione del pensiero. Dovrebbero andar bene secondo tale modo di pensare molte delle cose che la moderna società civile combatte: le MGF, la pena di morte…Prendere le distanze dunque da prassi obsolete e che non hanno più ragion d’essere credo sia necessario a chi intende intraprendere un percorso di crescita, non mi intendo molto di filosofia ma ricordo che in qualsiasi percorso dialettico la pars destruens era presupposto imprescindibile per una efficace pars costruens.
    Quello che non quadra non è il mangiare la carne ma il bisogno di ritualità. Elda, da brava archeologa quale è, saprà darvi tutti i significati che il pasto totemico aveva presso le comunità totemiche, la vostra mi auguro che non sia ferma ancora a quello stadio.
    Per una lettura psicanalitica della questione invece, credo che enzlu abbia dato una interpretazione molto più esaustiva di quella data da Freud sempre a proposito del pasto totemico in “Totem e tabù”

    Si ‘fotte’ se l’Irpinia di cui parlate muore proprio a causa di ‘quei porci’ che non avete avuto la forza e il coraggio di affrontare ed uccidere.. (enzLU).

    Con cordialità.

    m.rosaria

    18 gennaio 2010 at 2:43 PM

  63. IL TESTAMENTO DEL PORCELLO.
    Nel “Testamento del porcellino” (ANONIMO IV secolo d.C.), il protagonista, in un
    susseguirsi di formule notarili infarcite di ironia amara e di comicità, detta le sue ultime
    volontà prima di passare sotto le mani del cuoco e indica i destina-tari di ogni parte del suo
    corpo.
    La patetica umanizzazione dell’animale sta tutta dentro la sua vasta possibilità d’uso in
    cucina; i modi di impiego sono molteplici e all’insegna, come sempre, di una sconfinata
    producibilità di esiti gastronomici. Siccome è dimostrato, tra l’altro, che l’occhio vuole la
    sua parte, si afferma come una costante dell’attenzione dei cuochi quella di mantenere
    integra, se possibile, la fattezza “fisionomica” del maiale anche quando viene servito a
    tavola; da ciò proviene l’adozione del ripieno quale piatto capace di dare al tratto
    scenografico il tocco della credibilità senza appesantire o impoverire le ragioni del palato.
    Incomincia il testamento del porcellino.
    Il porcellino Marco Grunnio Corocotta ha fatto testamento.
    “Poiché non ho potuto scriverlo di mio pugno, l’ho dettato perché fosse scritto”.
    Il cuoco Magiro ha detto: «Vieni qui, sovvertitore della casa, sconvolgitore dell’aia,
    porcellino che sempre fuggì, oggi ti tolgo la vita».
    Il porcello Corocotta disse: «Se ho fatto qualcosa, se ho rotto con i piedi qualche vasetto, ti
    prego, signor cuoco, ti chiedo la vita, concedila a me che ti prego».
    Il cuoco Magiro chiamò: «Vieni, garzone, portami un coltello dalla cucina, affinchè io possa
    sgozzare questo porcello».
    Questo viene catturato dai servi, condotto verso il sedicesimo giorno prima delle Calende
    lucernine (verso la metà di novembre), quando abbondano i cavoli, sotto il consolato di
    Clibanato e Piperato. E non appena capì che stava per morire, chiese un’ora di tempo e
    pregò il cuoco di poter fare testamento: fece chiamare a sé i suoi parenti, per lasciare a
    loro in eredità le sue parti da mangiare.
    E così egli disse:
    «A mio padre Verrino dispongo siano lasciati trenta moggi di ghiande e a mia madre
    Veturina Scrofa quaranta moggi di fior di farina spartana, a mia sorella Quirina, alle cui
    nozze non ho potuto partecipare, trenta moggi d’orzo. E delle mie viscere donerò le setole
    ai calzolai, le mascelle ai litiganti, le orecchie ai sordi, la lingua agli avvocati e ai parolai, le
    budella ai salsicciai, le cosce ai rosticceri, i rognoni alle donne, la vescica ai bambini, i
    garretti agli schiavi cursori e ai cacciatori, le unghie ai ladroni e al cuoco innominabile
    lascio il mestello e il pestello che avevo rubato: da Tebeste fino a Trieste possa egli legarsi
    il collo (impiccarsi) con una fune.
    E voglio che sul mio monumento sia scritto: «II porcello M. Grunnio Corocotta visse 999
    anni e mezzo; se ne avesse vissuto ancora mezzo, avrebbe compiuto mille anni».
    Miei ottimi estimatori e voi che vi prendete cura di me, vi chiedo di fare buone cose con il
    mio corpo, che condiate bene con buoni condimenti di noce, pepe e miele, affinchè il mio
    nome sia ricordato in eterno.
    Signori miei e miei cugini, che avete assistito al mio testamento, fate firmare».
    Firmarono: Lardoso, Braciolino, Speziale, Salsicciotto, Prosciutto, Celsino e Nuziale.
    Finisce qui il testamento del porcello verso il giorno sedicesimo delle Calende lucernine,
    felicemente sotto i consoli Clibanato e Piperato”.

    Fai clic per accedere a il%20maiale%20in%20val%20comino.pdf

    Agostino Della Gatta

    18 gennaio 2010 at 2:59 PM

  64. … grazie al porcello e soprattutto grazie a m.rosaria, forse il nodo è sul tema “la CP tra tradizione e modernità” …

    paolo

    18 gennaio 2010 at 3:47 PM

  65. … e anche la paesologia non si definisce chiaramente tra tradizione e modernità. Vate, dammi una dritta se sei tornato.

    paolo

    18 gennaio 2010 at 3:53 PM

  66. Le tradizioni popolari erano, sono e saranno le basi su cui poggiare la cultura di popoli diversi che vivono lo stesso mondo. Cara Maria Rosaria immagina che noia vivere un mondo dove tutti condividono tutto. Comunque ti ricordo che l’UNESCO, non io, nel 2000 ha stabilito che il primo decennio del nuovo millennio venga dedicato al recupero delle tradizioni, del patrimonio immateriale,si intende per “patrimonio culturale immateriale” pratiche,
    rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui
    riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale.
    Se veramente credi che si possa crescere dimenticando il passato, mi spiace per te. La Comunità provvisoria per quanto mi riguarda è l’insieme di mille anime, vere, uniche, diverse e per questo forse che mi ci trovo benissimo, nessuno ha mai obbligato nessuno a pensare o fare qualcosa. Accetto quello che dici, pur non condividendolo.
    Spero comunque di incontrarti presto e stringerti la mano in nome di una contrapposizione giusta e logica.
    … E se l’Irpinia morisse proprio perchè non vi è più capacità di affrontare e uccidere i porci che la stanno portando ben lontano dalle sue origini in nome di una industrializzazione mai avvenuta ???
    Il sette Febbraio noi mangeremo la carne del maiale, berremo del buon vino ma principalmente staremo tutti seduti allo stesso tavolo in nome di una antica e onorevole tradizione.

    giovanni ventre

    18 gennaio 2010 at 4:53 PM

  67. E pensare che il tutto è nato come agli albori del pensiero per scoprire l’ “arkè pantòn” il pricipio di tutte le cose …di quelle che sono e di quelle che non sono….acqua,terra,aaria ,fuoco, àpeirnon ma “il porco”…….’porco càn’ dicono dalle mie parti!Ma “lasciatemi divertire” dicevamo una volta quando eravamo libertari e non autoritari,predicavamo la fantasia al potere,eterodossi e amanti di un nomadismo esistenziale e del primato della politica sugli spiriti animali dell’economia e sul dominio assoluto delle tecnica in queso bel pantano di un modernismo senza anima e mito.Il vero nodo da sciogliere non è tra “tradizione e modernità” ma se nella Comunità provvisoria si è liberi di di dialogare con chiunque alla ricerche di convergenze inedite e possibili e di altrettanto inedite nove sintesi politiche e culturali. Non cisono nè confini ,nè steccati, nè apparteneze da rispettare ma nuove identità da cortuire con i materiali messi adisposizione dal Novecento nessuno escluso.Nell’inventario c’è tutta la cultura democratica del 900 meridionalista e non per cercare una ‘koinè’ comunitaria che dia senso alle nostre storie irpine e ai nuovi modi di guardare e vivere i nostri “piccoli paesi” anche nei dolori e nelle soitudini ma per scoprirvi “la grande vita” che vi si conserva non i superfice ma in profondità.La vecchia dielettica dei “contrari”o dei “ditinti” è arma vecchia e spuntata utile solo ad esrcizi di retorica o di falsa coscienza così come diventa quasi inutile un ‘feudismo’ di maniera o una antropologia della ritualità marchiata dai preconcetti scientisti epositivisti.Vecchio materiale di “riporto” che tutti noi dobbiamo cercare di sbarazzarcene al più presto se non vogliamo incappare in inutili diatribe o pseudodiscussioni dove ognuno deve restare improgliato nelle rete delle proprie convinzioni o opinioni.Consociamo le malattie dell’anima ma non vogliamo conoscere le malattie della mente….anche le idee si amalano,si irrigidiscono, avolte si assopiscono.Noi abbiamo il compito di tenerle sveglie immergendole nella realtà concreta avendone cura non per accrescere il sapere ma per metterlo in ordine.E cosa stiamo cercando di fare intorno e dentro “la paesologia” se non riprendersi cura di noi stessi e dellecose e gli uomini che ci stanno a nel nostro territorio di nascita dove sopravvivono ‘riti’,’miti’ e ‘tradizioni’ che non necessariamente ci riportano indietro ‘reazionariamente’ nel tempo ma ci permettono di non perdere la ‘sintonia e l’armonia’ con quello che di noi stessi resta autentico , unico e irripetibile. Non sono essi che ci possiedono e ci governano con mezzi che non sono logici e razionali ,che ci rassicurano e non danno problemi alle nostre coscienze non più solecitate dall’inquietudine del dubbio,dal sospetto o dalle speranze,che ranquillizzanole nostre coscienze beate che rinunciano al rischio dell’interrogazione e del contrasto. Noi siamo nella Comunità provvisoria per recuperare la nostra presenza attiva e compassionevole nei paesi anche rivisitando i nostri ‘miti’ individuali e collettivi,sottoporli a critica perchèi nostri problemi e le nsotre speranze sono solo nella nostra vita “hic et nunc” …qui ed ora.
    Ogni giudizio e valutazione comportano una messa incrisi delle idee che hanno regolato la nostra vita finora e adeguarle ad un mondo che si trasforma anche senza la nostra collaborazione.Dobbiamo curare un radicale superamento dell’inerzia della mente,della sua passività, per un pensiero creativo ed avventuroso che sappia liberarsi da idee,miti e riti stantii, per verificare idee nuove (paesologia) senza bruciale sul nascere sapendo che sono fragili come cristalli ma dure per intaccare le nostre abitudini mentali…….ma senza scambiare …..le lucciole pasoliniane per lanterne voltairiane!
    mauro orlando

    mercuzio

    18 gennaio 2010 at 5:45 PM

  68. @ giovanni ventre
    L’Unesco si riferisce a pratiche condivisibili che hanno accompagnato l’uomo nel suo cammino verso il bene comune e il bene comune implica necessariamente il rispetto dell’ambiente e di tutte le forme di vita…non mi pare che crudeltà come la corrrida e il sacrificio gratuito di poveri animali rientrino nel patrimonio umano e sociale dell’Unesco.
    Noto comunque una disparità di interventi, la questione diventa anche di genere: quella che viene scambiata per sensibilità femminile io la interpreto come capacità che hanno le donne di proiettarsi verso il nuovo ed il futuro meglio di quanto sappiano fare gli uomini. Non si tratta solo di essere più o meno vegetariani o più o meno animalisti quanto piuttosto essere capaci di liberarsi da vincoli e gabbie culturali e mentali che di fatto ostacolano la crescita individuale prima e collettiva poi. Le donne, vittime da sempre di tradizioni tribali che ahimè ancora resistono nella mentalità maschile, sanno distingure le nefandezze che si celano dietro le tradizioni, sanno smascherarle e soprattutto sanno guardare oltre.

    Gli uomini in questo un po’ arrancano.

    Parlare inoltre di tradizione e di identità è oltremodo anacronistico, le culture intese come monolitiche non esistono più: sono in costante divenire e impegnate in un continuo processo di ibridizzazione, la difesa barricadera delle tradizioni è una guerra persa in partenza. Meglio convogliare le energie in attegiamenti più pragmatici, la contaminazione culturale è l’unica strada percorribile.

    m.rosaria

    18 gennaio 2010 at 6:21 PM

  69. Mauro, non ho capito la tua risposta. Riformulo il mio quesito. I paesi e i paesaggi sono stati contenitori di miti e tradizioni e culture e strutture sociali in buona parte finiti. Spesso fortunamente finiti. Valga per tutti il modello di società chiusa che essi anche urbanisticamente tendevano a perpetuare, con una mobilità sociale essenzialmente nulla. “Prendere le distanze da prassi obsolete e che non hanno più ragion d’essere credo sia necessario a chi intende intraprendere un percorso di crescita,…” dice M.Rosaria. Mi chiedo se la paesologia non stia un pò in bilico, tra la cura delle forme (i paesi, i paesaggi) e il superamento delle funzioni che a quelle forme hanno dato vita, significato e ragioni.

    paolo

    18 gennaio 2010 at 7:00 PM

  70. non abbiate fretta di convincervi a vicenda, vi propongo una tregua :

    un’intervista di BEPPE SEBASTE a Bernardo Bertolucci “Tutto è partito dal rito del maiale” (Intervista su Novecento, la Repubblica, 18 giugno 2006)
    http://www.beppesebaste.com/incontri/novecento.html

    Mauro Corona ripreso da Marco Paolini :
    … Oggi il senso di simili esperienze, di simili tradizioni, può essere recuperato soltanto grazie alla scrittura, alla sua inattualità. Solo in essa riluce la memoria cancellata da milioni di maiali macellati in modo industriale …
    http://sentierinterrotti.wordpress.com/2009/01/14/la-tradizione-perduta/

    dal blog maiale ubriaco, un passaggio su maiale e carnevale passando per vallesaccarda e il rito dell’uccisione con la condotta slow food :
    http://maialeubriaco.blogspot.com/2007/02/antropologia-del-carnevale.html

    c’è anche un museo a carpineto sinello ! http://www.museodelmaiale.com/

    scannare il maiale, una riflessione di alfredo morosetti su ‘il foglio’ http://www.ilfoglio.it/cronachettelocali/120

    verderosa

    18 gennaio 2010 at 7:05 PM

  71. Un saluto a tutti i Comunitari.
    Qualcuno di voi mi conosce…la prima volta a Lapio e poi a Cairano. La terza volta verrò a Aquilonia da Vico del Gargano con altre tre persone entusiaste del Porco Letterario.
    Adesione x 4 al pacchetto completo.

    Michele Selvaggio

    18 gennaio 2010 at 7:11 PM

  72. due adesioni da parte mia al pacchetto completo per la masseria di aquilonia euro cinquanta cadauna per complessivi euro cento da corrispondere come quando ed a chi

    Cordialità Rocco Quagliariello

    rocco q

    18 gennaio 2010 at 7:27 PM

  73. chiedo alla comunitaria maria rosaria di spiegare con maggiore chiarezza e senso compiuto il concetto antropologico di “contaminazione culturale come unica strada percorribile” , per evitare di parlare per slogan peraltro neppure troppo originali oltre che abusati . grazie cordialità Rocco Quagliariello

    rocco q

    18 gennaio 2010 at 7:31 PM

  74. bene, questo l’aggiornamento delle adesioni :

    GIOVANNI VENTRE + 6
    ENZO TENORE + 4
    ANGELO VERDEROSA + 4
    AGOSTINO DELLA GATTA + 2
    LUIGI DI GUGLIELMO + 1
    NICOLA IACOVIELLO + 2
    ENZO LUONGO
    MAURO ORLANDO + 1
    LELLO SPAGNUOLO + 2
    MICHELE SELVAGGIO + 4
    ROCCO QUAGLIARIELLO + 1
    EMIDIO e TONINO (delegazione Teora)
    … siamo ben oltre quota 30.

    La Comunità è cresciuta anche dal punto di vista porcoletterario. Due anni fa, nonostante gli inviti fatti alla mailing list e le telefonate di franco, non riuscimmo a raggiungere quota 30.
    https://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/01/07/il-porco-letterario/

    Dibattito e adesioni continuano, SANG E LATT* a tutti
    *(grido propiziatorio raccolto e ampiamente documentato -con Luca, Agostino e Antonio- ieri sera a Teora)

    comunità provvisoria

    18 gennaio 2010 at 7:38 PM

  75. Angelo sei un grande, ma hai visto che cosa si è scatenato intorno ad un maiale ??? Miracoli della comunicazione o tilt della logica ???
    SANG E LATT !!!

    giovanni ventre

    18 gennaio 2010 at 7:54 PM

  76. La rituale uccisione del maiale, che, all’interno della cultura contadina, costituiva per i ragazzi quasi un rito iniziatico e di passaggio, è sopravvissuta in alcune realtà molto periferiche. Più lunga vita ha avuto in Grecia, dove si connotava anche di una dimensione coreutica e musicale. La tradizione, una qualsiasi tradizione, sia quelle che ancora sono presenti pur attraverso modifiche, adattamenti, sincretismi, sia quelle che apparentemente sono svanite col mutare di tempi, società e struttura, giocano il loro “racconto” lungo gli assi convergenti del tradere-traducere, che si assimilano nelle trasformazioni, e dove entrambi i termini rinviano sia all’oralità sia alla scrittura. Ed entrambi i termini sono inscindibili: il tradere rinvia alle modalità e al lungo periodo nel quale la tradizione si tramanda , ma anche si trasforma, traducendosi in qualcosa di diverso ed uguale nel contempo, almeno per quel che attiene le funzioni cui risponde.

    belfagor

    18 gennaio 2010 at 8:15 PM

  77. @ rocco quagliariello

    ha perfettamente ragione il concetto di contaminazione culturale è parecchio inflazionato, se ne parla spesso e a sproposito soprattutto alcuni lo snobbano in base ad una presunta inesistente originalità. Tutto vero, il concetto non è per nulla originale: la contaminazione culturale opera da parecchie migliaia di anni a questa parte, cosa ci può essere di tanto originale in un qualcosa che esiste praticamente da sempre…
    Rispondo alla sua domanda con una citazione di Ian Chambers, vostro ospite a cairano 7x, del quale mi sono concessa il vezzo di leggere in inglese “Urban sights and sounds” (contaminazione culturale vuol dire anche questo…)
    “Today, the simple distinctions between low and high culture, between good and bad taste, betwenn the profound and the superficial, between avant-garde and mass-culture, are increasingly swampted by a wave of metropolitan connections, suggestions and sense. Different tastes, diverses artefacts, distinct forms and practices, coexist in the intertextual spaces of networks that permit both the recognition of connection and difference. Knowledge is no longer monumental and monolithic but differentiated and nomadic…This confusion and breaking of codes, this disrespect for previous authorities, boundaries and rules, also expose what was previously subordinate and hidden. Different histories become available, their languages drawn into a contemporary eclecticism-producing unexpecyed encounters in the record graves, on the dance floor, in fashion, in front of the television, in the city, and in every life. Almost every one can buy these codes, use them, wear them, hear them, see them walk and move amongst them, live them”
    leggo comunque nel tono inquisitorio e un po’ provocatorio del suo commento l’atteggiamento tipico del pregiudizio e del preconcetto, dovrebbe lavorarci un po’ sopra.

    m.rosaria

    18 gennaio 2010 at 9:08 PM

  78. Nessun tono inquisitorio o provocatorio,come pure nessun pregiudizio o pre concetto, tipico atipico , soltanto una richiesta di chiarimento che prevedi bilmente non c’è stato, anzi la situazione si è in garbugliata per mezzo di una citazione anglofona Constato che parliamo li ngue diverse in una ba bele interminabile.
    Grazie cmq un cordiale sa luto Rocco Quagliariello

    Anonimo

    19 gennaio 2010 at 12:12 am

  79. siamo oltre il paradossale inimmaginabile:un com mento firmato e sottoscrit to che risulta”anonimo”. Diavolerie moderne.R.Q.

    rocco.q

    19 gennaio 2010 at 12:26 am

  80. Excusatio non petita, accusatio manifesta

    “Excusatio non petita, accusatio manifesta” è una locuzione latina di origine medievale. La sua traduzione letterale è “Scusa non richiesta, accusa manifesta”, forma proverbiale in italiano insieme a “Chi si scusa, si accusa”, anch’essa equivalente.

    Il significato di questa locuzione è: se non hai niente di cui scusarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti venir recepito come un atteggiamento sospetto, un indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere.

    Già San Girolamo, nelle sue lettere (Epist. 4) avvertiva: dum excusare credis, accusas (“mentre credi di scusarti, ti accusi”).

    Wikipedia l'enciclopedia libera : commento automatico

    19 gennaio 2010 at 9:13 am

  81. Nel rispetto di altri ed autorevoli silenzi che fraternamente non mi sono piaciuti e dopo la bella sbornia di parole degne di Grottaminarda e quelle meno dignitose del dopo…..Anch’io sento lumana esigenza di un pò di silenzio nel Blog…..Un esercizio di silenzio e di solitudine ci può permettere unan più distinta percezione di sè e cura di sè e delle idee, delle cose e delle persone che ci stanno vicine nel cuore e nella mente della Comunità provvisoria.Ci peremtte di ascoltare e non solo di sentire e vedere e infine ci riabilita ad un’ascoltare pensante.Un pensare fatto di dubbio,sospensione ,abbandono ,libero “da” non solo “di” o “per”. Ha bisogno di “un arresto”per un nuovo slancio,uno svuotamento per un raccoglimento, una “passività” e “inoperosità” che è audace e folle assieme per continuare il viaggio o il volo se si hannole ali.Bisogna agire il silenzio non subire il silenzio come possibilità di penetrare o liberare ‘le zone d’ombra’ che necessariamente si creano quando si vive si epnsa assieme, e fermarsi nelle radure dei boschi in cui interrogarsi sulle debolezze umane e ci siperita ad indagare un enigma o un mistero di questa nostra particolare ed originale esperienza non solo mentale ma sentimentale.
    Silenzio è anche capacità di rifiutare l’ascolto abitudinario,abitaule ,ricorrente,inautentico (malevolenze,rumori di fondo,residui rancorosi,rigurgiti acidi degli animi sordi e duri,incomprensioni non volute o inventate ad arte ecc. ecc.) per recuperare il vero e profondo ascolto delle cose e persone ingenue,depurate,leggere e ricche di aperture.E poi cercare il silenzio nelle parole non delle parole individuando un linguaggio silenzioso come sanno fare i poeti in modo naturale e visionario.Essere capaci a trasformare la rigidità e freddezza della parola filosofica o retorica nella leggerezza e profondità della parola poetica e narrativa……veramente umana insomma!
    mauro orlando

    mercuzio

    19 gennaio 2010 at 12:25 PM

  82. scrivo da un non luogo, un luogo nel quale una persona giovane non dovrebbe stare per tante ore. non importa, amici miei,di che luogo si tratti, non ora.

    io non voglio entrare in questioni che alimentano litigi.
    quindi solo alcune piccole cose, da una persona che tutto è fuorché capricciosa o altezzosa.

    mi scuso con Enzo Luongo per non averlo salutato sabato, sono stata io a informare Mercuzio della sua presenza, ma,non sapendo se aveva piacere o meno di vedermi, mi sono tenuta in disparte, essendo per natura più timida di quanto appaia. ovviamente il termine vestale che è stato usato lo prendo come un complimento, tenendo conto che io non servo (a) nessuno.
    in secondo luogo, io ho solo espresso una mia convinzione, senza alcun’altra pretesa. spero che la cp sia ancora il luogo dove un atto del genere sia ammesso.
    quidi, che dire?
    sono dispiaciuta da molti dei toni che ho letto e dai giudizi, soprattutto dopo l’impegno profuso per grottaminarda.
    ma è un dispiacere mio, che tengo per me, così come, d’ora in poi, il mio impegno animalista che dura da circa vent’anni.
    vi abbraccio tutti senza una briciola di rancore.
    a presto
    e’

    eldarin

    19 gennaio 2010 at 1:58 PM

  83. Ecco cosa Ti dicevo, dopo Grotta, nel post “9 gennaio2” dopo che eri intervenuta con un commento, a dimostrazione che non mi sono invise le persone, ma talvolta solo i ruoli che hanno. Rileggete e ripensate tutti. (non manca alcuna parola, nonostante l’inizio con i puntini).

    enzlu 11 Gennaio 2010 alle 10:40 pm
    … ma, insomma, non vi basta la ‘potenza evocatrice e generatrice’ di questa fenomenale ragazza a darvi la ragione per partecipare in qualsiasi forma?
    EnzLu (l’altro)

    enzlu

    19 gennaio 2010 at 2:36 PM

  84. Insulti ed epiteti Eh?
    Rancoroso eh?

    enzlu?

    enzlu

    19 gennaio 2010 at 2:37 PM

  85. questo è invece ciò che mi scrisse Arminio il 23 febbraio 2009 in un e-mail che non conoscete:

    Da: arminio17@gmail.com Inviato il: 23/02/2009 20:58
    A: “enzo.luongo@tin.it” Oggetto: (nessun oggetto)
    cercando di recuperare un commento di salvatore ne ho visto uno tuo. vedo che insisti e allora è pura cattiveria.
    non ti voglio vedere né sentire per nessun motivo.
    non mi rispondere perchè non leggerò la tua mail.
    la pazienza è finita.

    Si riferiva alla sua convinzione che stessi scrivendo “anonimo” sul blog.
    Io per rispetto mi ci sono attenuto. Così la smettete di pensare pure che me ne sono andato. Fine della storia. Fine delle storie.

    enzlu

    enzlu

    19 gennaio 2010 at 2:53 PM

  86. e invece ti ho chiamato e ti ho scritto ancora…
    io non so portare rancore….
    sono permaloso ma con tempi di reazione brevissimi, passo ad altro….

    caro enzo
    cerca di dare il tuo contributo senza andare sempre su di tono
    ognuno ha il suo stile (e il tuo nessuno te lo toglie)
    ma la scrittura non ha il sostegno dello sguardo, del tono di voce
    e le cose appaiono più grevi di quel che sono….

    Arminio

    19 gennaio 2010 at 3:03 PM

  87. IL PORCO ha svegliato i BOLLENTI SPIRITI
    prego una canzone:
    ….”Ma l’ animale che mi porto dentro
    non mi fa vivere felice mai
    si prende tutto anche il caffè
    mi rende schiavo delle mie passioni
    e non si arrende mai e non sa attendere
    e l’ animale che mi porto dentro vuole te.
    Dentro me segni di fuoco è l’acqua che li spegne
    se vuoi farli bruciare tu lasciali nell’ aria
    oppure sulla terra”
    Franco Battiato > Mondi Lontanissimi (1985) > L’Animale

    lucrezia r.

    19 gennaio 2010 at 3:43 PM

  88. Riteniamo chiusa la pa rentesi incresciosa. Le scuse sono state formaliz zate, l’argomento è chiu so. Ognuno da oggi può continuare se vuole a dare il suo contributo sul blog rispettandone regole e contenuti in un clima di reciproco rispetto e leale partecipazione. Se si pot esse fare a meno di citare canzoni e testi di canta utori ci sentiremmo tutti più leggeri.garbo cortesia gentilezza Rocco Quaglia riello

    rocco.q

    19 gennaio 2010 at 4:27 PM

  89. @ eldarin
    Mi colpisce il tuo tono pacato e la lucidità di giudizio tra questi spiriti bollenti.
    Inoltre mi preme farti sapere che ho apprezzato molto il tuo intervento a Grottaminarda, mi hai dato formidabili spunti di riflessione.
    Non crucciarti per quel retrogusto amaro che gran parte di questi post contengono. Ammazzato l’innominabile tutto passerà.
    Con viva simpatia
    lucrezia ricciardi

    lucrezia r.

    19 gennaio 2010 at 6:31 PM


  90. Complimenti per la ricerca bibliografica, Il links (alfredo morosetti sul foglio) è esaustivo.
    La faccenda del porco letterario è esilarante ma anche con un retrogusto amaro.
    Colpi a destra e a manca ossia MAZZATE alla “CECATA”.
    Povero Armin e povera …!

    lucrezia r.

    19 gennaio 2010 at 6:45 PM

  91. @lucrezia
    ti ringrazio molto, mi è dispiaciuto non averti conosciuta a grotta.spero di incontrarti al più presto
    @enzlu
    scusa ancora,e grazie per quel “fenomenale” che, spero, sia ancora valido.

    saluti comunitari
    e’

    eldarin

    19 gennaio 2010 at 6:51 PM

  92. c’era una volta un grillo che si divertiva a fare zapping di commenti da un post all’altro con una spavalderia sconcertante.

    poi arrivo’ una cicala che comincio’ a fare la stessa cosa, disinvoltamente e caparbiamente.

    augurò buon natale e felice anno nuovo con un’opera allegorica di discutibile originalità con una chiosa verbale assolutamente inadeguata, poi partecipo’ al seminario di paesologia di grottaminarda, infine scrisse un articolo a commento su una rivista e da quel giorno giù commenti dappertutto, incorraggiamenti, puntualizzazioni, risposte velenose con giudizi “intuitivi” sulla personalità dei comunitari solo in base al tono ed alle parole impaginate.
    Insomma una psico socio antropologa non clinica bensi’ azzeccagarbugli, in grado di fare diagnosi, di stabilire toni di unore altrui e di rimanere “colpita dalla lucidità e dal tono pacato pur in mezzo a spiriti bollenti”(alias bollenti
    spiriti) Gli spunti di riflessione per i suddetti spiritelli( infreddoliti anzi che non) vengono dai commenti della cicala piuttosto che dal post sull’innominabile.
    Domanda: dove andate a pescare, trovandoli, questi nuovi adepti comunitari delle pianure . Ci vuole davvero tanta tanta tanta pazienza oltre che un’esca intelligente ed una lenza indistruttibile.

    Mio Dio, speriamo che il “retrogusto amaro” si trasformi in un sapore sublime, organoletticamente digeribile auspicabilmente profumato di spezie irrugiadite, appena appena bagnato dalla pioggerellina e dalla rugiada sul muschio, tra brume e nebbie fitte un po’ di luce e di calore . Grazie.
    Garbo Gentilezza Cortesia comunitariamente
    Rocco Quagliariello

    rocco q

    19 gennaio 2010 at 7:01 PM

  93. @ eldarin
    Se ti fa piacere potresti venire a trovarmi a Paestum.
    Una passeggiata archeologica (abito a due passi dalle mura) non ce la toglierebbe nessuno. Sul tuo blog troverai la mia e-mail.

    lucrezia r.

    19 gennaio 2010 at 7:14 PM

  94. Che straordinaria rinascita essere riusciti a contenere i risvolti tardo crepuscolari del blog attraverso una nuova albeggiante prima vera, una stagione nuova
    un afflato sanguigno vera ce un post che restituisce identità al blog, un presen te pregno di passato di ci viltà rurale,una prova esi stenziale coinvolgente che affronta il futuro con il coraggio piuttosto che con il pavido comodo livo re accidioso.
    Garbo gentilezza cordialità
    Rocco Quagliariello

    rocco q

    20 gennaio 2010 at 5:46 am

  95. viva il treno delle meraviglie, locomotiv ciuf ciuf dall’irpinia alle puglie sitibonde, il treno della speranza di una ri mascita vera auspicata desiderata agognata meritata

    Nel percorso del treno c’è la nostra terra di irpinia, la natura.
    A noi tocca vivificare questa natura con la cultura in un processo di acculturazione che si comincia ad intravedere, siamo all’alba del millennio, nell’anno della paesologia, avanti tutta, moderatamente ma inarrestabilmente per chi ci crede per chi ha coraggio per chi vuole costruire una maniera diversa e bella di abitare il mondo
    Rocco Quagliariello

    rocco q

    20 gennaio 2010 at 7:52 am

  96. In viaggio verso la belle zza treni bianchi della neve sul laceno, treni festosi carnascialeschi per il carnevale, treni colorati e profumati per la prima vera.un viaggio in locomo tiv ciuf ciuf, loco motivi. Amici della terra Fuoco Barocco al contrario dalla periferia al centro, Irpinia turismo Irpinando Rosso fisso Irpinia trekking apol lineo dionisiaco diego e margherita tarantella montemaranese, viaggio della memoria, viaggio per le vigne e le campag ne in fiore viaggio di bacc anti e di anime sante , tre no irpino del paesaggio. Rocco Quagliariello

    rocco.q

    20 gennaio 2010 at 10:07 am

  97. Ragazzi. Amici comunitari, il 7 Marzo ci sarà la giornata delle ferrovie dimenticate, a tal proposito amici della ferrovia Avellino Rocchetta abbiamo predisposto un viaggio da Avellino a Rocchetta. NOn sarebbe il caso che in questa giornata dedicata alla SLOW LIFE, in contrapposizione alla Alta Velocità, che Comunità provvisiria predisponga in una delle stazioni una sorta di accoglienza ai viaggiatori della calma in modo da poter “prospettare” le finalità e gli scopi anche al di fuori del web ??? Io sono a disposizione. Apriamo un dibattito su questa opportunità.

    giovanni ventre

    20 gennaio 2010 at 3:49 PM

  98. Si potrebbe pensare di organizzare una sorta di festa della Comunità Provvisoria alla stazione di Rocchetta Sant’Antonio, “I binari del buon vivere”.

    giovanni ventre

    20 gennaio 2010 at 3:53 PM

  99. Sarebbe certamente un bel momento e si legherebbe benissimo allo scritto di Rocco

    “In viaggio verso la belle zza treni bianchi della neve sul laceno, treni festosi carnascialeschi per il carnevale, treni colorati e profumati per la prima vera”

    giovanni ventre

    20 gennaio 2010 at 3:55 PM

  100. Giovanni: credo che per un po’ dovrai “assorbire” le conseguenze del post sul porcello e sulla domenica dedicata al maiale.

    Presagisco viscide sinuose striscianti pervicaci querule reazioni, a scoppio ritardato, relativamente alla spontaneità con la quale hai avuto il coraggio e l’ardore di riprendere una tradizione millenaria della civiltà rurale.
    L’altra anima del blog e della comunità, quella che ho tentato di descrivere sinteticamente ,avrà già approntato le misure precauzionali non solo per boicottare la tua straordinaria iniziativa ma anche per commisurare qualità e quantità di risentimento nei riguardi della componente sanguigna viscerale della nostra alta irpinia.
    Tieniti pronto, Giovanni, pronto a tutto, anche a dover rispettare col silenzio quello che dovessi ricevere, ritenendolo il meritato premio di attenzione per la tua spiccata intraprendenza.

    Nella passegiata meditativa di giugno, a cairano, pronunceremo insieme un mantra solidale per scacciare dalla nostra mente ogni malvagità e riappropriarci della nostra vera identità con la mente sgombra da desideri illusioni e paure, per rivedere il cielo stellato nel plenilunio del solstizio d’estate.

    Un caloroso saluto Rocco Quagliariello

    rocco q

    20 gennaio 2010 at 7:31 PM

  101. Caro Rocco, ho le spalle grosse e non temo il dover sopportare alcun peso. Nella vita ho sempre guardato le cose con la semplicità della vita quotidiana. Oggi, avendo superato le cinquanta primavere mi rendo conto che il bianco non è sempre bianco ed il nero non è sempre nero, tra i due colori esistono una immensa tonalità di grigi. Ecco io vedo, tu vedi, altri vedono le stesse cose e le descrivono diversamente. Perchè dovrei reoccuparmi se guardo dal mio punto di vista ??? Altri dovrebbero imparare a spostare il loro sguardo, non posso far finta di non vedere gli animali che muoiono ogni giorno per soddisfare il bisogno di mangiare di miliardi di persone, il grido disperato di aiuto inascoltato di milioni di bambini che continuano a morire di fame mentre noi uccidiamo i maiali ed ingrassiamo mangiando la loro carne. Un giorno a Piacenza mi ritrovai a tavola in un ristorante per una cena di gala a margine di un convegno politico dei verdi, Acompagnavo un amico, e qualcuno che lo conosceva disse ad una signora che era cacciatore. Costei lo attaccò in pubblico dicendogli che era un assassino, un uccisore di poveri animali indifesi, che aveva un fucile e loro non potevano difendersi. Alla fine, grazie alla mediazione di amici comuni la signora venne indotta alla calma e portata via. Dopo un’ora eravamo a tavola tuti insieme e la signora “divorava” con avidità aragoste, mitili, vongole, scampi, spigole, salmone … pensando forse che lei era meno assassina dell’amico cacciatore solo perchè lei non aveva pescato quelle prelibatezze, non le aveva viste soffrire e morire. Chi è puro scagli la prima pietra, però solo chi è puro !!!
    Stai certo caro Rocco che i primi a scagliare la pietra saranno gli impuri travestiti da puri.
    I peggiori sono coloro che scagliano la pietra e nascondono la mano !!!
    Io amo prendere le pietre e con esse riuscire a costruire qualcosa di vero e di duraturo.

    giovanni ventre

    20 gennaio 2010 at 8:37 PM

  102. Porto l’adesione di altri due amici alla giornata del 7 febbraio ad Aquilonia.Vorrei sapere come fare per eventualmente versare la quota di partecipazione. Nicola Iacoviello

    Nicola Iacoviello

    21 gennaio 2010 at 7:22 am

  103. Simpatico ed interessante post. Un saluto dal Melandro regno della lucanica!

    melandroweb

    21 gennaio 2010 at 9:05 am

  104. sarebbe bello se ci fosse anche qualche lucano con noi ad Aquilonia … Vi aspettiamo a braccia aperte.

    giovanni ventre

    21 gennaio 2010 at 3:50 PM

  105. @ nicola iacoviello – nessun problema, ci si vede ad Aquilonia ed in loco si salda. Vi arriverà a giorni il programma dettagliato della giornata con indicazione anche del luogo d’incontro e …

    giovanni ventre

    21 gennaio 2010 at 3:52 PM

  106. @ Angelo Verderosa
    Allora, carissimo, ho preso appuntamento con l’amico Enzo Tenore per domani, sabato 23 Gennaio ad Aquilonia, ci sarà anche Nanos, ore 15.30 nei pressi del Museo Etnografico “Città della Memoria”. Stabiliremo tutto nei dettagli. Se puoi fatti una passeggiata così da vedere i luoghi. Per le “Tomacelle” credo che vada bene quello che mi hai detto. In ogni caso se non puoi essere presente ti terremo aggiornato.

    A tutti gli amici, il porco letterario prende forma … è l’occasione per trascorrere una giornata agreste in ricordo di un rito antico e ancora oggi praticato nelle campagne italiane.
    IL MAIALE SARA’ MACELLATO SECONDO I CANONI DI LEGGE …

    giovanni ventre

    22 gennaio 2010 at 10:14 am

  107. Giovanni sei un mito. E cmq un nomen più omen del tuo non ti poteva capitare!. Saluti
    p.s. dimmi la verità, la lettera del sindaco veronese è un tarocco, vero?

    paolo

    22 gennaio 2010 at 3:16 PM

  108. assolutamente no, è reale. E spero che il prossimo anno si possa fare un evento condiviso.

    giovanni ventre

    23 gennaio 2010 at 8:56 am

  109. la lettera dekl sindaco veronese sarà visibile il 7 febbraio alla giornata del porco letterario ad Aquilona.

    giovanni ventre

    23 gennaio 2010 at 6:43 PM

  110. Avendo raggiunto il numero massimo di amici ospitabili (dato lo spazio limitato), le prenotazioni sono chiuse.
    A Domenica

    giovanni ventre

    3 febbraio 2010 at 9:13 am

  111. e chissenefrega che è stato raggiunto il numero massimo di amici ospitabili dato lo spazio limitato.

    il maiale si ammazzava all’aperto anche con la neve per terra , se parliamo di Tradizione rurale e contadina.

    A meno che ad Aquilonia le tradizioni , pure quelle, non siano state e siano ancora “levantine bizantine”

    occor

    3 febbraio 2010 at 2:12 PM

  112. quest’anno il Porco letterario va in scena il 12 e 13 Marzo ad Aquilonia Fattoria il somarello come lo scorso anno … preparatevi …

    giovanni ventre

    21 gennaio 2011 at 10:21 am


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